Cerca
Close this search box.

Essere sessualmente libere

La libertà sessuale significa cose diverse per persone diverse e non esiste un modo giusto o sbagliato per esprimere la propria identità.

Essere sessualmente libere significa poter indossare ciò che vogliamo senza essere ridotte ad oggetto sessuale dagli altri. Significa anche provare attrazione ed esprimerlo liberamente. Libertà significa fare ciò che ci sembra giusto e ciò che ci rende felice senza aver paura.

La rivoluzione sessuale è stata persino un movimento sociale nel 1968 e modificò i tradizionali codici di comportamento relativi alla sessualità e alle relazioni interpersonali. Il cambiamento più importante avvenuto a seguito di questa rivoluzione, fu l’accettazione del sesso al di fuori delle tradizionali relazioni relazioni eterosessuali, monogame e del matrimonio.

Oltre allo sdoganamento del sesso prematrimoniale, seguirono l’introduzione del divorzio, l’abrogazione del reato di adulterio e del delitto d’onore, la normalizzazione della contraccezione e della pillola, il cambiamento della morale riguardo alla nudità pubblica, all’accettazione dell’omosessualità e della pornografia, alla possibilità di forme alternative di sessualità e alla legalizzazione dell’aborto.

Ma nel ventunesimo secolo, ormai anni lontani dal suo inizio, siamo davvero sessualmente libere? Siamo libere tanto quanto gli uomini di parlare apertamente di sesso e sessualità?

La risposta ad entrambe le domande è la medesima.

Non siamo ancora libere.

Non siamo ancora in grado di differenziare la nostra libertà sessuale dal giudizio delle persone. Ogni scelta che facciamo nelle lenzuola di casa è di dominio pubblico nell’inconscio di ognuna. Il linguaggio che usiamo, l’approvazione che ricerchiamo per noi stesse sono una catena di congetture ricreate dalla società in cui viviamo. Riporto un esempio comune, se durante una chat con il mio ragazzo inoltro la foto dei miei seni, come verrei identificata dalla società? Porca, zoccola, troia, sconsiderata, poco di buono, puttana? Ma soprattutto pensereste che l’ho fatto per far piacere esclusivamente a lui? O che forse in quel momento ero semplicemente eccitata e volevo farmi una foto perché a me piace. E poi forse si, mi piace anche provocare il mio fidanzato ma no, non c’è solo ed esclusivamente il suo piacere nelle mie mutande, ed è giusto così.

Pensiamo ora alla masturbazione femminile. Che taboo. Nessuno la nomina. Non esiste quasi. Le donne non fanno certe cose, mentre il genere maschile se ne vanta come fosse una specialità esclusiva. Però ehi, poi la donna deve toccarsi durante un rapporto sessuale e lo deve fare bene. Beh caro mondo, non vi toccate solo voi maschietti perché per voi è fisiologico, lo facciamo anche noi perché abbiamo degli istinti sessuali e soprattutto perchè abbiamo voglia indipendentemente da voi.

Per lungo molte donne hanno lottato per la propria libertà, per la propria libertà sessuale ma basta guardarsi attorno e rendersi conto che le lotte sono state vane.

Donne e uomini sono su due livelli completamente differenti da questo punto visti e da molti altri punti di vista, ci troviamo su pianeti differenti. A noi donne non è concesso amare il sesso o provare piacere, sembra assurdo dirlo ma è così. Siamo ancora legati al pensiero obsoleto di come doveva essere una donna 100 anni fa.

La donna deve essere pura, timorata non solo da Dio ma anche dagli uomini, legata alla casa e alla famiglia, non deve alzare troppo la voce ma soprattutto a letto fare il proprio dovere, compiacere ma non provare piacere.

Davvero esistono doveri? Non dovrebbe essere tutto completamente diverso da questo pensiero comune e così radicato nella società?

Se raggiungeremo mai la libertà sessuale non so dirlo, so però che finché vivremo nel passato non succederà mai. Tutto parte da noi forse, dovremmo vergognarci un po’ meno e vivere un po’ di più.

Articolo scritto da G.Minardo e A.Martone

Anna Martone

Anna Martone

Una risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi Post

L’hai mai visto bene un porno?

Sessualità

A Sign of Affection: nel mondo senza suoni di Yuki

Attualità, Cinema, Femminismo, Letteratura, Recensioni

Evelyn Nesbit

Storia, Violenza di genere

Antonia Pozzi e l’infinito desiderio di leggerezza

Letteratura

Cookie & Privacy

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come specificato nella Privacy Policy
Puoi acconsentire all’utilizzo di tali tecnologie utilizzando il pulsante “Accetta”. Chiudendo questa informativa, continui senza accettare.

Quando l’arte diventa consapevolezza: Francesca Menghini, Unbounded