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Il Maestro e Margherita

Tremate tremate le streghe son tornate!*

Einaudi 1996                                              Traduzione di Vera Dridso

Stavolta invece di raccontarvi un libro, vi parlerò di un bellissimo personaggio. Un personaggio femminile che non può fare a meno di ispirare e di far riflettere sul senso di libertà che nasce dalle scelte inconsuete e dalle passioni più radicali. Il fantastico personaggio in questione è nientepopodimeno che Margherita Nikolaevna dal ‘Maestro e Margherita’ (Мастер и Маргарита ‘Master i Margarita’) celebre romanzo di Michail Bulgakov.

Non lo hai mai letto? Nessun problema, anzi, ottima notizia! Vorrei, anche io, non averlo letto per poter riprovare di nuovo le emozioni della prima lettura di questo libro incomparabile. Qui urge, però, un piccolo riassunto della trama con un rapido schizzo a penna dello scrittore. Partiamo dall’autore.

Michail Bulgakov, dalla laurea in medicina alla censura sovietica

Michail Bulgakov nacque a Kiev nel 1891 e si laureò in medicina con tanto di lode nel 1916. La sua carriera da dottore venne stroncata quasi sul nascere grazie al prevalere del suo talento narrativo prontamente riconosciuto dagli addetti al mestiere. Dal 1921, Bulgakov si trasferì a Mosca dove lavorava come cronista per un giornale e nel frattempo scriveva e pubblicava i suoi primi racconti. Le sue capacità si fecero presto strada anche nel teatro e i suoi testi vennero rappresentati al Teatro d’arte di Mosca. A partire dagli anni ‘30, Bulgakov si cimentò come regista e attore.
In quegli stessi anni, si dedicò anche alla stesura dei suoi tre romanzi principali tra cui ‘Il Maestro e Margherita’. Quest’ultimo, composto per un lunghissimo periodo fino alla morte dello scrittore, venne pubblicato incompleto in una rivista sovietica.
‘Il Maestro e Margherita’ rappresentò una vera e propria croce per l’autore a causa delle numerose critiche, censure e attacchi da parte del governo sovietico: Bulgakov arrivò anche a bruciare il manoscritto in un momento di profonda frustrazione. Il suo lavoro di scrittore veniva messo continuamente in discussione, poteva scrivere ma non pubblicare. Questo romanzo vide la luce soltanto dopo la sua morte e venne pubblicato in Italia nel 1967 ottenendo presto una fama mondiale.

Il Maestro e Margherita, un romanzo in maschera

Sento spesso dire da molte persone che ‘Il Maestro e Margherita’ è il loro romanzo preferito e come biasimarli? Dentro a questo romanzo c’è tutto! L’amore, il divertimento, la satira, il diavolo (!), le streghe, le danze nell’aldilà, Gesù, la politica, Mosca, la vodka, un gatto che prende il tram, i viaggi temporali, il teatro, Ponzio Pilato, la poesia, l’arte. Potrei riempire una pagina intera e forse non basterebbe.

Il nostro Eugenio Montale lo aveva definito un ‘romanzo-poema’ o, addirittura, uno show frequentato da una vasta moltitudine di personaggi incredibili. Tra le pagine di questo libro troviamo una satira feroce celata dietro a un sipario di velluto rosso, un’allegoria potente che tiene insieme tutta la trama dal principio alla fine. Perchè il sipario? Nel racconto il teatro è un elemento presente sia a livello di trama (Il diavolo sotto le spoglie di un professore universitario arriva a Mosca e vuole mettere in scena uno spettacolo di magia nera) e sia su un piano metaforico.

Il racconto, infatti, è ricco di colpi di scena e di personaggi stravaganti- un gatto parlante, ad esempio- e rivela ambientazioni fantasiose ed evanescenti, frutto di un sapiente gioco di luci, musiche e maschere carnevalesche. I dialoghi con Satana hanno un tono farsesco, a volte melodrammatico, e le scene si accavallano in un turbinio di cambi di costume e di personaggi. I protagonisti, il Maestro e la sua amata Margherita, sono delle marionette in balia delle trame diaboliche di Woland cioè il diavolo detto altresì Satana. Ogni meschinità umana viene qui smascherata, rivelata dal prestigiatore stesso proprio come un banale vecchio trucco di magia. Alla fine si resta un po’ sorpresi, -non lo avevamo capito da soli- e un po’ delusi – speravamo forse nell’esistenza della magia?

Margherita Nikolaevna

Il romanzo è diviso in due parti e nella seconda l’autore ci presenta finalmente Margherita. Nel racconto è il Maestro a descrivere la sua innamorata al poeta Ivan Bezdomnyj.

“La sua amante si chiamava Margherita Nikolaevna. Tutto quello che egli aveva detto di lei al povero poeta era la pura verità. Aveva descritto fedelmente la sua diletta. Essa era bella e intelligente. A questo va aggiunto qualcos’altro: si può dire con sicurezza che molte donne avrebbero dato qualunque cosa per scambiare la loro sorte con quella di Margherita Nikolaevna. Trentenne, senza figli, era la moglie di un insigne specialista il quale, inoltre, aveva fatto una grandissima. Scoperta d’importanza nazionale.”

Margherita ha una vita apparentemente normale, oseremmo dire soddisfacente, eppure il suo ardore è alla ricerca di altro:

Margherita Nikolaevna non era a corto di quattrini, poteva comprarsi tutto quel che voleva. Fra i conoscenti di suo marito c’erano anche degli uomini interessanti. Margherita Nikolaevna non toccava mai il fornello a petrolio, non sapeva quanto fosse orribile la vita in un appartamento in comune. Insomma… era una donna felice? No, nemmeno per un minuto. Da quando, a diciannove anni, si era sposata ed era andata a vivere nella palazzina, non aveva conosciuto la felicità. Oh numi! Di che cosa, dunque, aveva bisogno quella donna? Di che cosa aveva bisogno quella donna nei cui occhi ardeva sempre un incomprensibile fuocherello? Di che cosa aveva bisogno quella strega, lievemente strabica da un occhio, che in quella primavera si era adornata di mimose? Non lo so, lo ignoro. Evidentemente essa diceva la verità, aveva bisogno di lui, del Maestro, e non d’una palazzina gotica, né di un giardino particolare, né di quattrini. Essa lo amava, diceva la verità.

Fin dalla prima descrizione, Margherita viene definita una strega, una donna con un ineffabile, costante luce negli occhi. Questa giovane donna non è semplicemente l’amante del Maestro, ma la sua più fedele lettrice e sostenitrice. Dovete sapere infatti che il Maestro aveva scritto un romanzo su Ponzio Pilato che era stato stroncato dalla critica. Successivamente il Maestro in preda ai tormenti e agli incubi aveva bruciato il libro, perso la ragione ed era finito in un ospedale psichiatrico.

Da quel momento i due sono separati, Margherita perde le tracce del suo amato. Tuttavia, la fiamma d’amore che le brucia in petto non le impedisce di ritrovarlo anche a costo di fare un patto col diavolo. Un pomeriggio, mentre se ne sta seduta su una panchina, le si avvicina Azazello, uno dei terribili servitori di Woland cioè Satana. La proposta è semplice: se Margherita è interessata a riavere il Maestro dovrà mettersi al servizio del suo padrone. Indovinate un po’? Margherita decide di accettare il patto diabolico, pronta ad affrontare qualsiasi cosa pur di ricongiungersi col Maestro. Il solo modo di servire adeguatamente il demonio è quello di assumere un’altra forma, di mutare pelle diciamo. Così, prima di intraprendere la sua avventura, Margherita riceve una crema speciale da spalmare in ogni angolo del corpo e del viso. Una crema che, oltre a ringiovanirla e renderla ancora più seducente, le consentirà di avere a sua disposizione dei poteri magici. Margherita si trasforma in un tutto e per tutto in una strega.

«Le sopracciglia dalle estremità assottigliate con la pinzetta s’erano infoltite, e le nere arcate regolari erano andate a posarsi sugli occhi che stavano diventando versi. La sottile ruga verticale che le tagliava la radice del naso e che era spuntata in ottobre, quando il Maestro era scomparso, se n’era andata senza lasciar traccia. Erano scomparse le ombre giallastre vicino alle tempie e due retine appena visibili agli angoli esterni degli occhi. La pelle delle guance s’era soffusa d’un colore rosato e uniforme, la fronte s’era fatta bianca e pura, e la permanente del parrucchiere s’era allentata. Dallo specchio una donna ventenne coi capelli neri, ricciuta di natura, guardava la Margherita trentenne e rideva irrefrenabilmente, mostrando i denti […]

La gioia è incontenibile, ultreterrena. Le linee del viso sono adesso tracciate dalle risate e non più dalle rughe di malinconia e tristezza.

«Adesso in lei, in tutto il suo essere, in ogni minima particella del suo corpo, ribolliva una gioia che essa sentiva come se ci fossero tante bollicine che le pungessero tutto il corpo. Margherita si sentì libera, libera da ogni cosa. Essa comprese inoltre con la massima chiarezza che era avvenuto per l’appunto ciò che quel mattino le diceva il suo presentimento e che essa avrebbe abbandonato per sempre la palazzina e la sua vita di prima.»

Da questo momento in poi, la nostra Margherita è diventata libera e la vediamo priva di paura e agitata da uno spirito nuovo, felice e sfrenata. Diventa invisibile, si mette a cavallo di una scopa e senza i vestiti addosso prendere il volo. La sua vita passata resta al di sotto di lei, un puntino ormai lontano dall’alto del suo mezzo volante. Margherita approfitta delle sue prime prove di volo per girare tra gli appartamenti di Mosca e si intrufola in casa di un critico per vendicare il Maestro. Margherita è una tempesta, la sua violenza è mescolata all’ebbrezza del volo e al desiderio di rivedere il suo amante. In tutto il romanzo Margherita, nonostante le prove ultraterrene che deve superare e gli incontri sconvolgenti, non perde mai veramente la bussola. Ama e si lascia guidare da un coraggio che ci lascia senza parole, quasi storditi. Ama e conosce il suo destino chiaramente.
Dopo aver lasciato la città e i suoi impeti di riscatto, Margherita vola tranquilla sopra fiumi e foreste prima di andare all’incontro con Woland (Satana). A casa del diavolo, a Mosca, le viene chiesto di partecipare al gran ballo del plenilunio di primavera in qualità di regina. Margherita accetta e viene preparata con rituali bizzarri (viene lavata nel sangue e ripulita con olio di rose), si guarda allo specchio e vede una regina con il capo adornato da una corona di diamanti. Il ballo inizia e si rivela un girotondo di personaggi storici e famosi ormai defunti tornati indietro dall’inferno per partecipare alle danze in onore di Satana. Margherita resiste a questa prova estenuante e macabra, l’ultima prima di rivedere il suo Maestro. Il ritrovamento dei due amanti concide con una ulteriore affermazione identitaria di Margherita:

  • Oh! Come sono felice, felice di aver fatto un patto con lui. Oh diavolo, diavolo! Ti toccherà, carissimo, vivere con una strega!” – Poi si gettò verso il Maestro, lo abbracciò e cominciò a baciargli le labbra, il naso, le guance. Ciocche di neri capelli spettinati saltellavano sul capo del Maestro, e le sue guance e la fronte ardevano sotto i baci.
  • E tu assomigli davvero a una strega.
  • Non lo nego. – rispose Margherita, – sono una strega e ne sono contentissima.

Lo so, lo so, siete innamorati anche voi di questa protagonista dal cuore puro e dalla curiosità felina. Tenetevi forte che con lei si vola!



Ti consiglio questo libro perché

Ti lascerà a bocca aperta e con la voglia di volare a cavallo di una scopa sopra i tetti del mondo. Il personaggio di Margherita scalpita dalle pagine, fa scintille quasi. Il suo fascino irresistibile e il suo ardore ne fanno una eroina moderna a tutti gli effetti.
Se anche questo non vi basta, guardate questo breve video che descrive il romanzo come una riflessione sull’arte e l’amore senza perdersi mai nel cinismo.

Seguimi lettore! Chi ha detto che non c’è al mondo un amore vero, fedele, eterno? Gli taglino la lingua malefica a quel bugiardo! Seguimi lettore e io ti mostrerò un simile amore!

*famoso slogan femminista degli anni ‘70

Tutte le immagini sono dell’artista russa Yelena Bryksenkova https://yelenabryksenkova.com 

Articolo di Claudia Domenici

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