Cerca
Close this search box.

Cleopatra: l’ultima regina

Cleopatra è l’ultima grande regina di Egitto, erede della dinastia tolemaica; l’unica in grado di mantenere trono e regno per vent’anni, nonostante le crescenti pressioni di Roma. Quando il padre Tolomeo Aulete muore, nel 51 a.C., Cleopatra eredita il regno insieme al fratello Tolomeo XIII che si trova costretta a sposare. A quel tempo ha soli diciotto anni, mentre il fratello ne ha soltanto dieci.

Il fratello però, durante il terzo anno di regno, incoraggiato anche dai suoi consiglieri esilia la giovane sorella che trova rifugio in Siria. Qui Cleopatra si preparò all’imminente guerra civile contro la fazione che voleva estrometterla dal trono in favore del co-faraone Tolomeo XIII.

La regina dei re

Cleopatra, nonostante la giovane età, non è affatto una donna arrendevole ma anzi intelligente, colta, e poliglotta (pare che sia in grado di parlare sette o addirittura dodici lingue ed è la prima regina macedone ad imparare l’egiziano per meglio governare il suo popolo) e, soprattutto, è perfettamente conscia del proprio fascino. Ha assunto il titolo di regina dei re, è stata associata nel culto a Iside, ed è stata in grado di restaurare, nel pieno del suo fasto, l’antico modello di sovranità egizia, che vedeva nei regnanti le perfette incarnazioni delle divinità.

Dall’arrivo in Egitto del generale romano Pompeo, in cerca di rifugio dopo la sconfitta ad opera di Giulio Cesare, che pose fine alla prima guerra civile romana, la storia inizia a cambiare. Il generale romano sperava di trovare rifugio alla corte di Tolomeo XIII, ma quest’ultimo, temendo possibili reazioni da parte di Cesare, decise di farlo assassinare, per poi offrirne la testa all’antico nemico.

Questo atto, tuttavia, non incontrò il favore di Cesare, che, anzi, appresa la situazione di guerra civile esistente tra Tolomeo XIII e Cleopatra, decise di intervenire per risolvere il conflitto, in forza anche del testamento di Tolomeo XII che nominava il popolo romano come garante della stabilità politica dell’Egitto. Durante questo periodo di stasi, il console romano, ormai prossimo a divenire dittatore, rimase ad Alessandria d’Egitto con le sue legioni, incontrando il discontento del popolo, che si sollevò numerose volte in rivolte contro quello che veniva visto come un usurpatore illecito.

L’accordo con Roma

Cleopatra and Caesar by Jean-Léon Gérôme (1866)

Nel frattempo Cleopatra, che era conosciuta per essere una donna oltre che diplomatica estremamente intelligente, decide di porre fine al suo esilio sancendo un accordo con Roma.

Impossibilitata ad accedere ad Alessandria per incontrare segretamente Cesare a causa della presenza delle truppe d’occupazione, riuscì comunque a raggiungerlo grazie a uno stratagemma. Si fece arrotolare in un tappeto poi trasportato alla presenza di Cesare da un servo che si fece passare per mercante. Una volta in presenza del romano nella sua camera privata, il tappeto fu srotolato per mostrare Cleopatra nuda o, secondo altre versioni più plausibili, coperta solo da un velo.

Il coraggio e la bellezza della regina affascinarono Cesare, tanto che da quel momento divennero amanti. Grazie a quella mossa, Cleopatra tornò a essere co-reggente dell’Egitto insieme al fratello. Ovviamente Tolomeo XIII non ne fu affatto felice.

Dopo una guerra civile e la decisione di fare assassinare il giovane faraone, Giulio Cesare impose una nuova co-reggenza tra Cleopatra e il secondo fratello di lei, Tolomeo XIV. Cleopatra riuscì a garantirsi l’appoggio del potente console romano per mantenere e restaurare il proprio potere.

Dalla relazione tra Cesare e la Regina sarebbe nato un figlio, Tolomeo Cesare, detto Cesarione (dal greco Kaisarion “piccolo Cesare”). Peraltro, con la nascita di un figlio, Cesare assicurò a sè stesso anche un legame personale con il trono egiziano, mentre Cleopatra si forniva di garanzie di indipendenza e potere. La relazione tra Cesare e Cleopatra durò negli anni successivi, fino a quando nel 46 a.C. si recò a Roma con il figlio appena nato, rimanendovi fino alla morte del dittatore nel 44 a.C.

Le fortune politiche di Cleopatra, da quel momento, dipesero dalla successiva relazione instaurata, a partire dal 42 a.C., con Marco Antonio, uomo di fiducia di Cesare e attuale triumviro di Roma. Tra i due nacque una relazione che condusse il generale ad Alessandria per tutto l’anno successivo, culminata nella nascita di due gemelli, Cleopatra Selene e Alessandro Helios. I due, inoltre, si sarebbero formalmente sposati nel 37 a.C., anche se Antonio era già legato, secondo il rito matrimoniale romano, con Ottavia, sorella di Ottaviano, l’altro triumviro. Il ripudio della moglie legittima da parte di Marco Antonio scosse profondamente l’opinione pubblica romana e rappresentò l’arma perfetta per Ottaviano, il quale seppe abilmente manipolare gli ambienti politici romani contro la coppia romano-egiziana. In realtà, Ottaviano, preoccupato del crescente potere di Cleopatra, che minacciava di voler instaurare un impero orientale potenzialmente pericoloso per l’egemonia romana nel Mediterraneo, colse rapidamente la palla al balzo per far passare Marco Antonio come traditore della patria.

Dopo la dichiarazione di guerra all’Egitto, Cleopatra fece costruire una enorme flotta di 300 navi, che si scontrarono, nel 31 a.C. contro la flotta romana durante la celebre battaglia di Azio.
Questo scontro si rivelò un disastro per la flotta egiziana, perciò la regina riparò rapidamente ad Alessandria insieme ad Antonio. Pochi mesi dopo, Ottaviano invase il regno d’Egitto con le sue legioni, occupando rapidamente Alessandria e inducendo Antonio a suicidarsi per non cadere nelle mani del suo nemico.

Morte ed eredità

Cleopatra Testing Poisons on Condemned Prisoners by Alexandre Cabanel (1887)

Quando ormai tutto era perduto, Cleopatra, secondo quanto racconta Plutarco, si rinchiuse nel mausoleo tolemaico e si suicidò con il morso di un’aspide. Questa versione, tuttavia, è contestata da alcuni studiosi moderni, i quali ipotizzano che la Regina sarebbe stata ben consapevole del fatto che il veleno di questo serpente l’avrebbe condotta ad una lunga agonia, proponendo in alternativa l’utilizzo di una miscela di veleni precedentemente preparata.

Dopo la morte dell’ultima Regina, l’Egitto venne formalmente conquistato da Ottaviano e convertito in una provincia romana. Lo stesso Ottaviano, che presto sarebbe diventato l’imperatore Augusto, fece giustiziare Cesarione (temendone le pretese ereditarie, in quanto figlio di Cesare) e festeggiò il proprio trionfo a Roma seguito da un carro che montava un dipinto della bellissima Cleopatra, tra le più acerrime nemiche della res publica romana.

Seduttrice o statista?

Liz Taylor as Cleopatra, 1963

Una donna colta, intelligente, bella ed elegante assume inevitabilmente agli occhi del mondo una connotazione peccaminosa. Demonizzata da poeti e scrittori, chiamata anche “il serpente del Nilo”, su di lei le epoche successive costruiscono il modello della femme fatale. È un archeotipo che investe sempre le donne che indossano la veste del potere: imperatrici, regine o cortigiane, se una donna è potente è perché le è stato concesso da un uomo.

Cleopatra era però un personaggio di notevole statura politica e un’abile statista, considerate le condizioni disastrose dello Stato che aveva ereditato, un tempo glorioso ma ormai prossimo al disfacimento.

Non possiamo dire se le sue relazioni sono state il frutto dell’amore o della politica. In Giulio Cesare individua l’uomo che può aiutarla ad uscire dal suo esilio, in Antonio non conquista un partner, ma individua l’erede di Cesare e della sua prospettiva planetaria, nel quale era inclusa.

Cleopatra non è solo una femme fatale ma una cultura intera e un’astuto modo di fare politica. Determinata, carismatica e potente, ha rappresentato e rappresenta tutt’ora una leggenda che si fa reale e sollecita la fantasia e la curiosità di ognuno. La sua vita, così come la sua morte, ci parlano di una donna singolare, in grado di tenere in pugno i più grandi uomini del suo tempo ma soprattutto la storia.

Graziana Minardo

violedimarzo

violedimarzo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi Post

L’hai mai visto bene un porno?

Sessualità

A Sign of Affection: nel mondo senza suoni di Yuki

Attualità, Cinema, Femminismo, Letteratura, Recensioni

Evelyn Nesbit

Storia, Violenza di genere

Antonia Pozzi e l’infinito desiderio di leggerezza

Letteratura

Cookie & Privacy

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come specificato nella Privacy Policy
Puoi acconsentire all’utilizzo di tali tecnologie utilizzando il pulsante “Accetta”. Chiudendo questa informativa, continui senza accettare.

Quando l’arte diventa consapevolezza: Francesca Menghini, Unbounded