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Matilda di Roald Dahl

Dedicato a quelle bambine e a quei bambini che possono tornare a scuola

Sono assolutamente certa che anche voi, come me, avete letto questo libro quando eravate alle scuole elementari o alle medie. Nella versione italiana (Gl’Istrici- Salani editore) il nome della protagonista è tradotto Matilde dall’originale Matilda. Siccome scrivo in italiano userò, a mia volta, la versione tradotta. La prima cosa che mi aveva colpito, come per altri libri di Roald Dahl, era stata l’illustrazione di Quentin Blake in copertina. Una bambina seduta su una cassa con un librone sopra le ginocchia, lo sguardo pensoso con il mento appoggiato sulla mano e tantissimi volumi che la circondano in una stanza vuota. Solo libri e libroni intorno a lei. Per me si trattava di una sorta di riconoscimento magico, uno specchio della mia persona. Questa bambina legge e anche parecchio, pensai. “Mamma, prendo questo!” “Bene, andiamo a pagare che è tardi”. Arrivata a casa lessi la storia di Matilde a perdifiato, ridendo e immedesimandomi in continuazione con l’amore per la lettura di questa bambina geniale. La sua triste storia di incomprensione familiare non mi apparteneva, per fortuna. Questo libro diventò subito il mio preferito rappresentando spesso un rifugio sicuro dove ritrovare le pagine più belle. Quando sono diventata ‘grande’ ho lasciato la mia casa per andare in altre città o addirittura in altri paesi e il numero di libri che mi sono portata dietro è stato sempre limitato e costretto da scelte obbligate, “la Divina Commedia mi serve per l’esame, Neruda lo lascio qui, Baudelaire lo prendo che non si sa mai, Pirandello me lo spedisci più in là” insomma, Matilde e gli altri libri di infanzia sono sempre rimasti al sicuro nella mia cameretta. Eppure i libri hanno questo potere: si muovono e ritornano da noi in varie maniere. Circa tre mesi fa avevo chiesto un pacco di libri a mia mamma, “spediscimeli con calma” “ma quali vuoi?” “scegli tu, mi fido”. Dopo circa due settimane è arrivato il pacco e tra i vari libri ho trovato Matilde. La copertina con una piega marcata (un piccolo incidente), la costola consumata e il mio nome scritto a penna sotto la dedica stampata ‘per Michael e Lucy’. Evidentemente, all’epoca, volevo che la storia fosse dedicata anche a me e in realtà anche oggi è così.

La storia di una lettrice senza paura

«I libri le aprivano mondi nuovi e le facevano conoscere persone straordinarie che vivevano una vita piena di avventure. Viaggiava su antichi velieri con Joseph Conrad. Andava in Africa con Ernest Hemingway e in India con Kipling. Girava il mondo restando seduta nella sua stanza, in un villaggio inglese.»

Il personaggio di Matilde continua a ispirarmi e farmi riflettere. La sua storia è raccontata a partire dai suoi primi mesi di vita fino al suo arrivo alle scuole elementari verso i cinque anni. La caratteristica principale di questa bambina è un’intelligenza innata, “una mente brillante e vivace” e l’amore verso la lettura. Matilde è ‘geniale e sensibile’, fuori dal comune: ha un vocabolario ricchissimo, un talento per la matematica e una straordinaria saggezza che sfugge – ahimè- ai suoi terribili genitori. Matilde vive in una solitudine che non lascia, però, spazio all’autocommiserazione. La bambina cerca la compagnia dei libri e trae da essi quella magia e quella forza che la renderanno anche dotata di poteri sovraumani inimmaginabili. Tuttavia, la sua quotidianità è minata in continuazione dall’astio che il fratello maggiore e i genitori provano nei suoi confronti. Matilde non viene soltanto trascurata e presa in giro, viene spesso accusata di essere arrogante e bugiarda ricevendo punizioni e crudeltà gratuite. In questo quadro piuttosto preoccupante, Matilde non si scoraggia mai. Mai. Non si lascia abbattere e, soprattutto, non permette alla paura di prendere il controllo. Il suo entusiasmo verso le cose, il desiderio di imparare e conoscere il mondo non vengono mai scalfiti dalle angherie più atroci nemmeno quando avrà a che fare con la temibile Signorina Trinciabue, preside della sua scuola.

Questo aspetto di Matilde mi ha sempre offerto una finestra sul significato di tenacia, di volontà interiore. Il suo amore per la lettura è un amore per le persone, per le storie delle vite degli altri. La sua maestra, la Signorina Dolcemiele, sarà la prima persona a intuire il genio della bambina e la sua difficile esistenza dentro una famiglia così miserabile. Matilde è anche un esempio di come l’intelligenza di una persona possa unire il mondo letterario con quello matematico. Ho sempre invidiato, infatti, la sua dote naturale nel fare calcoli a mente, come dice lei stessa: “mi sono sempre detta che se una calcolatrice tascabile può farlo, perché non dovrei riuscirci anch’io?”. Naturalmente sono pochi quelli che riescono a fare le moltiplicazioni così su due piedi a cinque anni e io, figurarsi, non ci sono mai riuscita.

Una bambina saggia è il segno di una capacità di osservazione e di ascolto che mi ha sempre affascinato moltissimo e ancor di più incarna l’intelligenza unita alla gentilezza. Mi ricordo che tra le mie fiabe russe preferite ce n’è una intitolata ‘la bambina saggia’ che racconta di come una bambina riesce a risolvere quattro indovinelli proposti dallo zar per sistemare una certa situazione tra due litiganti.

Nel caso di Matilde direi che l’umiltà va a braccetto con queste capacità fuori dall’ordinario per restituirci un esempio di persona da seguire, un essere umano ideale che si fa strada nel mondo grazie al suo volere, senza soffermarsi su quello che possono pensare gli altri. Matilda ci insegna a mettere in atto i propri desideri nonostante gli ostacoli più grandi, la sua resistenza è armata della conoscenza sia scientifica che umanistica.

Ti consiglio questo libro perchè

«I padri e le madri sono tipi strani: anche se il figlio è il più orribile moccioso che si possa immaginare, sono convinti che si tratti di un bambino stupendo. Niente di male: il mondo è fatto così. Ma quando dei genitori cominciano a spiegarci che il loro orrendo pargolo è un autentico genio, viene proprio da urlare: — Presto, una bacinella! Ho una nausea tremenda!»

Racconta la crescita di una persona che nasce in un contesto familiare ostile e trova una via di fuga dentro l’apprendimento. Dimostra come la consapevolezza ci rende liberi e in grado di superare le difficoltà e la solitudine. Anche se Matilde lo hai già letto, o forse hai visto il film, ti suggerisco di rileggere un po’ di passaggi di questo libro che è diventato ormai un classico per l’infanzia. Oltre a tutto questo, Matilde è un racconto spassoso, ricco di azione e di magia! Tra queste pagine si incontrano altri temi come il valore dell’amicizia, il sopruso da parte degli adulti contro i ragazzini e si parla anche di famiglia sia dal punto di vista tradizionale (quella imposta cioè non scelta) e moderno (trovata nel percorso e quindi scelta). Chi ha detto che le persone più vicine a noi siano quelle con cui viviamo in casa? Matilde incontra la sua famiglia, i compagni, gli amici e la maestra, a scuola e da quel momento in poi troverà l’affetto che mai aveva avuto nella sua vita.
Questa è una storia di coraggio. Un libro da regalare e tenere sempre a mente.

«Qualsiasi bambino, al posto di Matilde, sarebbe scoppiato in lacrime. Ma lei no. Rimase seduta, pallida e immobile, riflettendo. Capiva che piangere o fare il broncio non sarebbe servito a nulla. L’unica cosa ragionevole, quando si viene attaccati, è di attaccare a propria volta, disse una volta Napoleone.»

Di Claudia Domenici

violedimarzo

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