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LE NUOVE STREGHE

Ricordo con chiarezza disarmante il momento in cui, colta da un’epifania improvvisa, decisi che sarei diventata strega. Ero una bambina introversa che guardava al mondo con occhi intrisi di coraggio e la beltà di cui si riveste il cambiamento. Nonna, cullata dal vento e sotto al sole ardente del Sud, mi aveva raccontato la storia di una nostra antenata. Mentre sradicava le piante dal fazzoletto di terra, mi narrò di Filomena, presunta fattucchiera. Si diceva che fosse abile nel curare i fiori, rendere mansueti gli animali, lenire gli animi, incantare gli uomini e aiutare le femmine che dovevano partorire o rinunciare a un bambino non desiderato.

Ben presto, però, venne allontanata dal villaggio: si credeva dimorasse in lei del malvagio, che fosse un essere da temere. Rimasi così angosciata dal pensiero di Filomena, in balia di un popolo denso di acredine, da giurare che avrei lottato per le donne. Sarei diventata, in sostanza, una femminista: colei che serba in sé il fuoco del rogo, delle donne svilite dalla società patriarcale.

La storia non deve stupirci: le donne sono state vittime, per secoli, di un sistema opprimente. Il dominio maschile ha avvinto loro in una morsa di dolore, non rendendo possibile l’accesso allo studio e alla libertà di parola. Molte idee non hanno mai trovato un terreno fertile in cui attecchire, molte voci sono state spezzate da una repressione subdola, i desideri scacciati come un insetto fastidioso. La caccia alle streghe, presente a partire dall’età rinascimentale, rappresenta l’emblema del patriarcato: uomini spaventati, maschilisti e crudeli, hanno portato avanti un atto di pura misoginia. Si tratta, infatti, di una vera e propria guerra nei confronti delle donne, vittime sacrificali e senza spessi scudi a proteggerle. Le accuse nei loro confronti erano spesso ridicole e prive di fondamento. Una parola di troppo, un gesto iroso, una gelosia da parte di un nemico, un amante che vuole sbarazzarsi dell’innamorata tediosa: tutto poteva renderle streghe, temibili esseri da reprimere e condannare.

Il fenomeno, nato per il timore del crescente ruolo femminile nello spazio sociale, ha avuto ripercussioni molto profonde anche in periodi storici vicini al nostro, oltre che in quello odierno. Ha creato solchi intrisi di maschilismo, tossico veleno che si espande nei meandri della società, togliendo la possibilità di esprimere il proprio io interiore.

Negli anni successivi alla guerra, le donne sono state relegate in uno spazio angusto. Non avevano scelta alcuna: potevano essere solo mogli e madri, spesso senza avere una “stanza tutta per sé”, quella che Virginia Woolf definisce risorsa economica. Sono state represse sessualmente, economicamente e, persino, nell’esposizione dei sentimenti e volontà.

Se a oggi, la situazione è mutata in positivo, non dobbiamo obliare che i passi fatti sino a ora sono solo l’inizio di un cambiamento. Dobbiamo ancora lottare, scendere in piazza, aiutare le sorelle che necessitano del nostro ausilio. Unite, creiamo il miglior incantesimo possibile.

“Donne è bello, streghe è meglio”.

Lorenza De Marco
Instagram: leultimeletteredi

violedimarzo

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