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Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: parliamone.

Inizio io

25 Novembre: Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Per intero si chiama così, per gli amici social #giornatainternazionalecontrolaviolenzasulledonne. Istituita nel 1999 dall’ONU per segnalare una vera e propria violazione dei diritti umani nasce con lo scopo di invitare i governi a organizzare attività che sensibilizzino l’opinione pubblica su
questo tema.

Oggi è ancora più importante parlarne perchè i lockdown attuati in tutto il mondo non fanno
altro che esasperare la condizione tragica di tantissime donne.

Ora, non è una malattia virale e la Pfizer non può tirare fuori dal cilindro un vaccino con efficacia al 95% per curarla.
E il paradosso è che sono proprio gli uomini a dover fermare questa cosa.
È una mentalità, una cultura che va cambiata e va cambiata ora.
Forse all’asilo non dovrebbero insegnare che quel bambino ti ha spinta? allora gli piaci! ti ha
strappato i capelli? è innamorato di te!
No. Non si spinge, non si tirano i capelli, non è amore. È violenza.

Sappiamo tutti che tantissime donne subiscono violenze, ma sono verità scomode che tacciamo. Basta con questo atteggiamento: sono episodi che vanno condivisi, raccontati e
denunciati perché non devono ripetersi.

Ecco quindi inizio io.

E’ un episodio che pochissime persone sanno di me e che non racconto mai.

Dicembre 2013, litigata banale dopo una festa: il mio ex dell’epoca mi ha letteralmente lanciata fuori dalla macchina mentre mi stava riaccompagnando a casa, peggio di un taxista molesto.
Fisicamente non mi sono fatta male, e sono stata pure fortunata perché è successo sotto casa di una mia amica, che in piena notte mi ha recuperato in lacrime traumatizzata (e si, le sarò
grata per sempre: se non fosse per lei starei ancora vagando per le vie di Milano con gli stessi vestiti addosso e il mascara che cola).
Avevo 24 anni, la nostra relazione era un tira e molla continuo ma da brava romantica quale sono pensavo fosse l’uomo della mia vita (concedetemi un po’ di ingenuità giovanile) quindi
andava bene praticamente tutto.
Via subito i luoghi comuni: non era uno che avevo raccattato dalla strada ma era il tipico personaggio di buona famiglia con CV impressionante e carriera brillante, come se valesse
qualcosa. E anche io non sono “la tipica donna che subisce tutto per un uomo”, anzi, ma ciò nonostante sono caduta lo stesso nella trappola dell’uomo che tutti i vicini di casa
considererebbero una bravissima persona (concedetemi un’altra dose di ingenuità giovanile).

È qualcosa che non ho mai dimenticato e che non gli ho mai perdonato.
E sinceramente non so neanche se vorrò mai dimenticare o perdonare e, se lo farò, lo farò per la mia pace interiore, di certo non la sua.
Si, ci siamo addirittura riavvicinati tempo dopo. No, non mi serviva solo un pezzo di carne, pensavo di provare ancora qualcosa per lui.
Ho sbagliato? Si, certo, con il senno di poi è facile dirlo. Forse ci vogliono anni per metabolizzare e capire certe cose.

Il punto è, che a prescindere da tutto, è qualcosa che ti lascia il segno. Ti spiazza. Ti fa male. Ti senti tradita da una persona che pensi di amare…e io sinceramente avrei preferito un bel paio di corna dopo che si era fatto una sana scopata con un’altra, scusate il francesismo.
E’ stato un solo episodio ma mi è bastato.
Episodi grandi, piccoli, nessuno di questi va giustificato o ignorato. Li subiamo tutte. Ed è sempre una forma di violenza, e non si può accettare.

Non oso immaginare come si possano sentire le donne che subiscono violenza ogni giorno, auguro loro solo di aver la forza di scappare dalla situazione in cui sono imprigionate,
letteralmente.
Forse è lo stigma della Zitella che ci fa perdonare, tacere, fingere che non sia mai successo niente solo per non stare da sole.
Quando in realtà siamo nel 2020 e abbiamo miliardi di modi per emanciparci. E chissenefrega
se stiamo da sole.
Non è colpa nostra, noi siamo le vittime, ma vi prego non accettiamo questo modello di relazione retrogrado e sbagliato.

So che succede a tante di noi, so che ce lo teniamo dentro per secoli, ma vi assicuro che è importante parlarne.
Magari la mascherina ci copre la faccia, ma non ci deve tappare la bocca.
E se volete io sono qui per voi.

Eleonora Scialo

violedimarzo

violedimarzo

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