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NI.ART.GALLERY: la storia di come una diagnosi ti colori la vita

Nicoletta è. E mi fermo subito, perché si, potrei usare decine di aggettivi per raccontare quanto sia luminosa e brillante. Potrei banalmente riassumere tutto in “è un’anima bella che sta costruendo un progetto di valore”. Oppure potrei dire che durante il secondo lockdown i caffè nelle tazze di carta che bevevamo insieme, in piedi, in Galleria, mentre portavamo fuori i nostri cani sono stati la mia salvezza, ma nulla renderebbe l’idea. Quindi per farvi capire chi è davvero Nicoletta vi racconto la sua storia.

Nasce e cresce nelle Marche ma come tante ragazze della sua generazione già da bambina sogna il mondo scintillante della moda milanese e dal momento che i sogni si realizzano solo se lavori con determinazione, si trasferisce a Milano per frequentare l’Istituto Marangoni. Con lo sguardo fisso sull’obiettivo, Nicoletta si laurea ed è pronta per iniziare la sua carriera di stilista di calzature. Disegna, crea collezioni, fa la spola tra Milano e Parigi perché sono le città della moda, e come tutte le ragazze piene di sogni e ambizioni accumula esperienze professionali degne del Diavolo veste Prada. Insomma sulla carta è una persona brillante che si meriterebbe la vita che desidera. Ma la vita non ti guarda in faccia e se ne frega di quello che ti meriti, figuriamoci di quello che vuoi.

E qui il momento cruciale.

Nel 2019, alla soglia dei 30, quando siamo tutti impegnati a fare un primo bilancio della nostra vita personale e professionale, Nicoletta riceve una diagnosi che le stravolge completamente la vita, altro che bilancio mi verrebbe da dire. La diagnosi è tanto concisa quanto tagliente: tumore al seno metastatico.

Il tumore della mammella metastatico, o carcinoma mammario in stadio IV, è una neoplasia che a partire dalla mammella si diffonde in altre parti del corpo (di solito ossa, i polmoni, il fegato e il cervello sono le sedi più colpite) perché le cellule tumorali acquisiscono mutazioni tali per cui possiedono un’elevata capacità di replicazione rispetto alle cellule normali, e riescono ad entrare nella circolazione ematica raggiungendo gli organi per i quali hanno un particolare tropismo (la tendenza a localizzarsi o accumularsi prevalentemente in determinati organi o apparati), creando le metastasi. Si tratta di una malattia che, grazie all’ausilio delle terapie, diventa cronica e con la quale si può convivere ma solitamente non guarire.

In Italia sono 37mila le donne che convivono con questa neoplasia (dato del 2019): le terapie esistono, sono sempre più all’avanguardia e selettive per il tumore (quindi con meno tossicità sulle cellule sane), ma l’impatto psicologico di questa malattia è fortissimo. Voi come vivreste se foste consapevoli di dover convivere con un cancro, per sempre?
Io non lo so, ma so come ha reagito Nicoletta. Quello che la rende una vera forza della natura è che da questa diagnosi non si lascia abbattere, anzi. Questo è proprio l’aspetto che mi piace di più della sua storia, perché io probabilmente avrei passato giorni a piangere e scrivere tutte le mie sofferenze su un diario (e non avete idea di quante pagine di disperazione e agonia si trovano nei miei vecchi diari a fronte di cose decisamente meno gravi di questa!)

Dicevamo: Nicoletta riceve la diagnosi e si trova intrappolata in una valanga di referti e decisioni da prendere, subito, di corsa, perché è giovane, le sue cellule lavorano alla velocità della luce, cellule tumorali incluse. Sceglie di farsi curare allo IEO (https://www.ieo.it/), l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. La sua vita è stravolta: dagli uffici stile passa agli ospedali, e il suo mondo fatto di bozzetti, campioni di pelle e prototipi si trasforma in tac, analisi e chemio da ripetere all’infinito.

Dal momento che nella vita non sempre va tutto come previsto, a febbraio arriva una seconda diagnosi che nessuno di noi vorrebbe ricevere: positività al Covid-19 (qui non c’è bisogno che aggiunga altro, ormai siamo tutti esperti, no?)

Insomma, in questa situazione, invece che lasciarsi abbattere dalla negatività, Nicoletta reagisce con uno spirito leggero (si, la leggerezza di Calvino, quella che non è superficialità) e inventa un progetto tutto suo. Usa i colori per sfogarsi, inizia a dipingere per tenere la mente occupata e avvia Ni.Art.Gallery.

È una persona con una forte vena creativa, l’arte diventa il suo rifugio: crea dei quadri pieni di colore e gioia, dove al centro pone sempre l’immagine di una Madonna stilizzata. Capisce così che quella che è la sua valvola di sfogo può diventare qualcosa di più: il pretesto per sensibilizzare i giovani al tema della prevenzione. Inizia allora a vendere i suoi quadri e a donare parte del ricavato alla fondazione Ieo, la fondazione che sostiene l’Istituto europeo oncologico, dove è in cura tutt’ora. Il progetto ha successo e decide di ampliare la collezione con t-shirt e felpe ricamate, sempre con lo stesso scopo.

Alla fine non vi ho detto chi è Nicoletta, ma sono sicura che leggendo la sua storia vi sarete fatti un’idea.

Io personalmente di Nicoletta vorrei avere quella grinta e quella positività incredibile. Nessuno ha la possibilità di scegliere quello che accade nella propria vita. Le calamità fanno parte della vita. Gli aspetti negativi ci sono, e onestamente ho sempre pensato che nei momenti più estremi ognuno reagisca in modo irrazionale e imprevedibile. Alcuni di noi tirano fuori il peggio, altri il meglio. Non spetta di certo a me giudicare, ma so che vorrei avere la grazia e forza di affrontare le difficoltà come ha fatto lei.

E dalla sua storia un insegnamento che ci dovremmo portare a casa tutti. Non importa l’età, quale siano le condizioni di salute, e se ci troviamo o meno nell’ennesimo mese di pandemia. La malattia non è uno scherzo e la prevenzione è fondamentale. E sicuramente sono influenzata dal fatto che lavoro nella sanità. Ma lasciatemi dire che è meglio una visita in più di una in meno.

Tutti i prodotti che fanno parte del progetto li potete trovare sul sito di Ni.Art.Gallery – https://niartgallery.com/
Per seguire tutte le novità del progetto sui social: ig @niartgallery

Eleonora Scialo

violedimarzo

violedimarzo

2 risposte

  1. una storia certamente non piacevole ma leggo la tenacia e la determinazione che NIcoletta sta mettendo in campo….secondo me, le armi migliori.
    Vorrei lasciare un “in bocca al lupo” a Nicoletta che sicuramente ne verrà fuori.
    un operatore sanitario

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