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LISA HALLIDAY, “ASIMMETRIA”

“È nella natura umana cercare di imporre un ordine e una forma alle cose più 
provocatoriamente caotiche e amorfe della vita. Alcuni di noi per farlo inventano
leggi, o disegnano linee sulla strada, o mettono dighe ai fiumi o isolano isotopi o
migliorano la qualità dei reggiseni. Altri fanno la guerra. Altri ancora scrivono libri.
[…] Non ci resta che trascorrere le nostre ore di veglia nel tentativo di riordinare e cercare di dare un senso a questo perenne pandemonio. Creare schemi e proporzioni lì dove in realtà non esistono.”

Qual è il punto? Viene da chiedersi leggendo Asimmetria.
Che cosa accomuna Alice, giovane venticinquenne assistente di redazione, ed Ezra Blazer,
premio Pulitzer indebolito da acciacchi e dolori dei suoi settant’anni?
E cosa c’entra Amar, economista di origini irachene, da sempre vissuto negli Stati Uniti, ora in viaggio verso l’Iraq?
Asimmetria è un romanzo tripartito in cui due racconti, apparentemente del tutto separati, si susseguono con un cambio di voci, prospettive, personaggi e luoghi che tutto ci fa pensare tranne che siano in qualche modo correlati tra loro.
È la terza ed ultima parte, infatti, a fare da collante tra le due, a unire i puntini e a portarci di fronte al vero messaggio di questo libro.
A guardarlo da fuori, di sfuggita, Asimmetria racconta la storia d’amore tra Alice ed Ezra Blazer e quella di Amar, in cerca del fratello scomparso. Tutto qui.
Ma a guardarli più da vicino, Amar e Alice sono due strade parallele che non si incrociano mai, due storie tenute unite non solo dal fatto che la protagonista dell’una è anche l’autrice
dell’altra, ma da un disequilibrio che se nelle prime pagine risulta invisibile, nelle ultime viene evidenziato e portato alla luce dallo stesso Blazer.
“[…] la nostra coscienza segue un struttura stratificata, più che lineare, e le vite non sono
ordinate e concluse, nonostante i nostri tentativi di trovare un ordine.” dice Lisa Halliday in un’intervista.
Se il rapporto fuori dall’ordinario, a tratti tenero e a tratti profondamente paternalistico, tra Ezra e Alice crea fastidio, incomprensioni in chi legge, se il viaggio di Amar si ferma in
aeroporto, insieme al suo apparente stato di privilegio, se il modo in cui Ezra Blazer risponde alle domande della giornalista, nel capitolo finale, sembra entrare in contrasto con la figura di un premio Nobel che abbiamo nella nostra mente, allora è lì che il romanzo avrà fatto centro:
nello smuoverci dalla convinzione di poter tenere insieme il mondo attraverso equilibri e simmetrie e nel portarci di fronte alle vere incompatibilità e incoerenze della vita.

Sull’autrice

Lisa Halliday è nata e cresciuta nel Massachussetts, ma da alcuni anni vive stabilmente a Milano.
Dopo gli studi, ha lavorato per diverso tempo come assistente redattrice in una casa editrice, per poi lasciare il lavoro e dedicarsi alla scrittura.

Asimmetria è il suo romanzo più discusso e apprezzato, ma (fun fact) anche l’oggetto che ha fatto scaturire diverse discussioni a proposito della sua relazione con lo scrittore, ormai scomparso, Philip Roth.
“[…]qualche volta mi chiedo se un romanzo scritto da un uomo su una relazione d’amore come quella raccontata in Asimmetria richiamerebbe tanta attenzione sulla vita privata di quell’autore.” Dice Lisa, “Il livello di rigore, chiarezza e generosità con cui uno scrittore
arrangia le parole è molto più importante di ogni pettegolezzo e – a prescindere dal genere dello scrittore – è ciò che va valutato.”

*fonte intervista: Il Libraio: https://www.illibraio.it/news/dautore/lisa-halliday-asimmetria-
880328/

Irene Serra

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