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Toni Morrison – Raccontare la speranza

Toni Morrison è stata premio Nobel per la letteratura nel 1993, una scrittrice afroamericana che nel corso della sua carriera non ha mai smesso di dare voce, una voce con un forte timbro critico, alle minoranze; specialmente è stata molto legata alla questione razziale negli Stati Uniti.

La vita

Toni Morrison nasce in Ohio nel 1931, immigrata assieme alla famiglia a causa dei problemi razziali e persecuzioni molto frequenti nel sud degli USA. Fin da piccola dimostra una grande passione per lo studio e per la letteratura che la porteranno a studiare alla Howard University di Washington per specializzarsi poi alla Cornell.

The Bluest Eyes è il sul primo romanzo, pubblicato nel 1970.

La sua scrittura non si riduce sicuramente ad una narrativa spicciola, ha piuttosto un profondo legame politico, e la critica verso la società è sempre sottolineata in modo molto chiaro.

“Arrivare in un posto dove uno poteva amare tutto quello che voleva – senza dover chiedere il permesso di desiderarla – be’, ecco, quella sì che era libertà.”

Beloved, Jazz e Paradise.

La trilogia forse più nota della scrittrice è proprio questa, che affronta un processo di descrizione della storia afroamericana in racconti con stili seppur diversi, che puntano a raccontare solo ed esclusivamente la cruda verità, andando step by step.

Beloved uscito nel 1987 è una forte denuncia allo schiavismo, con un carattere fortemente storico.

Jazz, uscito nel 1992 affronta invece il tema della migrazione da sud verso nord durante gli anni venti, mentre Paradise uscito nel 1999 introduce il Black Power e i movimenti prettamente politici.

“Ma al suo cervello il futuro non interessava. Gravato del passato, affamato d'altro ancora, già non gli lasciava spazio per immaginare, tanto meno per fare progetti per il domani.”

Toni Morrison non è stata solo scrittrice di prosa bensì ha lavorato anche come critica, scrittrice teatrale e saggista, gli argomenti trattati sono: l’attualità, il femminismo e la parità dei diritti.

Il contributo della scrittrice è stato fondamentale nello specchio sociologico dell’età moderna, della letteratura contemporanea e ci da ancora modo di poter capire la delicata situazione delle minoranze in un quadro molto chiaro ed esplicativo, narrato da una voce che ha passato sulla propria pelle ciò che è l’ingiustizia del mondo odierno.

“Se io scrivo di afro-americani, i critici mi definiscono black writer, se John Cheever scrive di bianchi del New England, la discussione s'impronta sulla complessità del racconto. Spero che un giorno la letteratura non sarà più divisa tra nera e bianca. Perché sono abbastanza stufa di essere considerata una sociologa invece di una letterata.”

Claudia Fontana

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