Cerca
Close this search box.

VALÉRIE PERRIN, “CAMBIARE L’ACQUA AI FIORI”

“[…] sentivo quel che seminavo. Mi inseminavo. Eppure la terra desertica di cui ero fatta era molto più povera di quella dell’orto del cimitero, era una pietraia. Ma un filo d’erba può crescere ovunque. Sì, una radice può attecchire anche nel catrame, basta una microfessura per far penetrare la vita all’interno dell’impossibile. Un po’ di pioggia, un po’ di sole, e spuntano germogli venuti da chissà dove, forse portati dal vento.”

Violette Toussaint (in italiano “Ognissanti”) si aggira tutti i giorni nei vialetti di un piccolo cimitero nella campagna della Borgogna. Silenziosa e avvolta da un’aura triste, Violette vive lì, sola. Da perfetta guardiana di cimiteri, veste sempre di scuro, parla poco e piano e ogni giorno dirige con zelo e precisione tutte le attività che le competono: apre e chiude il cancello d’entrata agli orari prestabiliti, si occupa dei fiori e di curare le tombe abbandonate, conosce a memoria i nomi di tutti i suoi vicini di casa e il luogo in cui sono sepolti. La sua casa è sempre aperta e non c’è giorno in cui qualcuno non si fermi da lei per piangere, raccontare o semplicemente bere un bicchiere di liquore. Deve essere difficile fare un lavoro come il suo, le dicono in molti quando si fermano da lei dopo essere passati a trovare qualche caro sepolto lì.
Ma Violette ha l’inverno sopra e l’estate sotto e questo nessuno lo sa.
È negli orari di chiusura, infatti, che si disfa del soprabito scuro per svolazzare in giro per la casa in un vestito leggero e dai colori accesi. È la mattina presto, prima dell’apertura, che accende la radio e la cucina si riempie di musica. Ed è nel retro che cresce il suo orto abbondante e rigoglioso, lontano dal dolore e dai ricordi del passato.
Chi è allora Violette Toussaint? E soprattutto chi è stata e chi diventerà?
Valérie Perrin, con il suo secondo romanzo, ci trasporta dentro una storia delicata e burrascosa, come la sua protagonista: estate sotto, inverno sopra.
Se le prime pagine faticano a prendere il via, “Cambiare l’acqua ai fiori” fa presto a farsi amare. Capitoli brevissimi dove passato e presente si alternano, avvenimenti che anticipano, spiegano e si susseguono in un racconto denso e ben costruito che rivela le origini da sceneggiatrice dell’autrice. Una storia intensa che si fa fatica a metter giù, personaggi che diventano reali e ai quali ci affezioniamo, un linguaggio scorrevole, morbido e tenero, senza esagerazioni, da gustare parola per parola.

Sull’autrice

Valérie Perrin è una scrittrice, fotografa e sceneggiatrice francese.
Nata nel 1976, la sua carriera inizia sul set, prima come fotografa di scena, poi con la stesura di alcune sceneggiature.
Fin dalla sua prima pubblicazione, “Les oubliés du dimanche”, la sua scrittura è stata notata e apprezzata da un pubblico vasto di lettori.
“Cambiare l’acqua ai fiori” è il suo secondo romanzo. Vincitore del Prix Maison del 2018, è stato tradotto in una trentina di paesi e ha venduto milioni di copie.

Irene Serra

violedimarzo

violedimarzo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi Post

L’hai mai visto bene un porno?

Sessualità

A Sign of Affection: nel mondo senza suoni di Yuki

Attualità, Cinema, Femminismo, Letteratura, Recensioni

Evelyn Nesbit

Storia, Violenza di genere

Antonia Pozzi e l’infinito desiderio di leggerezza

Letteratura

Cookie & Privacy

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come specificato nella Privacy Policy
Puoi acconsentire all’utilizzo di tali tecnologie utilizzando il pulsante “Accetta”. Chiudendo questa informativa, continui senza accettare.

Quando l’arte diventa consapevolezza: Francesca Menghini, Unbounded