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bell hooks – le basi del femminismo intersezionale

bell hooks è stata una figura fondamentale nella costruzione di ciò che oggi conosciamo e portiamo avanti come femminismo intersezionale, grazie ai propri testi e studi approfonditi con uno scopo ben preciso: far sì che il femminismo fosse e sia a portata di tutti.

La necessità è stata quella di coinvolgere nella lotta politica le diversità di: genere, classe, razza, disabilità, religione.

Suo scopo quello portare avanti la questione dell’inclusività in base ai diversi livelli di oppressione cui il popolo è colpito.

Piccoli cenni biografici

Nata a Hopkinsville nel 1952 con il nome di Gloria Jean Watkins, diventerà bell hooks, pseudonimo scritto in minuscolo per sottolineare ancora di più l’importanza dell’ inclusività e perché ci si concentrasse più sul suo attivismo che sul suo nome di donna, nera, cresciuta in un contesto di segregazione.

bell hooks ha insegnato in diverse università tra cui la prestigiosissima università di Yale, e ha ricevuto una laurea ad honoris causa all’Università di Ferrara nel 1999, in Lettere.

Il tema della razza e della classe

Ciò che l’autrice porta di innovativo è sicuramente il suo pensiero riguardo la razza e la classe, temi che la collettività tendenzialmente non affrontava e nonostante lei provi a farlo con dedizione sente la sua comunicazione molto limitata dal fatto di essere lei stessa una giovane donna nera, nata in Kentucky che dunque si trova in una posizione in cui la strada accademica non è certo aperta portandola però a decidere di iniziare a creare questo spazio da zero.

“Ain’t I a woman. Black women and feminism.”

Uscito nel 1981 è uno scritto fondamentale, di svolta, per chi come lei viveva (e tutt’ora vive) ai margini. È un lavoro forse da definirsi introspettivo, sicuramente educativo e propedeutico per il femminismo nero, fondamentale per la questione della razza e dell’identità.

Lavoro e sfruttamento

Sicuramente la sua famiglia, soprattutto le donne della sua famiglia, sono fonte di triste ispirazione, infatti il loro lavoro non è liberazione o segno indipendenza economica, ma ancora è intrappolato nello schiavismo sudista in un America che fatica e arranca nell’ingranare i diritti dei propri cittadini.

Ciò genera una grande produzione di scritti, interventi e lotte iniziate da hooks, per poter almeno iniziare a sradicare l’idea di donna-schiava, ma non solo: il machismo anche viene visto come una delle cause principali di questa terribile condizione della donna.

“Mi sono sforzata per tutta la vita non solo di fare un lavoro che mi piacesse, ma anche di lavorare con persone che rispettavo, che mi piacevano, a cui volevo bene. La prima volta che spressi il desiderio di lavorare in un ambiente che mi desse anche affetto, gli amici pensarono che avessi proprio perso la ragione. Per loro non esisteva nessun rapporto fra amore e lavoro. Ma io ero convinta che avrei lavorato meglio in un ambiente improntato a un’etica d’amore.”
Da “Tutto sull’amore”.

L’autrice, che così tanto ha lasciato in eredità al mondo, è scomparsa a dicembre dello scorso anno, provocando sicuramente un grande vuoto ma con una voce chiaro e concisa continua a dire: non smettete di lottare.

Bibliografia parziale, per approfondire:

  • Non sono una donna?: Donne nere e femminismo.
  • Teoria femminista: dal margine al centro.
  • Talking Back: Thinking Feminist, Thinking Black.
  • Desiderio: razza, genere e politica culturale.
  • Breaking Bread: Insurgent Black Intellectual Life.
  • (con Cornel West),” Teaching to Transgress: Education As the Practice of Freedom.
  • Killing Rage: Ending Racism.
  • All About Love: New Visions.
  • We Real Cool : Uomini neri e mascolinità.
    (Fonte: greenlane.com)

Claudia Fontana

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