
Le figlie di Salem è un fumetto scritto da Thomas Gilbert ed edito da Diablo.
Nel libro troviamo una nota della casa editrice:
È un libro Diablo perché: mette a nudo il legame tra potere e ignoranza affrontandolo senza alibi i nostri demoni. Una storia che brucia e che, ci auguriamo, lascerà un segno in chi legge.
Diabolo, #burningstories
E una dedica:
Questo libro è dedicato alle streghe di oggi e di domani. Che il fuoco non si spenga mai.
Un fumetto che parla di donne. Ma racconta anche il peso del pregiudizio. L’ignoranza dell’uomo. I gesti scellerati ed abominevoli che avvengono quando il potere è nelle mani sbagliate.
Una tragica storia vera
Nel 1692 nella contea di Essex, Massachusetts, si è tenuto il più famoso processo di stregoneria della storia.
Il Nuovo Mondo è un territorio difficile, in cui piccole comunità di coloni predicano la parola di Dio e si scontrano con i Nativi.
Le condizioni avverse, gli scontri con la popolazione locale e l’isolamento portano i coloni a chiudersi ancora di più tra le mura dei loro villaggio, in balia di una religiosità tossica ed intransigente.
I Nativi Americani sono pericolosi, i forestieri sono pericolosi. E anche una donna può essere pericolosa: se ha i capelli rossi, se è troppo libera, se lavora, se rifiuta un matrimonio, se balla nel bosco, se fa amicizia, se è curiosa, se afferma la propria individualità.
La donna diventa il capro espiatorio: è la fonte della sventura, il motivo del caos e del Male.
In questo contesto le denunce e i processi per stregoneria aumentano in tutto il territorio.
Ma quello che è successo a Salem è ricordato per la sua inaudita violenza: una serie di processi trascinati per mesi, in cui le accusate vengono imprigionate e maltrattate. Provate nel corpo e nello spirito. A loro viene negata ogni speranza: non hanno possibilità di difendersi. Nessuna parola, nessuna prova, nessun discorso può convincere gli accusatori.
200 donne accusate. 150 processate. 19 uccise.
Interviene anche un commissario esterno per provare a placare l’ondata di processi, corruzioni e prove false. Perché perfino tra i loro simili appare eccessivo questo pullulare di accuse. Ma a poco o nulla è valsa la sua presenza.
Le figlie di Salem: storia, emozioni ed intensità
Il merito dell’autore è quello di farci entrare nella storia: riesce a contestualizzare con sapienza gli avvenimenti, rendendoci partecipi.
Tra noi e le protagoniste del fumetto non c’è distanza, c’è una grande immedesimazione e intimità.
Tutto inizia con la protagonista, Abigail, che è trascinata ad una riunione delle donne del villaggio: ha raggiunto la maturità.
La spogliano, controllano il suo corpo, le tagliano i capelli. Ora deve indossare abiti sobrie portare una cuffia, camminare a capo chino, non incrociare lo sguardo maschie, essere docile, amabile, ubbidiente. Essere moglie e madre.
Abigail inizia a capire le conseguenze dell’essere donna: la mancanza di libertà, indipendenza e libero arbitrio.
Insieme alle sue amiche continua a cercare vie di fuga e momenti di evasione dall’opprimente realtà. SI rifugiano nel bosco, fanno amicizia con i Nativi, sono curiose e vivaci.
Al villaggio notano presto queste “stranezze”, e in un escalation di tensione e violenza gli eventi precipitano fino all’ingiusto epilogo.
Per tutto il tempo della narrazione, io sono stata con loro: ho sentito il peso di essere donna, la morsa del pregiudizio, la disperazione soffocante e il senso di ingiustizia.
È sempre una questione di potere
Le donne, oggi come in passato, non muoiono perché l’uomo teme l’ignoto e la diversità.
Muoiono perché c’è un qualcuno convinto di dover ristabilire ordine e gerarchia in una piramide che vede l’uomo al vertice. Deve avere il potere e il controllo sulla donna.
Le donne morte a Salem non sono state uccise da una folla inferocita ed impazzita. Non sono morte a causa di un raptus di follia. Non è stato un episodio isolato. Sono state uccise da uomini di potere che hanno agito in modo calcolato e feroce. Perché non possono tollerare qualcosa che vada oltre il loro controllo. Non possono tollerare la libertà di una donna. Una donna che decide. Che dice sì o no quando le va. Che non fa ciò che si aspetta da lei.
Sono tutte cose che capiamo ancora oggi. Molto bene. Perché la caccia alle streghe non è mai finita, cercano solo nuove streghe e nuovi modi di controllarci.
Ma noi non glielo permetteremo.
Monica Marcoleoni