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Quando cultura pop e femminismo si incontrano

Per anni la cultura pop è stata monopolio maschile, ma nei decenni abbiamo assistito all’affermarsi di vere e proprie icone femminili. Da Lara Croft a Frida Kahlo, da Eva Kant a Michelle Obama; personaggi – inventati e non – ormai entrati a pieno nell’immaginario collettivo.

Cultura pop, abbreviazione di cultura popolare, è un termine che si riferisce a prodotti, attività o modelli attualmente indirizzati e consumati dalla popolazione di massa; un concetto dinamico, che attraversa il cinema e la televisione, passando per videogiochi, musica e fumetti.

Andy Warhol definiva la pop art come il “farsi piacere le cose”: non molto diversamente, la cultura pop come movimento si nutre di modelli e paradigmi.

Essendo radicata nella società, la pop culture racchiude anche subculture che permettono una rappresentazione delle minoranze e delle categorie oppresse. Il dibattito culturale che si crea è capace di superare le radicate logiche di predominanza in nome dell’inclusività di genere ed etnia.

Il femminismo pop

Frida- Brett Sayles

Il sincronismo tra cultura popolare e femminismo al quale abbiamo assistito negli ultimi decenni viaggia su strumenti di comunicazione che riescono a stare al passo con i tempi, specchio di una società fluida, dinamica e inclusiva: pensiamo al #metoo, al femminismo di quarta ondata.

La sfida sta nel contrasto tra media tradizionali-mainstream e tematiche relativamente nuove, che devono fare i conti con i pattern tradizionali. Certo è che la quarta ondata femminista di cui sopra abbia permesso un incontro pacifico tra i due, plasmandosi sul qui e ora, ammesso che alcuni sostengano sia stata controproducente. I social, i libri e le canzoni sono campo di battaglia per le lotte civili.

Ora, il suo essere intrinsecamente attuale ha provocato un cambiamento nella raffigurazione femminile che ha permesso una fruizione di prodotti cinematografici nuovi: in questa evoluzione le donne hanno smesso semplici corollari, ma figure chiave e ancora di più, inusuali.

Pensiamo a Beatrix Kiddo, la sposa, mossa da vendetta bollente, o Erin Brockovich, personificazione della ricerca della verità e della volontà. Pensiamo anche al mondo reale, che ha visto personaggi femminili diventare leader di movimenti dal seguito esorbitante. Personaggi di spicco nella questione climatica, CEO (ancora poche): la lista è pressoché infinita. E la scena musicale? Mai come in queste decadi le donne hanno lasciato un’impronta tale da far diventare anche la musica una fabbrica di icone-pop rivoluzionarie schierate a favore dell’emancipazione di genere.

Tina Turner

Dal cinema alle serie tv, dai libri alla musica, la cultura pop ha saputo offrire una versione della donna diversa, con più sfaccettature, versatile. Icone ispiratrici, che siano frutto di fantasia o no, che permettono un annullamento del divario di genere anche nell’ambito della rappresentazione culturale.

Io dico che un giorno qualcuno si ricorderà di noi.

– Saffo

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violedimarzo

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