La cefalea, più comunemente conosciuta come mal di testa, è una delle forme di dolore più diffuse nella popolazione, soprattutto femminile. Se ci si focalizza nel periodo compreso tra pubertà e menopausa, circa il 27% delle donne ne risulta affetto. L’emicrania in particolare viene considerata quasi come una patologia di genere in quanto ne soffre il 17% della popolazione femminile contro il 5% di quella maschile.
Esistono due grandi categorie: le cefalee primarie e quelle secondarie. Ora cercheremo di fare chiarezza sulle une e sulle altre andandole ad inquadrare da un punto di vista clinico e cercando di capire dove l’osteopatia può essere d’aiuto.
Cefalee primarie
Sono causate da una sensibilizzazione centrale. Tra le cefalee primarie si riconoscono: emicrania, cefalea tensiva e cefalea a grappolo.
L’emicrania può presentarsi con o senza aura. È caratterizzata da un dolore pulsante su un lato della testa che peggiora durante le attività fisiche di routine. Associate all’emicrania possono comparire nausea, vomito, fono e foto-fobia. Questa condizione viene collegata ad un quadro neuronale di infiammazione sterile con iperattivazione del sistema trigemino-vascolare.
La cefalea tensiva è caratterizzata da un dolore costrittivo a fascia o a casco, spesso colpisce entrambi i lati della testa e, a differenza dell’emicrania, non è aggravata da attività fisiche di routine. Le cause di questa condizione sono da ricercare nella contrattura della muscolatura del collo e delle spalle. Se la contrattura cronicizza però, si arriva ad uno stato di sensibilizzazione centrale che mantiene la percezione dolorosa anche in assenza di contratture muscolari. Diventa quindi fondamentale trattare fin da subito la muscolatura contratta per non degenerare in un quadro di cronicità.
La cefalea a grappolo è una cefalea neurovascolare estremamente dolorosa. Ha carattere periodico con fasi attive alternate a fasi di remissione spontanea. La causa risiede nell’eccessiva dilatazione dei vasi cranici che generano pressione sulle terminazioni sensitive del nervo trigemino.
Cefalee secondarie
Possono avere diverse cause: trauma cranico e/o cervicale, ipertensione o ipotensione liquorale e di origine cervicogenica. La cefalea di origine cervicogenica di solito parte a livello occipitale e si irradia in regione frontale, orbitale e temporale. Viene aggravata da determinate posture e movimenti del collo.
In questo caso si ha una maggior possibilità di intervento osteopatico.
Ma quali sono le principali terapie messe in atto per alleviare la sintomatologia? Sicuramente una tra le più utilizzate è la terapia farmacologica, tuttavia numerose linee guida sottolineano l’importanza dei trattamenti non farmacologici sia per quanto riguarda le cefalee primarie che quelle secondarie (Tamburin et al. 2016, Bendsten et al. 2010).
In letteratura l’osteopatia viene considerata una valida alternativa alla terapia farmacologica (King et al. 2017, Rolle et al. 2014). Numerosi studi hanno infatti evidenziato che il trattamento osteopatico agisce migliorando il dolore e soprattutto la frequenza degli attacchi (Deodato et al. 2019, Rosemary et al. 2006, Ajimsha et al. 2011).
Cosa fare
Vediamo ora nel dettaglio cosa andrà a fare l’osteopata. In primo luogo verrà eseguita un’attenta anamnesi per capire il quadro del soggetto ed indirizzarlo eventualmente dallo specialista di competenza. Successivamente, se il paziente è di pertinenza osteopatica viene fatta un’analisi posturale per capire come il corpo si comporta nello spazio. A seguito dell’analisi vengono poi eseguiti dei test ortopedici ed osteopatici andando a valutare: struttura cranica, articolazione occipito-atlanto-epistrofea, articolazione temporo-mandibolare, muscolatura delle spalle e del collo, colonna cervicale e dorsale, diaframmi e stretto toracico superiore.
Una volta individuata/e la/le strutture in disfunzione vengono poi eseguite tecniche dirette e/o indirette per cercare di ripristinare la corretta mobilità e ridurre la sintomatologia riportata.
Nello specifico si ha la possibilità di:
•Lavorare sul tessuto connettivo cranico con l’obbiettivo di ridurre le tensioni intracraniche dando così maggior agio alle strutture vascolari e nervose;
•Riequilibrio muscolare e articolare dell’articolazione temporo-mandibolare in quanto la muscolatura masticatoria è strettamente correlata alla muscolatura cervicale;
•Ridurre le tensioni muscolari a livello cervicale effettuando tecniche di rilascio miofasciale;
•Migliorare la libertà di movimento di tutta la colonna vertebrale, dal tratto cervicale a quello sacrale.