Tina Modotti, una donna straordinaria che (non sempre) ricordiamo per il suo impegno artistico, politico e femminista.
Cenni biografici
Tina Modotti nasce a udine nel 1896.
inizia a lavorare alla tenera età di dodici anni in una filanda a causa dei problemi economici della famiglia, nel mentre, inizia anche a muovere i primi passi nell’arte della fotografia nello studio di suo zio, Pietro Modotti.
Si trasferisce inizialmente negli Stati Uniti, per provare a sfondare nel mondo del cinema, percorso che risulta pero fallimentare.
Nel 1923 si stabilisce Messico in cui il clima politico non è affatto tranquillo: il momento è quello post-rivoluzionario ed è qui che l’amore di Tina per la rivoluzione nasce, attraverso i suoi occhi e le lenti della sua macchina fotografica.

Militanza e Arte
In questo periodo Tina entra in contatto con il giro di artisti rivoluzionari più riconosciuti a livello mondiale come Diego Rivera e Frida Khalo, Clemente Orozco e David Alfaro Siqueiros; fondatori del giornale El Machete che diventerà il portavoce culturale del Partito comunista Messicano.
Molto nota anche per la sua bellezza viene spesso accusata di essere troppo “Femme Fatale”, si conoscono infatti numerosi amanti, in tempi in cui, più che mai, la libertà sessuale non era vista come componente politico ma pura vanità e/o cattiveria.
Cosmopolitismo forzato
Visse a cavallo tra Messico, USA, Russia e in parte dell’europa perché cacciata dal messico a causa di capi di accusa molto pesanti – omicidio, per esempio. Ma rimane sempre in prima linea per portare avanti le sue idee di libertà e giustizia (presenzierà infatti durante la Guerra civile Spagnola). Sicuramente la personalità poliedrica dell’artista la aiuta a buttarsi nel mondo dello studio e della cultura, tanto che verrà poi ricordata da grandi esponenti culturali quali Picasso e Neruda.
L’antifascismo
Immigrata, rivoluzionaria, comunista. Questo forte senso di antifascismo le impedì di tornare nella sua patria, a Udine. E morì molto giovane all’età di 46 anni a Città del Messico.
Quella di Tina Modotti non è certo una storia felice, ma una storia di fughe, una storia conclusasi brevemente e una vita messa in ombra da personalità molto di spicco precedentemente nominate. Ed è per questo motivo che le rendiamo omaggio come grande donna, che nel suo piccolo, ma non solo, ha preso parte, documentando tutto con i suoi occhi, un pezzo fondamentale della storia del nostro mondo.

Bibliografia per approfondire
Agostinis, Valentina (a cura di), Tina Modotti: Gli Anni Luminosi, Cinemazero-Edizioni Biblioteca dell’Immagine, Pordenone, 1992
Argenteri, Letizia, Tina Modotti. Fra arte e rivoluzione, Milano, Franco Angeli, 2005 [Tina Modotti: between Art and Revolution, New Haven : Yale Univ. Press, 2003]
Azurduy, Victoria, Tina Modotti, UNSAM, Univ. Nacional, Buenos Aires, 2009
Barckhausen-Canale, Christiane, Verdad y leyenda de Tina Modotti, Casa de las Américas, 1989.[Tina Modotti: verità e leggenda, Firenze, Giunti, 2003]
Constantine, Mildred, Tina Modotti: una vida frágil, Fondo de Cultura Económica, México D.F., 1993
Mulvey, Laura, Wollen, Peter, Radici e movimenti, in Tina Modotti e Frida Kahlo, catalogo della mostra fotografica presso la White Chapel Galley, Londra, 1982
Fonte: http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/tina-modotti/
Claudia Fontana