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Circeo: una serie, una realtà.

Massacro del Circeo. Ancora che se ne parla?
Ebbene si. Ed è ancora necessario farlo dopo 46 anni.

‘Circeo’ è la nuova serie di Prime Video, che parla proprio di questa storia che vede come protagoniste Rosaria Lopez e Donatella Colasanti.
Le ragazze furono violentate e massacrate in una villa di a san Felice Circeo appartenente ad un ragazzo del gruppo dei responsabili della vicenda (tra questi ricordiamo Angelo Izzo, l’unico dei tre a scontare ancora la pena in carcere, in quanto artefice di un altro femminicidio dopo un’evasione).
I protagonisti sono tutti romani: le ragazze sono minorenni e gli autori della strage sono , invece, maggiorenni; frequentano l’università e provengono da famiglie borghesi. Preciso questo per ricordare che la cattiveria appartiene a tutte e tutti, al di là delle classi sociali di appartenenza.
Le ragazze furono violentate e picchiate per tre giorni che terminarono, in quella notte del settembre del 1975, con la morte di Rosaria, diciasettenne.
La serie inizia con questa vicenda e con la scoperta del cadavere di Rosaria e della sopravvissuta Donatella nel bagagliaio della macchina parcheggiata dai tre a Roma. La storia da spazio, successivamente, al processo e alle battaglie delle femministe le quali portarono dei cambiamenti. Grazie a queste lotte la legge, del periodo fascista, sullo stupro passò da un reato contro la morale ad uno contro la persona. Insomma, abbiamo avuto bisogno di un fatto così atroce, storicamente importante, per tutelare le donne iniziandole a vedere non più come oggetti che si erano cercate lo stupro, provocando l’uomo, ma come persone, donne, vittime di un grave reato.
‘Circeo’ ci serve per capire da dove arrivano i nostri diritti, conquistati con tanta fatica. Diritti che in un periodo storico buio per la nostra Italia non avevamo e che ora rischiamo di perdere di nuovo. La serie, infatti, ci fa capire delle grandi rivoluzioni che abbiamo fatto nel nostro Paese per la conquista di diritti, che ancora oggi dobbiamo rivendicare.
La storia pone attenzione anche sugli aspetti emotivi che Donatella è costretta a portarsi dietro: dal disturbo post traumatico, che dura per anni, alla difficoltà di ritornare in società e a relazionarsi con gli altri. Per molti Donatella è ‘quella del Circeo’, è quella con cui gli uomini hanno difficoltà a relazionarsi con lei perchè è difficile ora rapportarsi con lei’ in quanto è sempre quella ragazza sopravvissuta ad una strage e che ha deciso di denunciare il fatto parlando per tutte quelle donne che prima di lei non lo hanno fatto e dando il coraggio alle donne dopo di lei di difendersi e di lottare. Pensieri, frasi, situazioni che la società ha ancora oggi, purtroppo, verso noi donne vittime di abusi e di violenze. Ed è proprio per questi episodi, per questi sguardi, che noi donne facciamo fatica a parlare di quanto abbiamo subito e non solo in un’aula di Tribunale, ma anche alle persone di cui ci fidiamo per paura di non essere più accolte ed ascoltate da loro.
La città di Latina, in quegli anni di processo, divenne una città simbolo che si confermò anche successivamente per un nuovo processo sullo stupro. Quest’ultimo caso portò l’argomento per la prima volta in tv, andando in onda sulla RAI, con un documentario che prese proprio il nome di ‘Processo per stupro’.
Questo episodio conclude la serie mostrando l’importanza che ebbe il far vedere agli italiani il modo e le parole usate dagli avvocati dell’accusa verso le donne sopravvissute.
Insomma, ‘Circeo’ è una serie che parla di un pezzo di storia importante, simbolico, mettendo in evidenza una società maschilista, con cui ancora, dopo 46 anni, dobbiamo fare i conti.

Alessandra Quarto

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