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Il tema del conflitto in ‘Nord e Sud’ di Elizabeth Gaskell

Il tema del conflitto pervade il romanzo di Elizabeth Gaskell (1810 – 1865) da cima a fondo: si tratta di uno studio sul conflitto di classe e di genere, ma a un livello più approfondito si parla soprattutto di un conflitto interiore che implica una crisi, di coscienza e di valori, e una riconsiderazione delle convinzioni con cui si cresce.

Pubblicato nel 1855 in due volumi, Nord e Sud (North and South) ha come protagonista Margaret Hale, una giovane ragazza che dal Sud dell’Inghilterra si trasferisce con la famiglia in una piccola cittadina del Nord, Milton, in seguito alla decisione del padre, un pastore, di lasciare la Chiesa anglicana. Il titolo del romanzo doveva inizialmente essere proprio ‘Margaret Hale’: cambiato in seguito in Nord e Sud sotto probabile consiglio di Charles Dickens, editore del giornale in cui il libro venne pubblicato per la prima volta in episodi, il nuovo titolo suggerisce che il conflitto centrale del romanzo – quello geografico e culturale fra il Nord e il Sud dell’Inghilterra – sia anche il tema principale, a cui la storia di Margaret è secondaria, sebbene ne sia emblematica.

Arrivata a Milton, Margaret si trova catapultata in una realtà completamente diversa rispetto a quella a cui è abituata: dalla tranquillità rurale del Sud, residenza della classe media inglese istruita e agiata, si ritrova nell’inospitale Nord, sede industriale dell’Inghilterra che fa da sfondo alle condizioni di miseria della working class. Il pregiudizio nei confronti della gente del posto e il proprio senso di superiorità faranno presto spazio a un nuovo, sviluppato senso di giustizia in Margaret, che si rende conto delle difficoltà della vita delle persone che la circondano. Due saranno le persone a influenzarla maggiormente: Bessy, una giovane ragazza in fin di vita affetta da un male industriale, e John Thornton, proprietario di un mulino locale, con cui Margaret ha un rapporto contrastante a causa delle loro diverse opinioni.

Pagina della prima edizione, Wikipedia.

Conflitto di classe e identità

Come menzionato, il conflitto centrale del romanzo è quello fra il Nord e il Sud dell’Inghilterra, che è soprattutto un conflitto culturale e di classe: la classe media del Sud, benestante, e la classe lavoratrice del Nord, povera e proletaria. In questo contesto, il Nord diventa un vero e proprio simbolo dei valori capitalistici, in cui le difficili condizioni di vita della working class sono necessarie affinché la prosperità del Sud, che si sfonda sullo sfruttamento dei lavoratori al Nord, venga mantenuta. Margaret, alla fine del romanzo, incorporerà entrambe le realtà in se stessa e nella sua evoluzione sia come individuo con qualità morali rinnovate, sia come donna, e anche da un punto di vista meramente concreto: dal benessere in cui viveva al Sud passa, anche lei, a una vita più povera al Nord, dove vengono meno gli agi e le comodità che ha conosciuto tutta la vita. L’identità stessa di Margaret è condizionata dalla sua identità di classe, perché, prima di trasferirsi e cambiare vita, la sua classe di appartenenza è parte integrante di chi lei è e chi lei si considera essere.

Conflitto interiore e risveglio di coscienza

Il conflitto principale del romanzo è, però, maschera di un conflitto più profondo che attraversa i personaggi principali del romanzo. Prima fra tutte è, ovviamente, Margaret, la quale è costretta a mettere in discussione se stessa e i propri preconcetti. All’inizio del romanzo, Margaret arriva a Milton con idee ben precise sulla gente e sulle attività industriali del Nord. Il contatto con la gente della città e la testimonianza delle condizioni in cui vivono e lavorano, però, le faranno capire quanto socialmente ingiuste queste siano. Nel constatare come gli operai siano sfruttati dagli imprenditori industriali e sottopagati, nell’osservare il modo in cui le condizioni di salute si deteriorano progressivamente a causa dei ritmi di lavoro massacranti e dell’inquinamento prodotto dalle fabbriche, Margaret acquisirà non solo un potente senso di giustizia, ma anche la coscienza del proprio privilegio. Il tutto la porterà criticare l’ordine prestabilito, lo stesso sistema che le garantiva il privilegio di cui era ignara.

Anche altri personaggi fronteggiano un conflitto interiore complesso. Thornton, l’interesse romantico di Margaret, è un imprenditore che si è costruito un’attività da solo, fra mille sforzi; concentrato soprattutto sul profitto e il suo incremento, nel corso del romanzo si renderà conto, al pari di Margaret, delle condizioni di vita dei suoi operai e si batterà per migliorarle.

Il padre di Margaret è il primo, però, che inizia a sviluppare delle incertezze che lo porteranno ad abbandonare una posizione di grande privilegio e comfort, quella di pastore locale. La decisione di abbandonare la Chiesa anglicana, per poi trasferirsi nel Nord e diventare un tutor, è dovuta, a quanto viene dato via nel romanzo, a una questione di integrità di coscienza e di dubbi riguardo all’autorità della Chiesa. Mr. Hale non sente, in cuor suo, di poter confermare la propria fedeltà a una Chiesa in cui non riconosce i propri valori (sebbene la sua fede religiosa non sia mai messa in dubbio), e decide, quindi, di abbandonarla. Anche il fratello di Margaret, Frederick, membro della flotta britannica, si ribella a un’istituzione che non lo rappresenta: vive in esilio dopo aver preso parte a un ammutinamento contro un ufficiale tirannico.

Dal padre e dal fratello, Margaret prende esempio e mette in pratica il pensiero indipendente, impara a esercitare il proprio dissenso e a mettere in discussione un sistema dato per prescritto e irremovibile, capendone le ingiustizie e crescendo forte di uno spirito critico che prima le mancava.

Daniela Carrelli

violedimarzo

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