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Elisabeth von Arnim: Vera, il lato oscuro dell’amore

Nel 1921 Elizabeth von Arnim pubblica Vera, liberamente ispirato alla propria storia personale.

Il tema è quello del matrimonio con un uomo manipolatore e crudele, che l’autrice riesce a raccontarci con fredda ironia.

Vera: trama

In una località marina della Cornovaglia, Lucy Entwhistle, giovane e ingenua, conosce Everard Wemyss.

Lei ha appena perso l’adorato padre, lui fugge dalla città e dai pettegolezzi a seguito della misteriosa morte della moglie Vera.

Everard vede in Lucy una bambina pura, ingenua e spaventata, una piccola colomba ferita da curare e proteggere, facile da plasmare e sottomettere.

In pochi giorni, l’uomo si insinua nella sua vita: si fa carico delle incombenze del lutto, la guida e si prende cura di lei. Lucy ricambia Wemyss con amore incondizionato e devozione.

L’uno nelle braccia dell’altra, nella speranza di trovare un reciproco conforto dopo le recenti perdite, i due decidono di sposarsi.

Quello di cui Lucy non si rende conto, assorbita da quel finto idillio di cui dubita solo la zia, è che sta per legarsi ad un uomo ossessivo, autoritario e manipolatore.

Everard non vuole una donna che lo ami, ma una creatura che lo veneri e che gli ubbidisca.

Già con il fidanzamento l’ombra di Everard inizia a farsi incombente e minacciosa, ma è con la luna di miele che il rapporto inizia ad assumere toni sempre più inquietanti, in un’escalation di ossessione e follia che si rivelerà a pieno con il trasferimento alla residenza di Everard, The Willows.

La residenza di campagna è intrisa della presenza di Vera, la defunta moglie, che viene avvertita da Lucy con angoscia e inquietudine.

Ma con lo svelarsi del carattere del marito, quell’impalpabile presenza diventa un conforto per Lucy, che si sente legata a Vera dalla solidarietà della stessa sorte difficile.

L’atmosfera inglese ci avvolge, la psicologia dei personaggi è delineata in modo magistrale, gli eventi si rivelano gradualmente, la tensione, l’inquietudine e la follia crescono lentamente…e noi non possiamo che restare incollati alle pagine.

Il tranello dell’amore e lo squilibrio sociale tra uomo e donna

Quello che emerge dal romanzo è il potere degli uomini e la facilità con cui le donne possano essere plagiate o sottomesse, non per inferiorità ma perché l’educazione e la condizione sociale le fanno partire da una posizione svantaggiata.

Lucy senza la guida del padre si sente persa, motivo che la spinge tra le braccia di Everard, apparentemente maturo, sicuro, esperto e dolce.

Vera, seppur diversa da Lucy, si trova incastrata in un matrimonio senza via d’uscita e ogni intemperanza viene pagata a caro prezzo.

La zia Dot, l’unica che cerca di affrontare Everard, subisce il peso di essere sola e non avere la possibilità di agire.

Elizabeth von Arnim: vita e romanzo si intrecciano

Elizabeth von Arnim si sposa due volte: con il conte tedesco Henning August von Arnim-Schlagenthin e con il duca John Francis Stanley Russell, fratello maggiore del filosofo Bertrand Russell.

Entrambe le volte si trova legata ad uomini dominati dall’ira, fortemente autoritari e dispotici.

L’autrice, forse, con questo romanzo e con il parallelo tra lei, Vera e Lucy, vuole anche mostrarci cosa le sarebbe successo se non avesse avuto la forza e il coraggio di allontanarsi.
Perché la storia di Elizabeth, Lucy e Vera è stata, ed è ancora, la storia di tante donne.

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