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Pride Month: l’importanza di celebrarlo ancora oggi

A giugno, in tutto il mondo, migliaia di città vedono sfilare per le proprie strade iridescenti – e incandescenti – cortei in onore del Pride Month, il mese dedicato all’orgoglio delle persone LGBTQIA+.
Ma qual è la sua origine e il suo significato? E perché è importante celebrarlo ancora oggi?

Partiamo dal lontano 1969…

Il Pride Month cade nel mese di giugno perché è legato ad uno specifico evento.

Negli anni ’60 l’omosessualità era considerata un disturbo mentale – classificata nel DSM – in quasi tutto il mondo e nella maggior parte dei paesi degli Stati Uniti vigevano leggi discriminatorie – su ideologie religiose e morali – per chi apparteneva alla comunità LGBT+.
Bisognava indossare almeno tre indumenti appartenenti al proprio genere assegnato alla nascita, era vietata la vendita di alcolici agli omosessuali ed era proibito intrattenere relazioni con persone dello stesso sesso, nonché ballare, baciarsi e tenersi per mano.
Per tale motivo, in quegli anni le retate della polizia nei locali gay e nei night club erano molto frequenti, ogni pretesto era buono per arrestare qualcunə, anche il semplice fatto di trovarsi in quel locale.

Accadde così che, nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 la polizia fece un’abituale irruzione nello Stonewall Inn in Christopher Street, un locale che era diventato il punto di riferimento come luogo di ritrovo sociale omosessuale.
Durante questa retata, però, le cose non andarono come di consueto perché le persone presenti, accusate ingiustamente per l’ennesima volta, opposero resistenza e scatenarono una sommossa che avrebbe cambiato la storia:

I moti di Stonewall

Ci sono diverse versioni rispetto a come ebbe inizio la rivolta. Secondo alcuni resoconti fu Marsha P. Johnson, donna nera transgender e attivista che frequentava il bar, a lanciare il primo mattone contro la polizia. Altri, invece, attribuiscono l’inizio della rivolta a Sylvia Rivera, la donna transgender che avrebbe urlato “it’s a revolution” (è una rivoluzione) lanciando un oggetto (una bottiglia o una scarpa con il tacco) contro un poliziotto, dopo essere stata percossa con un manganello.
Indipendentemente da chi abbia dato il via alla rivolta, quando la folla sopraffece gli agenti di polizia, questi si ritirarono all’interno del bar e si barricarono nell’edificio, ma lɜ manifestanti sfondarono la barricata e alcunɜ di loro cercarono di appiccare fuoco al locale.

La notte successiva, migliaia di persone si riversarono nello Stonewall Inn pur di provocare la polizia, gli scontri scoppiarono di nuovo e in prima linea c’era una fila di drag queen con uno slogan volto a deridere gli agenti:

“We are the Stonewall girls
we wear our hair in curls

we wear no underwear
we show our pubic hair
we wear our dungarees
obove our nelly knees!”

Simbolicamente, i moti di Stonewall rappresentano l’evento che ha dato avvio al movimento di liberazione gay: le persone della comunità – stanche di vivere nell’oppressione – unirono le forze e iniziarono a manifestare per i propri diritti, proprio come stavano facendo anche le donne e le persone nere.

Il 28 giugno 1970, l’anniversario dell’irruzione nello Stonewall venne commemorato con il Christopher Street Liberation Day, una marcia dal Greenwich Village al Central Park a cui presero parte circa 10 mila persone, riconosciuto come il primo Gay Pride della storia. Durante la manifestazione, guidata da Craig Rodwell, i partecipanti scesero in strada indossando i vestiti più stravaganti, liberi e senza timore.


L’obiettivo era uscire allo scoperto con orgoglio.
La marcia del Fronte di liberazione gay a Times Square, New York, nel 1970 ©Diana Davies/New York Public Library, Manuscripts and Archives Division
La marcia del Fronte di liberazione gay a Times Square, New York, nel 1970 ©Diana Davies/New York Public Library, Manuscripts and Archives Division

Cosa è cambiato in Italia da quel primo Pride?

Dal 1970 ad oggi, anno dopo anno e lotta dopo lotta, diverse cose sono cambiate.

Il 17 maggio 1990 l’OMS elimina definitivamente l’omosessualità dalla lista delle patologie psichiatriche presenti nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM).
Questo evento ha aperto una strada verso la depatologizzazione di ciò che si discosta dall’eterocisnormatività, considerandolo come una variante naturale del comportamento umano.
Dal 2007 questa data è riconosciuta come Giornata Internazionale contro l’OmoLesboBiTransAfobia, indicata dall’acronimo IDAHOBIT (International Day Against Homophobia, Biphobia, Transphobia).

Il 18 aprile 2001 il ministro della sanità Umberto Veronesi emana un decreto con cui è concesso agli uomini omosessuali la donazione del sangue. Questa è stata, infatti, vietata a uomini omosessuali e bisessuali dal 20 maggio 1984 al 18 aprile 2001 a causa dell’epidemia di HIV e dello stigma verso gli MSM (men who have sex with men – uomini che hanno rapporti sessuali con uomini).

La legge 164 del 14 aprile 1982, con cui è regolamentato il percorso di affermazione di genere, ai suoi albori sanciva come indispensabile il trattamento chirurgico di demolizione degli organi sessuali per rettificare l’attribuzione di genere. Con la storica sentenza del 2015 della Corte di Cassazione introduce il diritto all’integrità psicofisica della persona transgender, eliminando l’obbligo di interventi agli organi sessuali.

Il 20 maggio 2016 è approvata la Legge Cirinnà, che regolamenta le unioni civili per persone delle stesso sesso.

Il 30 settembre 2020 l’AIFA stabilisce che la TOS (Terapia Ormonale Sostitutiva), ossia i farmaci ormonali per chi abbia una diagnosi di incongruenza di genere e voglia intraprendere un percorso di affermazione di genere, sarà resa gratuita in tutta Italia e a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

Dal 2020 inizia ad essere introdotta la Carriera Alias, uno strumento che consente di sostituire il proprio nome anagrafico sul registro elettronico o sul libretto universitario con il nome d’elezione, per favorire il benessere dellɜ studentɜ transgender nei contesti d’istruzione.

Tutti questi sono notevoli traguardi per la comunità LGBT+ e per l’Italia, se pensiamo che ad oggi l’omosessualità è considerata un reato in 64 paesi del mondo e in 7 di questi è prevista la pena di morte.

Tuttavia, di fronte a queste conquiste made in Italy, persistono ancora degli enormi vuoti nella tutela e nei diritti delle persone.

Per cosa si lotta ancora?

Nella rassegna annuale della situazione dei diritti umani delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans* e intersessuali in Europa stilata dall’ILGA (International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association), l’Italia si classifica al 33esimo posto su 49 paesi, mentre detiene il primato per vittime di transfobia in Europa.
E recentemente il Parlamento Europeo ha condannato l’Italia per diffusione di retorica anti-diritti, anti-gender e anti-lgbt+ da parte di alcuni influenti leader politici che sono alla guida del nostro paese.

Rainbow Europe Map and Index 2023 | ILGA-Europe

Ricordiamo che ad oggi in Italia non è previsto il matrimonio egualitario per coppie dello stesso sesso, ma solo le unioni civili. Da qui deriva uno dei tasti più dolenti per queste coppie: le unioni civili non riconoscono aɜ bambinɜ nati il diritto ad avere due genitori, in quanto sono consideratɜ per legge solo figliɜ del genitore biologico. Una delle conseguenze più drammatiche è che se quest’ultimo dovesse venire a mancare, lə bambinə non potrebbe restare con l’altro genitore – non riconosciuto come tale dalla legge – e verrebbe, invece, affidatə ai parenti più prossimi o a strutture come la casa-famiglia, con tutte le implicazioni psicologiche derivanti.

Rispetto al tema della genitorialità, in Italia la Legge 40 del 2004 vieta a coppie dello stesso sesso il ricorso alle pratiche di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) sul territorio nazionale, e ricordiamo che la legge non prevede nemmeno l’adozione per coppie dello stesso sesso.

Inoltre, nelle scuole italiane non sono trattate tematiche inerenti alla comuità LGBT+, perciò lɜ ragazzɜ non hanno altro strumento se non internet per informarsi, soprattutto per ciò che riguarda la sfera della sessualità, già carente di suo dato che l’Italia è rimasto uno dei pochi paesi dell’Unione Europea a non prevedere l’insegnamento dell’educazione sessuale come materia obbligatoria nelle scuole.

Perché è importante celebrare il Pride Month?

Il Pride Month e tutti i cortei che si svolgono ogni anno, sono un’occasione per celebrare i diritti conquistati – con il sangue versato da molte persone – nel corso del tempo, ma anche per ricordare che quella lotta non è ancora finita. Perché basta poco per far sì che quei diritti vengano tolti.
Basti pensare all’attuale governo e alle politiche discriminatorie che sta attuando, come il blocco e la cancellazione della registrazione all’anagrafe dellɜ figliɜ di coppie omogenitoriali.

Le iniziative che vengono svolte da varie associazioni durante l’anno, e intensificate in questo mese, come incontri, conferenze e dibattiti, hanno lo scopo di informare e sensibilizzare la popolazione rispetto alle tematiche LGBT+, perché questo è l’unico strumento per generare un cambiamento.

Per chi pensa che i pride siano solo una carnevalata inutile, forse non si è mai trovato a vivere nei panni di una donna, di una persona nera, disabile, neurodivergente, trans*, drag, omosessuale, migrante, o di una persona che ha subìto una discriminazione e/o una violenza.

Scritta nella città di Padova.

Era il 27 giugno 1969 quando le persone nere, drag, trans* e omosessuali si ribellarono alle violenze quotidiane degli agenti di polizia in Christopher Street a New York.

È il 24 maggio 2023 quando una donna trans inerme viene colpita con calci, manganelli e spray al peperoncino da quattro agenti di polizia a Milano.

Capite perché non è finita?

Perché quella parata che viene portata in strada una volta l’anno non è che la punta dell’iceberg di una silenziosa, profonda ed estenuante lotta quotidiana di cui tuttɜ, in un modo o nell’altro, facciamo parte.

E finché l’orientamento sessuale, la religione, l’etnia, l’identità di genere e qualunque altra caratteristica umana sarà motivo di discriminazione, i pride – intesi come lotta intersezionale- saranno necessari per rivendicare spazi e diritti di esistenza.

Ognunə deve poter essere tutelatə e liberə di vivere con orgoglio il proprio essere.

Buon Pride Month 🏳️‍🌈🏳️‍⚧️

Bibliografia: Rivera S., Johnson M. P., S.T.A.R (Azione travestite di strada rivoluzionarie). Edizioni Minoritarie, 2021.
Per conoscere le date e i luoghi dei pride in Italia: https://ondapride.it/pride/

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Alessia Gelo

2 risposte

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