Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi è conosciuto in tutto il mondo come Metastasio, poeta tra i più famosi del Settecento. Ha riformato il melodramma con grande successo, sia in Italia, sia a Vienna: la sua fama è stata così grande, che molti critici non esitano a considerarlo il primo artista della letteratura internazionale di massa. Grazie ai suoi melodrammi, inoltre, la lingua italiana è stata molto popolare nelle corti e nei teatri europei settecenteschi.

Il suo mito, però, forse non sarebbe stato tale se non avesse conosciuto due donne dallo stesso nome: Marianna Benti Bulgarelli e Marianna Pignatelli.
La prima era una ballerina, responsabile dell’inizio della sua carriera come autore di melodrammi. La seconda era una contessa, frequentatrice della più stretta cerchia viennese, fautrice del suo trasferimento a corte, presso gli Asburgo. Questo passaggio gli assicurò la fama internazionale.
Ma come si sono intrecciate le loro vite?
Vissuto a Roma fin dalla nascita, alla morte del suo protettore Gian Vincenzo Gravina, uno dei fondatori dell’Arcadia, si trasferì a Napoli. Per mantenersi, lavorava in uno studio legale, con scarso successo. In città, conobbe Marianna Benti, una famosa ballerina originaria di Roma e, perciò, chiamata la “Romanina”. Il rapporto con la donna rappresentò per Metastasio un forte legame con il mondo teatrale; fu così che scoprì la sua vera vocazione letteraria: diventare un autore di testi in musica e melodrammi. Da qui, le insistenze della Benti a fargli lasciare l’avvocatura: doveva dedicarsi alla stesura di tragedie e seguirla in teatro. Fu allora che Metastasio scrisse il suo primo grande successo: la Didone Abbandonata, interpretata da Marianna e, secondo alcuni, scritta a sua immagine e somiglianza.
In quegli anni, Napoli dipendeva dagli austriaci d’Asburgo: nel tempo, Metastasio iniziò a frequentare i nobili della corte austriaca. In questo ambiente, conobbe Marianna Pignatelli, che lo introdusse nella cerchia di Vienna. Poco dopo, Metastasio diventò poeta cesareo nella città austriaca, affermandosi così nel panorama internazionale.
A proposito delle donne che hanno fatto il Metastasio
Marianna Benti Bulgarelli nacque a Roma nel 1684, dove debuttò a inizio ‘700. Successivamente, lavorò al Teatro Sant’Agostino di Genova, al San Bartolomeo di Napoli e al San Giovanni Grisostomo di Venezia. Tornata a Napoli nel 1719, cantò come prima donna Gli orti esperidi, scritta da Pietro Metastasio, di cui in seguito cantò la Didone abbandonata. Dopo varie esperienze, si ritirò dalla scena, stabilendosi a Roma. Sposatasi con Domenico Bulgarelli, insieme a lui decise di recarsi da Metastasio, ormai residente a Vienna. Qualcosa, però, le impedì di raggiungerlo: a Vienna arrivò solo suo marito. Rimasta in contatto epistolare con il librettista, alla sua morte, avvenuta nel 1734, gli lasciò quasi tutta la sua eredità.

Marianna Pignatelli era una nobildonna di origine spagnola, contessa vedova di Michele Venceslao Althann. Vissuta tra Napoli e Vienna, era entrata nelle grazie dell’imperatore asburgico Carlo VI. Presso di lui, intercedette per far nominare Metastasio poeta cesareo della corte imperiale. Ciò significava occupare un posto di grande prestigio per il poeta, che rimase sempre sotto la sua protezione: pare che la loro fu una stretta relazione, finita con la morte della donna nel 1755.

Marianna Benti Bulgarelli era molto famosa come ballerina; rispetto a Metastasio, era più grande e sposata. Questi due aspetti alimentavano un grande chiacchiericcio sul loro rapporto, che ancora oggi rimane poco chiaro. Ciò che è certo, è che la Benti Bulgarelli fu molto coraggiosa ad affrontare le tante critiche che potevano esserle rivolte: nonostante ciò, lei rimase sempre vicino al poeta. Come per lei, anche per Marianna Pignatelli non fu certamente facile intrattenere rapporti con Metastasio: già sposata e vedova, il suo atteggiamento fu quello di una donna forte e decisa, fiduciosa nelle doti del poeta e generosa nell’introdurlo negli ambienti più prestigiosi.
Queste due donne, più che dietro un grande poeta, sono state al suo fianco: entrambe, per Metastasio hanno fatto il possibile, contribuendo alla consacrazione di un mito.