TUTTO QUELLO CHE MI ASPETTAVO

Fino ad oggi la mia vita è stata scandita da momenti importanti. Io l’ho vissuta ed impostata in questo modo. Ogni periodo era una preparazione ad un evento, che fosse la fine o l’inizio di qualcosa di importante. Ogni volta che arrivava il giorno X, non mi sentivo abbastanza supportata dai miei cari, indipendentemente da come essi mi mostrassero il loro affetto in quella circostanza. Riponevo altissime aspettative in un solo evento ed in un solo giorno, pensando che tutto quello che avevo fatto fino a quel momento avrebbe assunto un senso, magicamente fornitogli dal risultato della prova e dalla partecipazione delle persone a me vicine.

La prova, per me, era intesa in senso lato come un qualsiasi evento importante, che fosse esso il compleanno, un esame o un viaggio. Ovviamente ci sono eventi che si prestano bene ad essere visti come una prova, ma altri solo io li percepivo come tali. Il mio compleanno, per esempio, è sempre stato un giorno molto importante per me. In questa occasione, infatti, sono solita tirare le somme dell’anno passato e capire se sono stata felice, se ho lavorato abbastanza e cosa progettare per il lungo termine, aggiustando i piani che già ho in mente. Non ho mai condiviso con nessuno questo sentimento, per cui nessuno è capace di capire perché, per me, il giorno del mio compleanno sia importante. Dato che molto spesso decido di non fare grandi feste, capita spesso che persone anche vicine a me, scordino di farmi gli auguri.

Il compleanno è soltanto un esempio di tutte quelle volte in cui mi sono aspettata (e mi aspetto!) che gli altri siano in grado di leggermi la mente. Tendenzialmente sono una persona estroversa e non ho problemi a parlare di come sto, di cosa penso e di cosa vorrei a persone con le quali ho anche un rapporto più superficiale. A volte scelgo di non parlare di me per pigrizia o per paura di risultare egocentrica, questo però non implica che io mi aspetti meno dalle persone.

Mi aspetto, stupidamente, che la maggior parte delle persone che incontro abbiano la mia stessa educazione e condividano il mio stesso bagaglio di regole non scritte. Un esempio di regola non scritta, e molto banale, è che se entro e saluto, il saluto DEVE essere ricambiato, sfortunatamente non è così. Per quanto io possa innervosirmi e pensare che quella persona è maleducata, io con quella persona dovrò comunque convivere ed in alcuni casi anche collaborare.

Quando ero più piccola, pensavo semplicemente di poter ignorare le persone maleducate o antipatiche, ma non è così. L’ambiente di lavoro non può essere ignorato, per esempio. Pensavo di poter scappare e vivere in un mondo in cui le persone erano selezionate e rispondevano ai miei standard. Purtroppo, questo mondo idilliaco non esiste e ho capito di non poter sempre rimanere delusa dalle persone e dalle situazioni, per questo ho deciso un po’ di chiudermi e di dare meno alle persone.

Questo atteggiamento di chiusura mi ha portato ad essere sempre più solitaria e se da un lato abbassavo gli standard nelle relazioni della vita di tutti i giorni, alzavo incredibilmente quelli della mia cerchia più fidata e ristretta. Avere vicino a me persone che mi rispecchiavano mi ha sollevata da moltissime delusioni che continuavo a sperimentare in relazioni scandite da un’incompatibilità di fondo che neppure il mio amore incondizionato poteva curare.

Ho amato tantissime persone che non si sono mai chieste come stessi veramente e perché io reagissi così male in determinate situazioni che per loro erano invece insignificanti. Ho amato queste persone e le amo ancora, ma ho deciso egoisticamente di non poter ignorare quali fossero i miei bisogni e le mie aspettative, portando avanti quella che percepivo come una relazione a senso unico.

Crescendo e facendo queste scelte egoiste, ho avuto la fortuna di scoprire che sono fiera della persona che sono e che mi piace la mia compagnia, e che anche se i miei amici più stretti non capiscono quanto per me un determinato evento sia significativo, posso godermi da sola quella scarica di dopamina che fa seguito ad una determinata vittoria, piccola o grande che sia. Ho avuto la fortuna di imparare ad amarmi davvero, nonostante i miei difetti, che molto spesso mi sono stati rinfacciati, ed è proprio così che ho capito che solo da me stessa posso aspettarmi un vero e sincero “BRAVA”, guardarmi allo specchio e pensare “ma quanto mi sta bene questo vestito!”, comprarmi un mazzo di fiori quando mi va e partire per un viaggio che sono più felice di fare da sola, che in compagnia.

Nella mia esperienza aspettarsi amore dal mondo esterno è stato doloroso, non perché non ne abbia ricevuto, ma perché molto spesso le attenzioni che mi venivano date, non erano quello che avrei voluto o di cui avevo bisogno. A volte avrei voluto essere semplicemente ascoltata, senza giudizi e senza soluzioni, a volte avrei voluto essere capita da uno sguardo e non essere giudicata se annullavo un appuntamento perché avevo bisogno di riposarmi e starmene semplicemente con me stessa.

Anche questo articolo probabilmente l’ho scritto più per me che per voi, ma ci tengo a far passare il concetto che anche essere egoisti, senza mancare di rispetto a nessuno, non è sbagliato, perché alla fin dei conti nessuno vi amerà come siete in grado di farlo voi.

Certe volte le persone potranno stupirvi e farvi sentire speciali, potrà succedere che riescano a capirvi da uno sguardo, perché certe emozioni, secondo me, non si possono spiegare. Nonostante ciò però, io posso solo consigliarvi di imparare ad amarvi davvero, perché questo vi renderà più felice dell’amore e dell’affetto di chiunque altro ed essere egoisti vi donerà anche la capacità di essere persone migliori nei confronti degli altri. Io penso che una persona che si ama e che fa del suo meglio per accontentare se stessa in primo luogo, senza servirsi degli altri per essere felice, è una persona con cui si può stare solo bene.

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Lavinia Pascariello

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