Arcano numero due: la Papessa


Continuiamo il nostro viaggio nel mazzo dei tarocchi Visconti-Sforza alla scoperta del primo Trionfo femminile: la Papessa. Questa lama è l’emblema del sincretismo tra la Dea Madre, Iside, Artemide e la Madonna, nonché un omaggio alla storia leggendaria della papessa Giovanna, la prima e unica donna a sedersi su un trono pontificio con l’inganno e l’intelligenza di chi aveva compreso che fingendosi uomo avrebbe goduto dei poteri, delle opportunità e dei privilegi altrimenti negati.

Una donna indossa una tiara, simbolo delle tre fasi lunari. La luna è il corpo celeste legato a questa carta: rivela infatti il potere femminile connesso alla saggezza e alla fertilità. Troneggia innanzi ad un velo decorato con melagrane che separa il mondo terreno da quello spirituale. É l’arcano numero due: il dualismo di questo Trionfo è espresso anche dalle due colonne, una nera e una bianca, simboli dell’aspetto duale della natura umana. La Papessa regge tra le mani un libro aperto, ma il suo sguardo non è posato sulle pagine: ella guarda oltre, perché possiede già tutto l’intuito e tutta la conoscenza, con la sicurezza regale e tranquilla di chi è consapevole di essere depositaria di un sapere magico che va al di là dell’ignoranza e della stoltezza degli umani.

Vorrei che le donne avessero potere non sugli uomini, ma su loro stesse (Mary Wollstonecraft).

La fierezza e la compostezza della sua figura inneggiano ad una fecondità che non è prerogativa solo del suo ventre, quanto della sua mente. Rispetto all’arcano precedente, il Mago, che maneggiando elementi terreni godeva della meraviglia generata dalla sua inconsapevole creatività, questo Trionfo usa consapevolmente la sua saggezza divina per risolvere dei problemi terreni ed è depositaria di una scienza-magica millenaria. Scienza e magia infatti si appiattiscono sullo stesso piano agli occhi di chi non è in grado di comprendere l’incomprensibile e di scrutare la verità in mezzo al caos generato dall’ignoranza. La Papessa è qui per mettere ordine, per dare ordini occupando un trono tradizionalmente maschile e per annunciare la sua rivoluzione femminile e femminista.

Questa lama affonda le sue radici nel culto di Iside, dea egizia della fertilità, della saggezza e della magia. Nel papiro di Ossirinco n.1380 risalente al II secolo a.C. si legge di lei:  Sei tu la Signora della Terra […].
Tu hai reso il potere delle donne uguale a quello degli uomini
. La dea infatti secondo il mito è colei che resuscita il fratello-marito Osiride assemblando le parti smembrate del suo corpo e guarisce suo figlio Horus con il potere delle sue doti magiche. La dea è il raccordo tra gli umani e l’aldilà. La sua iconografia di madre con in braccio il figlio Horus è stata ripresa dal Cristianesimo per raffigurare le scene della Natività e della Pietà.

Sulla storia della Papessa Giovanna le fonti sono scarse, contrastanti e non sempre attendibili, poiché ci fu una precisa volontà oscurantista da parte dell’istituzione della Chiesa Cattolica, che viveva una profonda crisi di identità nel VII secolo dopo Cristo. Si narra che Giovanna sia stata una giovane donna inglese che contro il parere del padre decide di raggiungere i gradi più alti di istruzione concessi ad una donna in epoca medievale, ovvero quelli offerti dagli studi ecclesiastici e dalla vita monastica. Avida di sapere, si finge uomo e sotto le vesti di monaco coltiva la conoscenza anche delle arti mediche. La sua fama di guaritrice di ammalati affetti da gotta raggiunge il papa Sergio II il quale lo (la) convoca a Roma. Qui ottiene la stima del Vaticano, raggiunge e siede sul trono più ambito del mondo dell’epoca, quello pontificio. Durante una parata cade da cavallo per i dolori del parto e dà alla luce il figlio avuto dal suo amante sotto gli occhi increduli dei fedeli romani i quali, scoperto l’inganno, la uccidono. Alcune fonti indicano il parto stesso come causa del suo decesso. Altre che sia vissuta a lungo, nascosta in un convento. La storia di Giovanna, pur non essendo attendibile, è la storia di tutte le Anonimo firmate sotto le poesie e i racconti di cui non conosciamo l’autore… probabilmente perché l’autore è in realtà un’autrice rimasta taciuta dalla storia, una Giovanna che non ha avuto l’opportunità o la forza di ribellarsi al sistema patriarcale nei secoli dei secoli, finché la storia stessa non ha passato il microfono a una sua sorella d’anima.

Significato al dritto

La Papessa ci invita a rivolgere lo sguardo verso un più alto livello di conoscenza e consapevolezza, ad attingere dalla Luna e dalla sua maestosa reggenza tutta la potenza dell’universo femminile. Ci invita a nutrire la mente e a fecondare la nostra vita con la saggezza del suo Trionfo.

Significato al rovescio

Al rovescio questa carta ci mette in guardia da coloro che riteniamo falsamente depositari di certezze inconfutabili. Come diceva De Crescenzo nei suoi scritti e in Così parlò Bellavista: <<Il bene è il dubbio, quando voi incontrate una persona che ha dei dubbi state tranquilli, vuol dire che è una brava persona, vuol dire che è democratico, che è tollerante, quando invece incontrate questi qui [indicando il punto esclamativo], quelli che hanno le certezze, la fede incrollabile, e allora stateve accorte, vi dovete mettere paura, perché ricordatevi quello che vi dico: la fede è violenza, la fede in qualsiasi cosa è sempre violenza.>>

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Dominica Lucignano

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