“I nostri corpi sono i vostri campi di battaglia” di Isabelle Solas

Il documentario Nuestros cuerpos son sus campos de batalla (Francia, 2021) di Isabelle Solas prova a raccontare la storia di due attiviste, Claudia e Violeta, ma anche di comunità che includono e altre che escludono, di lotte, di Sudamerica, di oppressioni e sopravvissute. Di corpi e delle storie in essi chiuse o rinchiuse.

La bellezza dei documentari risiede nella base di verità raccontata – riprese di persone e luoghi, situazioni e momenti emblematici – ma anche di relazioni che l’occhio della regia, per questo film di Isabelle Solas, cattura e cuce assieme.

“In un’Argentina divisa tra un profondo conservatorismo e uno slancio senza precedenti nel femminismo, il film approfondisce il viaggio politico e le vite intime di Claudia e Violeta, donne trans che si identificano come transvestites1“. (Cineteca di Bologna) Ecco che, nel contesto argentino, Solas ritrae scene di vitta quotidiana di Violeta, nel suo lavoro di formatrice, ma anche dell’università, con corsi che portano alla riscoperta dei ruoli di genere imposti dal patriarcato e dei microtraumi che ognuna e ognuno di noi può aver subìto.

Cortei argentini per la legalizzazione dell’aborto (dublin films – les alchimistes)

L’intolleranza e la discriminazione si annidano nei posti più impensabili, dalle femministe trans-escludenti al razzismo verso le tante etnie migranti del Sud America, nel passato (per gli spostamenti dei colonizzatori europei, la tratta degli schiavi e le violenze cui le popolazioni indigene vennero sottoposte) ma anche presenti per necessità, lavoro, studio, ricerca di una vita migliore.

La sinossi presente su Mubi, riassume lo spirito combattivo ma anche la fatica delle lotte delle protagoniste del documentario “Intimamente intersezionali nell’abbracciare le diversità del corpo, in Argentina le attiviste transfemministe affrontano con coraggio, resilienza e gioia radicale le loro strenue battaglie”. (What’s on Mubi) Si tratta, infatti, di abbracciare la causa femminista riconoscendo e rendendo merito al movimento trans, quello non-binary, alla realtà di tutte quelle persone che lottano, per esempio, per il diritto all’aborto sicuro o per la sicurezza sul posto di lavoro.

«Spesso, per ignoranza, o perché non c’è informazione, o perché pensiamo che siamo noi “quelli normali”, discriminiamo, siamo violenti o violente, nei confronti degli altri. Penso che questi temi ci possano aiutare a ripensare il nostro posto in questo tipo di relazioni, come stiamo vivendo […] così che possiamo liberare anche noi stessi» come afferma Violeta conversando con il fratello maggiore.

Credo, infatti, che questo documentario sia utile per cominciare a domandarci quali siano i privilegi di persone nate in occidente, come persone cisgender, benestanti e tutti gli altri elementi della nostra formazione e della nostra identità che diamo per scontati ma che, in fondo, ci caratterizzano e ci rendono chi siamo.

I nostri corpi sono i nostri campi di battaglia. Ma è la consapevolezza che fa la differenza: stiamo lottando per i diritti dei nostri corpi e delle nostre sorelle? Stiamo ascoltando le storie di chi proviene da contesti diversi dai nostri? Stiamo lottando per un mondo più egualitario, trans-includente, rispettoso dell’ambiente e degli esseri viventi che lo abitano, oltre al genere umano? Sono le domande che, ad ogni visione, risuonano sempre più nella mia testa, ascoltando le testimonianze di Claudia, Violeta e le sorelle sudamericane.

Per approfondire:

Encuentro Plurinacional de Mujeres, Lesbianas, Travestis, Trans, Bisexuales, Intersexuales y No Binaries, linktree a tutti i canali ufficiali della 36a edizione.

P. Hill Collins, Intersecionality’s Definition Dilemmas, in “Annual Review Sociology”, Vol. 41, marzo 2015, pp. 1-20.

  1. M. Migliore, Travestitismo: significato e cause (www.serenis.it) ↩︎
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Gaia Zordan

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