Avevo caldo e voglia di libertà. Con Lorenzo abbiamo deciso di andare al mare per fare una nuotata e rilassarci su uno scoglio. Arrivati sul mare, a piedi nudi sugli scogli, abbiamo scelto un posto vicino all’acqua per poter entrare in mare più facilmente. L’acqua era di un blu intenso e lasciava intravedere in trasparenza parte del fondale roccioso, che dalla costa si immergeva in mare. Il fondale sembrava essere adornato da un tappeto morbidissimo in stile orientale tinto di colori tenui e rassicuranti, quasi un po’ sbiaditi.
Siamo subito entrati in acqua e dopo esserci infilati la maschera abbiamo scoperto il mondo sottomarino con tutti i suoi pesci e la sua ricca vegetazione. L’acqua era incredibilmente fresca ed in quel momento era piacevolissimo trovarsi immersi nella salatissima acqua del mare. La sensazione di trovarsi immersi in questo mezzo denso ed avvolgente, circondati dalla grandezza del mare, mi trasmetteva una sensazione di pace e serenità.
Il fondale era subito profondo e dopo aver studiato meglio se fosse stato possibile fare un bel tuffo, siamo saliti su una scogliera e ci siamo lasciati andare in mare. Non mi è mai piaciuta l’altezza, ma fare questi tuffi, da non troppo in alto, mi ha sempre dato una bella scarica di adrenalina e mi piaceva. Quando mi sono tuffata, ho sentito l’impatto con l’acqua fresca e sono sprofondata in mare insieme alle bolle che la mia acrobazia aveva creato. Ho perso la maschera ed abbiamo fatto una grossa risata. Poi si è tuffato Lorenzo e con molta più maestria ha creato un bellissimo gioco di schizzi e onde e non ha neanche perso la maschera.
Dopo qualche tuffo liberatorio ci siamo messi a nuotare ed a seguire i pesci, andando sempre più in profondità e risalendo velocemente per tornare a respirare in superficie. Cercavo di scendere il più possibile per farmi accarezzare il ventre dalle alghe di un verde brillante. Risalendo mi muovevo sinuosa, come se stessi ballando. Giocare nell’acqua mi rendeva felice e mi ha fatto ricordare della bellezza delle piccole cose.
Dopo essermi stancata, come un bambino che costruisce castelli di sabbia con la schiena al sole, sono risalita sul nostro scoglio e sono caduta in un sonno profondo. Da qualche tempo avrei avuto bisogno di riposarmi, ma la preoccupazione per la vita quotidiana mi impediva di avere un buon sonno ristoratore. Con i capelli bagnati, acconciati in una semplice treccia, e il costume umido, mi sono addormentata al sole. Un soffice vento soffiava dolce sulla mia pelle che si colorava d’oro sotto i raggi del sole.
Quando il vento smise di accarezzarmi, d’un tratto fu troppo caldo per poter rimanere stesa, quindi decisi di rientrare in acqua. Nuotai fino a che le rocce non mi portarono in una piccola baia di sassi. Mi avvicinai alla riva per vedere alcuni pesci e restai un po’ a galleggiare pigramente nell’acqua fresca. Dato che cominciavo ad avere un po’ di fame tornai da Lorenzo e mangiammo insieme un’insalata greca che avevamo preparato a casa.
-Hai aggiunto tantissimi semi! Credevo che non ti piacessero- gli dissi e lui mi rispose che avrebbe dovuto comprarli più spesso e mi chiese, -Tu dove li metteresti i semi? -. Risposi che sicuramente erano gustosi nell’insalata, ma che li avrei usati anche per una merenda con lo yogurt. -Non è che se poi li compro, finiamo per non utilizzarli mai vero? – mi disse, -la possibilità c’è- gli risposi ridendo.
A quel punto mi misi a leggere un libro molto bello, Quel libro mi piaceva talmente tanto che tutte le volte che lo leggevo, cercavo quasi di rallentare il ritmo per paura che finisse troppo presto. Insieme a Lorenzo poi ci siamo stesi in una piscinetta naturale con l’acqua bassa, creata dalle rocce che affioravano. Eravamo rimasti gli unici sul mare, quindi decisi di togliermi il costume per vedere il tramonto. Come due sessantottini, Lorenzo ed io eravamo nudi nella piscinetta, stesi sul morbidissimo tappeto di alghe che ricopriva il fondale. La luce stava scomparendo e tra una risata e l’altra, una riflessione e un piacevole silenzio, assaporavamo quel momento così dolce e intimo.