In seguito alla sentenza emanata da un PM presso la Cassazione di Benevento in cui si diceva che “ l’uomo doveva vincere le resistenze da parte della moglie” (cosa assurda), si passa ad un’altra sentenza, a Messina, in cui è stato condannato un uomo per aver baciato una donna sulla bocca.

Se ci si sofferma sul titolo dei giornali sembra di passare da un estremo all’altro. In realtà, se la prima sentenza poteva fare ‘scandalo’, non si può dire la stessa cosa per la seconda. A Benevento rivediamo la presenza di una mentalità e di una cultura maschilista e sessista, la quale non rispetta il no delle donne; donne che vengono viste come oggetti sessuali.

E, mentre a Benevento il caso è stato archiviato, nella seconda vicenda, invece, l’uomo protagonista è stato condannato in quanto ha fatto qualcosa contro la volontà della donna e, in più, ha posto verso i suoi confronti resistenza, impedendole di sottrarsi al quel bacio non voluto; è evidente ” la consumazione di questo reato in quanto “l’imputato ha stretto il viso della vittima bloccandola per imporle il bacio sulla bocca e, contemporaneamente, e, nonostante la resistenza oppostagli, le ha impedito di sfuggire alla sua presa”- scrive Repubblica.

L’uomo ed i suoi legali si sono presentati come innocenti ma, nonostante questa posizione, l’uomo è stato condannato a due anni di carcere, non prendendo in considerazione solo l’episodio del bacio, ma anche episodi di maltrattamenti avvenuti in precedenza.

Ma, analizziamo bene la situazione. Secondo l’articolo 609 bis del codice penale è violenza sessuale ogni atto compiuto in presenza di minacce, violenze e abuso di autorità con una pena che va dai 6 ai 12 anni di reclusione. Inoltre, si parla di violenza sessuale quando c’è un contatto diretto, non consensuale, con una delle otto zone erogene del corpo. Tra queste ritroviamo anche le labbra che, solitamente, sono le prime con cui si entra in contatto. Le altre zone erogene, che se toccate in modo non consensuale rientrano nell’ambito della violenza, sono: collo e clavicola, orecchie, glutei, interno del polso, capezzoli, piedi e testa. In questa vicenda, non solo c’è stato un contatto di una zona erogena, senza consenso, ma il contatto è avvenuto anche con l’uso della forza.

Molti sono stati i commenti contrari a questa sentenza, in cui la si descriveva come ‘inappropriata’ o ‘esagerata’. In realtà quest’ ultima, e la successiva condanna dal PM di Messina sono, sulla base dei codici del diritto penale, appropriate, così come è appropriato parlare di violenza sessuale.

Alessandra Quarto

violedimarzo

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