Ho visto un video l’altro giorno, ripubblicato da una mia cara amica. La ragazza in questo video elencava tutto ciò che la società ci dice di fare durante i nostri vent’anni. Dovremmo viaggiare il mondo, ma anche trascorrere più tempo con la nostra famiglia. Provare ad accumulare esperienze lavorative diverse, ma anche cominciare a costruire una nostra carriera. Trovare l’amore della nostra vita, ma anche divertirci e darci alla pazza gioia. Imparare a risparmiare, ma anche goderci la vita poiché si è giovani solo una volta. Avere un gigantesco gruppo di amici, ma anche coltivare le amicizie di lunga data.
Confesso di sentirmi un po’ oppressa da tutte queste tappe che dovremmo, in teoria, completare durante i nostri 20 anni. Io e diversi miei coetanei ci sentiamo un po’ persi dato che non sappiamo che direzione dare alla nostra vita. Non so, non sappiamo bene che strada imboccare. Mi chiedo, ci chiediamo se la direzione sia quella giusta e se, nel caso fosse sbagliata, si possa eventualmente rimediare. Siamo giovani, ma non troppo, adulti, ma non abbastanza.
Mi trovo costantemente in bilico tra milioni di scelte, scenari, opzioni, in quest’epoca della mia vita più che mai. Da un lato mi sento fortunata e privilegiata a poter scegliere cosa fare della mia vita, dall’altro temo di sbagliare e di pentirmene. Vivo costantemente tra il desiderio di scoperta, di avventura, di brivido e la volontà di trovare una certa stabilità, una routine, un mio luogo sicuro. Questa ambivalenza si riflette in moltissimi ambiti della mia vita. Prima dei trent’anni avrei voglia di trasferirmi dall’altra parte del mondo, cominciare un progetto artistico, comprare una casa, coltivare i legami con le persone a me care, innamorarmi, leggere i 258 libri che ci sono nella mia lista, guardare i 312 film che ci sono in un’altra mia lista, fare il cammino di Santiago, tornare in terapia, approfondire lo studio della psicologia, adottare un animale e fare dei tatuaggi. Ora, siamo d’accordo che si tratta progetti ambiziosi da portare avanti tutti assieme.
Sembra quasi che i 30 anni siano una data di scadenza o l’inizio di un declino: anzi, sono abbastanza sicura di averlo già sentito da qualche parte. Ma sarebbe grave se queste cose le volessi fare e le facessi anche dopo i miei vent’anni? Perché poi non dovrei più viaggiare, innamorarmi, sbagliare, crescere, leggere e creare a trenta, quaranta o cinquant’anni? Chi ha stabilito che ci sia un limite di età per vivere determinate esperienze?
Se delle volte mi sento emozionata per il futuro e per tutte le meravigliose esperienze che ancora mi attendono, delle altre provo un po’ di sconforto nel vedere che persone della mia età che sembrano avere già tutto chiaro. O almeno, cosi sembra. È sicuramente vero che ogni persona della mia età si trova in una fase della vita diversa, cosa che è influenzata anche dal contesto socioculturale in cui si vive. Certe persone vivono da sole da anni, certe vivono con coinquilini, certe vivono con il partner, certe con i genitori. Alcune persone non hanno mai avuto una relazione stabile, altre stanno per sposarsi, altre ancora hanno già avuto dei figli. Alcuni stanno ancora studiando, alcuni si barcamenano tra un lavoro e l’altro, alcuni ancora hanno ottenuto il lavoro dei loro sogni, altri alternano studio e lavoro e altri ancora hanno cominciato un nuovo percorso di studi. Potrei continuare con moltissimi altri esempi.
La questione delle relazioni la sento particolarmente mia. Se a 25 anni sei single, sembra essere un problema tuo, c’è qualcosa che non va in te. Magari nessuno te lo dice direttamente, ma certi te lo fanno capire con alcuni commenti, battutine, sguardi. Sembra che avere o non avere un partner alla nostra età sia una questione di bravura o di merito e, diciamocelo, sembra l’obiettivo di tanti quello di sistemarsi entro i 30 anni. È un discorso che mi fa arrabbiare e mi intristisce allo stesso tempo.
Mi piacerebbe avere una soluzione da proporre o qualche tipo di consiglio da dare per sentirsi meno “preoccupati”, passatemi il termine, a quest’età. Purtroppo, però, non ce l’ho e sono la prima che in certi momenti si sente spaesata e spaventata. Non sono sicura di star vivendo i miei 20 anni come dovrei, almeno secondo questa società. Le mie preoccupazioni e le mie insicurezze non riguardano solo il presente, ma anche e soprattutto il futuro, perché so che le scelte che prendo oggi influenzeranno il mio domani.
Quante volte abbiamo sentito la frase: “Se non le vivi ora certe cose, quando lo farai?”. Sono frasi come queste che plasmano i nostri pensieri, che ci fanno crescere – e invecchiare – con dubbi, insicurezze, angoscie. Mi sforzo di pensare che non ci sia nessuna data di scadenza, lo so che non c’è, ma chiaramente mi lascio influenzare e delle volte le mie convinzioni vacillano. E se ci sforzassimo di pensare che quelle “certe cose” da vivere ora, potremmo viverle anche tra tanti anni, invece? E se a questa domanda – insensata, permettetemelo – rispondessimo: “Quando ne avrò voglia: magari domani, magari a gennaio prossimo, magari fra due o dieci o trent’anni!” I pensieri sono tanti, le incertezze anche, cosi come i sogni e le speranze per il futuro. Una cosa però è, ovvero che non devo e non dobbiamo avere tutto chiaro oggi, o domani. E questo pensiero mi rassicura in un certo senso, poiché c’è tempo, ci sono possibilità ci saranno nuove scoperte, nuovi insegnamenti. Mi auguro e ci auguro che quello che oggi sembra insormontabile domani sia solamente un filo d’erba di fianco a un albero altissimo.
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