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Aggretsuko: sfogare la rabbia repressa con il metal

Stavo armeggiando con la watchlist di Netflix e mi è capitato sott’occhio un’anime cha avevo salvato qualche anno fa. Qualcosa aveva colpito la mia attenzione: una procione rosso di nome Retsuko che sfoga la rabbia repressa al karaoke. Cantando death metal.

Impiegata nella sezione contabile di una grande azienda di Tokyo, Retsuko ha venticinque anni e conduce una vita modesta. Durante i primissimi episodi, veniamo a conoscenza della frustrazione che abita il suo animo. Tanti soprusi e ingiustizie le capitano su base quotidiana: i colleghi più anziani e i superiori che approfittano della gerarchia, inciviltà dei concittadini, la fatica del condurre una vita tranquilla tra bollette da pagare e aspettative sia personali, sia familiari, sia sociali.

La bellezza di questo prodotto animato è proprio la sua spontaneità. Con un pizzico di eccentricità tipica dei cartoni animati e, in particolare, dello stile giapponese si assiste alla vita di questi animali antropomorfizzati nel Giappone contemporaneo. Tutte e tutti provano le emozioni nel loro spettro più ampio, dall’imbarazzo alla contentezza, dall’aggressività alla riconoscenza… il tutto condito da enormi dosi di rabbia repressa per l’infinito susseguirsi di soprusi e incidenti nella vita di Retsuko.

Può sembrare, per ciò che avete letto, una storia già sentita, una cronaca tristemente nota della faticosa vita di impiegate donne in ambienti soffocanti, con mobbing, nonnismo, sessismo e mille altre frustrazioni. Ebbene grazie alla musica Retsuko riesce a fuggire, anche solo per un poco. Grazie al karaoke, infatti, fuoriesce tutta la rabbia e la frustrazione e il senso di impotenza tanto da trasformarla anche d’aspetto

Ma vi è anche un’altra ragione che mi ha tenuta incollata allo schermo e che, di puntata in puntata, mi ha fatto innamorare di questa serie. Aggretsuko, cioè la fusione indissolubile tra Retsuko e la sua versione heavy/death metal/gore con cui esorcizza paure e avversità, è drammaticamente umana. Verrebbe da definire questa situazione con la parola inglese relatable, cioè una situazione con cui si empatizza perchè molto simile a quella provata dal pubblico.

La serie è veramente ricca di situazioni quotidiane, sperimentate da noi in prima persona o da chi conosciamo, da persone cui vogliamo bene e familiari, amici, partner… Vi sono quelle estremamente negative, che caratterizzano soprattutto il mondo delle relazioni e del mondo del lavoro, che definirei “adulte”.

Per citarne alcuni: il mobbing a lavoro subito in un momento di crisi, le aspettative disilluse dalla promozione di un collega, i conflitti madre-figlia, le tendenze depressive in momenti particolarmente difficili, lo sconforto per un demansionamento, la bruciante delusione di un’amore non corrisposto…

Ma vi sono anche altrettante situazioni “lievi”, come l’innamoramento, la solidarietà femminile, la stima tra colleghi, il sostegno di amiche e amici, la generosità e la gratuità dai personaggi più insospettabili. Nel corso di cinque stagioni Retsuko non abbandona mai la sua parte frustrata e repressa. impara, invece, a gestirla, a fare uno strumento utile per poter affrontare le novità e le solite vecchie situazioni (come un capo scontroso e figlio del patriarcato) crescere.

Dalle sbronze per una delusione d’amore, alla frustrazione per una madre invadente fino ad un periodo di ristrettezze economiche particolarmente grave, Retsuko trova la forza in sè stessa e nelle relazioni che ha tessuto nel tempo.

Le amicizie sono solide e si rivelano davvero fondamentali. La ricerca dell’autenticità, della felicità e dell’amore portano Retsuko a raggiungere obbiettivi per lei stessa, in primis, impensabili. Soprattutto, assieme a lei crescono anche le persone che la circondano. Migliorano coloro che si mettono in discussione ma che, soprattutto, si supportano a vicenda.

Non assolutamente un cartone animato da perdere, eclettico, frizzante e spassoso. Non mancano lacrime e risate a crepapelle, situazioni comiche e altre drammaticamente reali. Abbondano trame intrecciate e gossip, un ventaglio di eccentriche personalità, di sarcasmo e ironia sulla vita di tutti i giorni, quella dei giovani in un mondo precario e volubile come il nostro soprattutto!

Vi auguro di trovare una formula sana per sfogare tutto ciò che, fin troppo spesso, tratteniamo e seppelliamo dentro di noi. Come Retsuko non dimentica mai del tutto il karaoke e il metal.

Gaia Zordan

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