Categories: Femminismo

La signora Carla

“Caro amore,

Sono passati 7 mesi, ma per me è come fosse il primo giorno, amore immutato. Però d’altronde sarebbe egoismo da parte mia volerti qui, nonostante io senza di te stia male. Cerco di essere allegra e di pensare a tutti i nostri bei ricordi vissuti. Mi ricordo in ospedale a Padova, tu amore mio, eri sempre vicino a me. Abbiamo cercato di vivere normalmente, cercando di farmi vedere da te sempre serena. Non finirò mai di ringraziarti, tu per me hai lasciato tutto, niente più esisteva, esistevo solo io, ed io volevo vederti per mettermi tranquilla. Il ricordo più brutto è quando te ne sei andato da me. Io quella morte lì non l’ho accetata, è come fosse passato un sol giorno. Quando penso a te piango ancora. Ti auguro di essere in un posto meraviglioso e un domani, quando il Signore vorrà ricongiungermi a te sarà l’inizio di una nuova vita.

Tua Carla, con amore “

Carla è una signora anziana, ha una malattia agli occhi che nel giro di poco è progredita rendendola totalmente cieca, Sergio era suo marito e qualche mese fa è venuto a mancare nel sonno. Sono un’educatrice per la struttura in cui ora lei vive e le sono accanto tutti i giorni, la lettera qui sopra mi è stata dettata da lei. Una delle donne più forti che io abbia mai conosciuto, una volontà inaudita che racconta del suo amato commossa, ma al contempo ne ride. Quando penso all’amore, penso a loro. A lei. Noi donne sogniamo questo, viviamo di questo, ci ancoriamo ai film strappalacrime e ci diciamo che l’uomo che ci accompagnerà per tutta la vita sarà così. Ma poi quando lo è davvero? Poi quante volte ci accontentiamo? Quante volte ci assopiamo, mutiamo, cambiamo per loro?

I sentimenti sono da immaginare come delle perle di gomma morbida, le serbiamo anni su anni in una scatola e poi gli diamo aria. Quando apriamo il nostro scrigno le diamo in pasto al mondo senza troppi pensieri, ed è giusto così perchè solo in questo modo prendono vita, la razionalità li soffocherebbe. Si amalgano alle situazioni, creano fili invisibili e superano l’insuperabile. Ogni volta che un rapporto finisce penso che se fosse stato amore vero, quella relazione non si sarebbe conclusa. L’amore crea un filo illogico tra le persone che fa superare le incomprensioni, i momenti no, i problemi. Le nostre perle allora diventano una collana, decidiamo noi però con chi indossarla, e spesso sbagliamo soggetti. Ma non fa nulla, da ogni cosa s’impara, da ogni momento si cresce. Solo che non è da confondere. Insomma, i rapporti scontati, incollati da affetto e stima dovrebbero spaventare e non entusiasmare. Non è mai un porto sicuro l’amore. Esso ti guarda negli occhi e a volte ti dice che se ne va, e tu beh, devi esserne contento perchè vuoi solo il bene per lui. E’ come una madre che piange salutando il proprio figlio ma è serena perchè sa che nonstante si stia allontanando da lei, sta iniziando la sua vita e lo lascia andare.

Gelosie, ossessioni, possessività, noia, discussioni, non sono amore. Sono una fotocopia fatta da una stampante malconcia. L’amore rende liberi di essere se stessi con qualcun altro a fianco.

Un’ultima cosa, la mia signora Carla, capelli rossi e occhiali spessi, per riconoscermi mi chiama “A. quella del deficiente”, perchè le ho raccontato del mio ex e diciamo che è ben distante dal suo Sergio. Comunque sia, per consolarmi dal mio deficiente mi ha offerto una cioccolata calda e ha aggiunto una cosa: “Io nella mia vita non ho mai idealizzato il mio Sergio, Sergio era così”.

A.M

violedimarzo

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