Arte

Arcano numero zero: il Matto

Cominciamo un viaggio nel mazzo dei Visconti-Sforza alla scoperta dei ventidue arcani maggiori che meglio incarnano lo spirito della tarologia. Da questo mazzo risalente al XV secolo hanno preso origine la maggior parte dei mazzi di tarocchi del mondo. Si ritiene che le prestigiose illustrazioni ritraggano i membri della corte lombarda dei Visconti-Sforza.

Gli arcani maggiori o trionfi nella cartomanzia hanno il ruolo di guidarci nella rivelazione di noi stessi, poiché ciascuno di loro incarna un aspetto della realtà o una tappa del nostro viaggio. Un errore comune è ritenere che l’esoterismo legato ai tarocchi abbia la pretesa di rivelarci il futuro. In realtà il passato, il presente e il futuro sono intrecciati e rivelati dalle carte nella misura in cui noi vogliamo cogliere l’essenza di un arcano e trasferirla alla percezione che abbiamo nei confronti di noi stessi e di ciò che ci circonda. Una lettura non è una consulenza passiva ma la ricerca attiva della nostra consapevolezza del reale.

Via dei matti numero zero

Zero è il moltiplicatore universale: qualsiasi numero moltiplicato per zero restituisce lo zero. Il matto è un personaggio con il collare da giullare dal quale ha preso origine la carta jolly di qualsiasi altro mazzo di carte esistente. In origine rappresentava lo stolto, l’ingenuo, lo scemo del villaggio preso in giro da tutti e considerato inesperto, un illuso.

Se osserviamo attentamente l’illustrazione il matto è un giovane che decide di intraprendere un viaggio verso l’ignoto con indosso soltanto la sua leggerezza d’animo e una bisaccia, con lo sguardo rivolto verso il cielo e assolutamente niente da perdere. Il matto segna il vuoto dell’inizio, quel vuoto necessario ad intraprendere un nuovo viaggio, lo spazio della noia e della fantasia, la libertà assoluta che soltanto la follia ci concede. Un cagnolino gli morde la gamba cercando di metterlo in guardia dalle insidie e dai pericoli incontrati lungo il cammino, rappresenta l’unico contatto con la realtà che il matto possiede.

Il matto in una delle prime versioni del mazzo Visconti-Sforza.

La potenza di questo arcano è sottovalutata: è la prima o l’ultima carta del mazzo, non ha una numerologia predefinita, può ribaltare la situazione in ogni momento e ridere delle nostre certezze razionali. Il matto ci consiglia di azzerare le nostre sovrastrutture psicologiche e sociali per ripartire esattamente dalla versione più puerile e pura di noi stessi che poi è anche quella più vicina al vero.

Significato al dritto

Ci invita ad intraprendere un nuovo percorso con coraggio pur senza determinazione. Anzi, con il coraggio e la follia dell’indeterminazione. Anche se non sappiamo che direzione prendere ci invita a perderci. Solo vagando senza una meta in compagnia di noi stessi possiamo scoprire i paesaggi più inaspettati della nostra anima. Quando le opportunità arrivano senza cercarle attivamente ma buttandosi nella mischia sono ancora più rivelatorie e sorprendenti.

Significato al rovescio

Ci invita a riconsiderare i consigli di chi ci spinge forzatamente in una direzione. Meglio commettere errori di giudizio basandosi sulle proprie inconsapevoli scelte che precipitare per dar conto ad altre persone o situazioni. Gli errori commessi per mano nostra hanno molto più da insegnarci.

Il Matto non è dunque semplicemente un buffone… è un visionario, un profeta, uno spirito libero e creativo. Non a caso apre la strada all’arcano numero uno, il Mago, di cui parleremo prossimamente.

Dominica Lucignano

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