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Niente di vero (o forse sì) – Veronica Raimo e la sua verità

“È così che mi sento in ogni istante della mia vita: “Ma sì, dai, facciamo che sono io”.

Cenni introduttivi

Veronica Raimo è una scrittrice e traduttrice romana, che ci regala un romanzo all’apparenza scanzonato, pungente e pieno di autoironia che ci fa addirittura ridere a voce alta ma che ci fa pensare davvero tantissimo.

Niente di vero, è edito da Einaudi ed è vincitore del Premio Strega giovani.

Si parla di ricordi narrati affidandosi ad una memoria di donna adulta, quindi come suggerisce il titolo, forse falsati dalla memoria stessa, intinti nelle pagine di un diario mentale (e non solo) con una forte nota sottintesa: affidarsi alla memoria è una cosa bellissima tanto quanto pericolosa.

Linea temporale

Il volume è una sorta di stream of consciousness, la linea temporale non è dritta; si susseguono flashback a racconti ambientati nel presente, si parla quasi di “vite passate”, vite lontane come quella dell’infanzia, per poi tornare alla vita adulta.

Una scrittura semplice ma diretta

L’autrice scrive in prima persona con una prosa semplice e molto diretta ciò che è stata la sua vita. Parliamo quindi di un libro autobiografico: dalle prime esperienze sessuali, ad una madre troppo apprensiva, ad un fratello perfetto, intelligente agli occhi dei genitori e della società, al primo amore totalmente sbagliato e incasinato, una storia che ci appassiona tanto perché esattamente uno specchio di tante altre, delle nostre.

Il tema del cambiamento

Raimo riesce incredibilmente a far mettere il lettore nei suoi panni, tra una riga e un’altra perché infondo ciò che narra sono storie di adolescenza, di crescita, sono storie rivoluzionarie nel loro essere comuni.

Un tema fondamentale è quello del cambiamento. L’autrice sottolinea implicitamente quanto il cambiamento, forzato o meno, sia fondamentale nella vita e nella formazione di una persona. Il suo modo di raccontare i rapporti personali è molto agrodolce. Ma è anche crudamente realista

Una famiglia disfunzionale

Ed è qui che ci possiamo soffermare sul ruolo della famiglia. Raimo parla della madre in perenne apprensione nei confronti del fratello (ormai adulto), di un padre ipocondriaco che guarda i figli ancora bambini con distacco, che pi costringe in casa a leggere perche fuori c’è sempre qualcosa di troppo pericoloso. Parla dello straordinario rapporto con suo nonno, di uno zio violento e da cui stare decisamente alla larga.

È da questi presupposti che si snodano poi le relazioni con il mondo esterno: con Cecilia, la sua migliore amica negli anni dell’adolescenza, con il primo disastroso amore fuggito in Irlanda con un’altra, della convivenza con A.

È piuttosto difficile parlare di una biografia simile nel 2022, quando già nella nostra cerchia di persone più intime troviamo almeno una persona che ha problemi con i genitori, che si compara a fratelli e amici e questo viene straordinariamente normalizzato in poche pagine. 

Un talento unico quello della scrittrice di coinvolgere immediatamente il lettore nella sua vita, poche pagine e già siamo dentro al romanzo, ed empatizziamo e ridiamo finché non arrivano le pagine più dure, con le parole che arrivano dritte al cuore che ci fanno fare un sorriso storto, un po’ malinconico come a dire: è vero però, la vita funziona esattamente cosi.

Un romanzo, dunque, all’apparenza semplice che piano piano mostra tante debolezze e colpisce punti scoperti di ognuno di noi, ed è per questo che la lettura ci ingloba così tanto da non voler mettere giù il volume, per capire effettivamente come finisca una vita così comune e così, allo stesso tempo straordinaria

Claudia Fontana

violedimarzo

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