Femminismo

Sissi, principessa rivoluzionaria

Anticonformista, alla continua ricerca di una sua dimensione, restia al rispetto delle regole sociali e soprattutto di corte: il mito della principessa Sissi, principessa rivoluzionaria, perdura di generazione in generazione.

© Franz Xaver Winterhalter / Wikimedia Commons

Biografia

Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, meglio nota come Sissi, nasce a Monaco di Baviera nel 1837, dove trascorre l’infanzia. Conosce a 16 anni l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe dalla cui corrispondenza epistolare deriverà per errore il celebre soprannome “Sissi”: Elisabetta si firma come “Lisi”, ma Francesco Giuseppe lo interpreta come “Sisi”. I due giovani si sposeranno nel 1854; dal matrimonio nasceranno quattro figli. Il 1891 segna l’anno del suo assassinio, avvenuto per mano dell’anarchico Luigi Lucheni.

Sissi nella cultura popolare

La fama della principessa, simbolo di prestigio, eleganza e portamento, è stata alimentata in particolar modo da una popolare trilogia cinematografica che però non ha restituito un’immagine fedele e veritiera della nobildonna, ma ne ha anzi distorto la figura, a partire dal disegno del suo matrimonio, tutto fuorché idilliaco, fino al ritratto dei figli, ritraendo una principessa perfetta e mai scomposta, quasi marmorea.

È possibile però “conoscerla” veramente tramite il suo diario poetico, da cui emerge chiaramente la sua visione politica: Elisabetta appare a disagio nella sua condizione aristocratica né sembra condividere l’autoritarismo e la politica generalmente oppressiva degli Asburgo, tanto da sognare continuamente l’evasione.

© Emil Rabending / Wikimedia Commons

Fortemente sensibile alle condizioni sociali in cui versava la popolazione austriaca e ungherese, rattristata per la disparità socioeconomica fra lei e la gente comune, Elisabetta appoggiava ardentemente l’anticlericalismo, il liberalismo e ed era insofferente ad ogni forma di imposizione ed oppressione.

Nondimeno, in seguito al suicidio del figlio Rodolfo, la donna attraversa un lungo periodo di malessere fisico-psichico e di ossessione malata per il suo aspetto: in quest’occasione decide quindi di allontanarsi dall’ambiente degli Asburgo e girare l’Europa. Non potrà mai, però, togliersi di dosso quella corona che, nonostante la sua ideologia, sarà proprio il motivo della sua uccisione.

Aleggia quindi attorno a questa figura iconica un’immagine eccessivamente romanticizzata. Scavalcando quest’impalcatura di falsi miti, riusciremmo ad andare ben oltre una principessa sempre perfetta, trovando un personaggio enigmatico, forte e tormentato, un gabbiano intrappolato in una gabbia d’oro.

“Quella libertà che volevano rubarmi | quella libertà l’ho trovata nell’acqua | il mio cuore ha preferito fermarsi | piuttosto che uscirne in una cella.“

Un gabbiano di Nessun dove io sono, nessun lido considero mia patria, nessun luogo, nessun posto a sé mi lega; è di onda in onda invece che io volo“.

violedimarzo

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