Attualità

Il fiume della colpa

Ecco una serie di assunti:

– sei costretta a sopportare avances non gradite pur di non finire sul lastrico;

– l’uomo che dice di amarti non si preoccupa di toglierti da quella situazione, ma entra in sfida con il rivale;

– il rivale ti vuole e non rispetta i tuoi no, e insiste perché sa che non puoi toglierti da questa situazione altrimenti finiresti sul lastrico.

No, non è il 2023, ma un libro di Wilkie Collins, scrittore ottocentesco particolarmente conosciuto per i suoi libri gialli. Ne Il fiume della colpa il protagonista, Gerard Roylake, torna nella residenza di famiglia dopo un periodo di studio all’estero per prendere possesso dei suoi beni alla morte del padre. Nella tenuta incontra la figlia del mugnaio, Cristel Toller, che sembra essere spaventata da un uomo che vive in affitto in casa sua: quest’ultimo è conosciuto come inquilino ed è sordo. Gerard si innamora di Cristel ed entra in sfida con questo inquilino, anch’esso innamorato della fanciulla. Nonostante le paure di Cristel e le continue dichiarazioni che le avances dell’inquilino siano indesiderate, il padre di lei non può permettersi di mandarlo via e di perdere l’entrata dell’affitto.

Durante tutto il testo (che, devo ammettere, prende molto) ho provato un senso di compassione nei confronti di Cristel e una continua insofferenza per lei. Sono entrata in empatia con lei e mai ho messo in dubbio che l’inquilino fosse per lei fonte di ansia continua. Ciò su cui vorrei soffermarmi però è il comportamento di Gerard, il protagonista: ciò che sembra preoccuparlo non è l’incolumità della ragazza quanto piuttosto la sfida con l’inquilino per ottenere il suo amore.

Vi starete chiedendo se sia sicura di star parlando ancora di un libro e non dei giorni nostri. Ho voluto sfruttare il parallelismo perché riconosco ancora tanti meccanismi tossici nelle notizie recenti, peccato che la nostra sia la realtà.

Lo devo ammettere, scrivere un articolo dopo le recenti notizie non è facile. Non è facile rimanere in silenzio, non è facile parlare. Non è facile leggere i post sui social senza sentire uno squarcio nel petto. Non è facile leggere i commenti e pensare di aver fallito nel minimo ruolo di divulgazione che vorresti avere occupando questo piccolo spazio. Non è facile discutere con chi non vuol capire. Non è facile vedere tanta indifferenza da chi dovrebbe schierarsi al tuo fianco. Non è facile sentire “sì ma non tutti”.

Eppure non è ancora il tempo di riposarsi, di cedere: è tempo di agire. Il silenzio è stato per troppo tempo il monito più rivolto alle donne. Se anche non abbiamo più parole, facciamo uscire qualcosa. Di Cristel ce ne sono ancora troppe: trasformiamo quel sono all’imperfetto e lavoriamo affinché non diventi al futuro.

Gloria Fiorentini

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