In questi mesi, un po’ per caso e un po’ no, mi sono addentrata nello spettro aroace. A prescindere da quella che è la mia identità personale e del perché di questa ricerca, conoscere l’asessualità e l’aromanticismo mi ha insegnato tanto e mi ha dato l’opportunità di mettere in discussione alcuni dei luoghi comuni in cui spesso sono inciampata. Senza addentrarmi in cosa è o cosa non è l’asessualità o l’aromanticismo (ci sono sicuramente persone più competenti di me), sento di dover condividere ciò che ho appreso anche solo per stuzzicare l’interesse a chi pensa che questa tematica non l* possa toccare, o magari a chi, semplicemente, leggendo il titolo di questo articolo si sia chiest* cosa possa insegnare un orientamento.
Prima di tutto, ho imparato che in una relazione romantica non per forza deve esserci la componente sessuale. Si dà spesso per scontato che all’interno di una relazione tra due o più partner ci debba essere il sesso, ovviamente quello più canonico che possiate immaginare, come fosse una sorta di collante fisico ed emotivo tra due (o più) individui. Quante volte, nel momento in cui abbiamo conosciuto delle persone che si definiscono in una relazione, abbiamo dato per scontato che il sesso fosse parte della loro quotidianità? E, ancora più nello specifico, quante volte, quando abbiamo sentito di una coppia che pratica poco sesso, abbiamo pensato che la loro relazione fosse in crisi? Lo ammetto io per tutti voi: spesso, se non sempre. In realtà, ho imparato che non è il tipo di contatto fisico che due o più persone hanno (o non hanno) a sancire il tipo di relazione, ma siamo noi a scegliere le modalità con cui stare insieme e come determinarci (stante il fatto che possiamo benissimo anche non definirci). È vero che le etichette possono sembrare rigide, ma in realtà possono anche essere apposte e poi interpretate, possono espandersi come possono trasformarsi ed evolversi nel tempo: la relazione romantica può avere delle regole del tutto originali che io e le altre persone coinvolte abbiamo scelto di condividere.
Questo implica che possiamo fare sesso per tantissimo motivi, anche a prescindere dal tipo di attrazione che sentiamo per un’altra persona: posso fare sesso per piacere, per condividere un’esperienza in più con un’altra persona, per curiosità, per noia o per mille altre motivazioni del tutto personali. La centralità del discorso, infatti, non è tanto il tipo di rapporto che ho con l’altr*, ma è e sarà sempre il consenso. Se non voglio fare sesso con la persona che amo va benissimo così e se voglio farlo con persone che non amo è altrettanto valido.
Grazie allo spettro aroace, inoltre, ho imparato che ci sono diversi tipi di attrazione: romantica, platonica, estetica, sessuale… Insomma, non esiste solamente l’attrazione sessuale. I modi con cui siamo attratt* dalle altre persone sono variegati e ampliano le possibilità e i tipi di relazione che possiamo condurre. Aggiungo anche che se una persona non sente di provare alcuna di queste attrazioni, va benissimo lo stesso: possiamo anche avere delle relazioni bellissime anche senza l’amore romantico, o senza sesso, o senza provare piacere estetico ed essere al contempo totalmente soddisfatt* e appagat* dai nostri legami.
In un mondo in cui la centralità della coppia è sacra e intoccabile, bisogna però ammettere che è difficile pensare a un futuro senza partner romantic*: siamo costantemente bombardat* da storie d’amore, il matrimonio è ancora dipinto come l’aspirazione massima della nostra vita e la cura è demandata principalmente alla persona amata. Ma diciamolo a gran voce: non abbiamo per forza bisogno di un* partner romantic* per essere felici. Essere single (la cui parola rimanda proprio al concetto di “singol*”, “sol*”) non vuol dire essere una persona sola e triste. Inoltre, se sentiamo di voler passare più tempo, per esempio, con le persone amiche rispetto all* nostr* partner è giusto che sia così, o se a scegliere della mia vita in condizioni critiche preferisco sia qualcun* altr* oltre alla persona con cui sto conducendo una relazione romantica, è sacro santo che sia così. Siamo sempre noi a modellare la nostra realtà.
Vorrei concludere con un’altra grande verità: non avere così tanto interesse per il sesso non ci rende meno femminist*. L’autodeterminazione, che sta alla base del femminismo, non passa da dogmi o da scelte che dovremmo intraprendere o meno, ma dalla consapevolezza. Comprendere la realtà che ci sta intorno e arricchirla con esperienze diverse dalle nostre non fa altro che ampliare le nostre possibilità di esistere.
Insomma, spero di avervi convinto a conoscere e ad approfondire le istanze e le tematiche riguardanti lo spettro aroace per stravolgere la vostra prospettiva.