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At Last, Etta James

Primi anni

Etta James nasce il 25 gennaio del 1938 a Los Angeles da una ragazza madre e da padre sconosciuto con il nome di Jamesetta.

La madre vive in mezzo agli eccessi e alla sregolatezza, così Etta è costretta a dividersi tra famiglie affidatarie, riuscendo però a studiare canto grazie al direttore del coro della sua chiesa, a sud di Los Angeles.

Il periodo che segue è fatto ancora di infelicità e manipolazione, infatti, Etta, diventata ormai un piccolo talento attirò l’attenzione del padre affidatario che tentò di farsi pagare per le sue esibizioni senza successo. Cresce così tra botte, costretta dal padre a cantare per gli amici in piena notte, ubriachi. Violenza che si trascinerà per tutta la vita.

The Creolettes

Dopo pochi anni dall’inizio del suo successo, una giovane Etta decide di formare una rockband: The Creolettes, una band tutta al femminile che ebbe un fortunato incontro con il musicista Johnny Otis che cambiò il nome in the Peaches da cui Etta prenderà il soprannome Miss Peaches e diverrà poi definitivamente Etta James.

Le prime indecisioni

Le prime incisioni risalgono al 1955, con “Dance with me Henry” che in pochissimo tempo raggiunge la vetta della classifica Hot Rythm and Blues tracks, dando una possibilità enorme alle Peaches: aprire i concerti di Little Richard in tour negli States.

Lasciato il gruppo con l’arrivo dell’età adulta, Etta firma un contratto con la Chess Records.

I successi

Etta intraprende una relazione con Harvey Furqua, dei The Moonglows con il quale spesso duetta.

Nel 1960 viene pubblicato il suo album di punta At Last, un album ricco di sound che spazia dal soul, al jazz al blues e nel 1961, il singolo omonimo arriva al secondo posto diventando un’icona mondiale, simbolo perfetto di comunione tra ritmo coinvolgente e voce imperfetta.

“Oh, yeah, yeah, at last 
The skies above are blue
My heart was wrapped up in clover
The night I looked at you”

Etta continua sulla strada del jazz, aggiungendo poi qualche nota pop ma nonostante la notorietà che viene raggiunta negli anni sessanta il declino è dietro l’angolo.

Gli anni settanta, nonostante nuove incisioni e nuove uscite non furono brillanti per Etta che fa perdere traccia di se fino al 1984, quando David Wolper le concede l’onore di cantare “When the saints go marching in” all’apertura dei giochi olimpici tenutisi a Los Angeles.

“Oh when the saints go marching in 
When the saints go marching in
Yes I want to be in that number
When the saints go marching in”

Durante gli anni novanta, Etta ha una rinnovata fama grazie alle sue canzoni usate per la televisione e per le pubblicità, e nel 2008 sarà Beyoncé a rappresentarla nel film “Cadillac Records”, film biografico sulla casa di produzione Chess Records.

L’ultima apparizione di Etta avviene nel 2009, in cui cantando At Last, vince il premio della Blue Fondation come miglior artista femminile per la nona volta nella sua carriera.

“Whoo, I would rather, I would rather go blind, boy 
Then to see you walk away from me, child, no
Whoo, so you see, I love you so much
That I don't wanna watch you leave me, baby
Most of all, I just don't, I just don't wanna be free, no”

La morte

Nel 2011 viene pubblicato il suo ultimo album, “The Dreamer”, che l’artista rivelerà essere l’ultimo della sua carriera (e vita) a causa di un peggioramento delle condizioni di salute che la portarono ad annullare diverse date del tour del 2010.

Sono tante le cose da citare, la sua voce così unica, il suo aspetto completamente non ordinario, una vita privata turbolenta e un’infanzia segnante. Vogliamo però tutti ricordare la principessa del Blues, in alto tra le stelle luccicanti della musica mondiale che alla fine ha lasciato un segno in tutti i nostri cuori.

Claudia Fontana

violedimarzo

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