Categories: Femminismo

C’è un posto

C’è un posto che amo, lontano da qui, non ci si arriva mai. E se riesci beh, significa che di strada ne hai fatta tanta.

C’è un posto lontano da qui che è bello quanto la vita, ma a volte ti fa cadere e ogni volta devi ripartire per poter arrivare.

C’è un posto lontano da qui pieno di alberi e piante, e nessuno ha paura che dietro ci sia nascosto qualcosa di brutto.

C’è un posto lontano da qui che per ora non so raggiungere e resto ferma dove sono.


Sai, ascolto sempre ció che mi viene detto come fosse un testo da imparare, spesso mi chiedo se nonostante tutto, io stia facendo bene, se io mi stia impegnando davvero a migliorare o se ciò che faccio poi è nullo. A te capita?

Tutto si ricollega a quando sei piccol*, scovi li cosa ti manca. Resta sepolto come un gioco in giardino e ciò che puoi fare è solo cercare. Hai paura di sbagliare? Hai ansia? Hai vergogna? Tutto nasce da lì e resta statico fino a quando non torni piccol*.

Scavi, scavi, scavi, ti fai male e impari. Gioisci e impari.

Viviamo in un mondo fatto di giudizi, di persone sbagliate, di cattiveria, e no non è solo negativo ma quello c’è ed esiste, tutto gira e tu devi girare col tutto. Devi essere più forte, devi credere in te stess* e sapere quanto vali fino al punto da non dover più scavare. Quanta fatica.

Sono una di quelle che litiga e piange, che prende un calcio e si chiede per anni se a tirarlo sono stata io. Sono una di quelle si imbarazza e al contempo trova la forza di rivoluzionare un luogo chiedendo permesso mille volte. Sono una di quelle che dimagrisce, ingrassa, dimagrisce in base allo stato d’animo. Sono una di quelle che legge le proprie pagelle delle elementari e ci trova scritto, nelle note, che sono brava, disciplinata, ma che ho paura di sbagliare. E avevano ragione. Quella paura ce l’ho ancora a tal punto che il vostro giudizio per me, è più importante del mio.

La soluzione? Tornare bambin*. Non anagraficamente, ma interiormente. Anni fa sono scappata da casa della mia famiglia, traslocando nel giro di una settimana. A distanza di tempo sto cambiando ancora e mi rendo conto che l’unico luogo che devo affrontare, è proprio quello. Mi devo riconciliare rimettendo ad hoc tutto ciò che ho perso o lasciato. È inutile correre se non ti fermi a capire, è necessario tornare esattamente dove hai paura di stare.

Al contempo, dobbiamo proteggere i/le nostr* figl*, educare persone vive, libere, con pregi e difetti, che dovranno a loro volta scavare, ma non così a fondo.

Dobbiamo preservare noi stess* e le donne del futuro. Dire loro che va bene essere emancipat*, fort*, rivoluzionar* con figli/e a casa. Dobbiamo urlare a gran voce che le nostre mancanze non saranno vane, ma l’inizio di una vera e pura rinascita. Ci dobbiamo esprimere come ci va, dobbiamo avere coraggio, dobbiamo guardare al noi, come una sorellanza che cresce insieme giorno per giorno.


C’è un posto lontano da qui, che amo, l’ho già vissuto, l’ho già toccato, l’ho già esplorato. Ora devo solo ricostruirlo piano piano. E tu?

Giulia, 7 anni

A.

violedimarzo

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