Leggere Lolita a Teheran

Best seller scritto da Azar Nafisi, pubblicato nel 2003

L’autrice

Azar Nafisi, di origini Iraniane, nasce a Teheran nel 1948.

Molto importante per la storia del suo paese, fu infatti la prima donna a prendere parte al parlamento iraniano diventando anche sindaco di Teheran.

Professoressa di lettere prima nel suo paese di origine e poi negli Stati Uniti dove attualmente risiede.

Contro la censura dei classici come Lolita – per l’appunto – Madame Bovary e tanti altri, nel 2003 pubblica il suo Bestseller, delicato, complicato ma certamente un grido di giustizia: Leggere lolita a Teheran.

Il libro è interamente basato sull’esperienza dell’autrice e delle sue sette studentesse più promettenti durante il suo insegnamento di lettere in Iran.

A causa di una questione di sicurezza, l’autrice ha specificato di aver elaborato più attentamente e più volte il testo per far si che non si capisse l’identità delle persone coinvolte, certamente un gesto che molto fa pensare sulla posizione di donne e cultura nella politica del paese.

Lo stile, la struttura e la trama

Diviso in quattro macro parti: “Lolita”, “Gatsby”, “James”, “Austen” riprende non solo autori e/o personaggi letterari importanti per la cultura occidentale ma anche quelli più censurati e possibilmente scandalosi.

Come tutti sappiamo Lolita è infatti una storia che narra le vicende di una ragazzina, bambina, che si innamora e diventa in un certo senso vittima di una relazione estrema con un professore molto più grande di lei, in senari tragici e certamente erotici.

La politica è presente nel romanzo, infatti, ciò che spinge la professoressa ad interrompere il suo insegnamento alla Allamah Talatabei (Università di Teheran) è proprio quest’ultima a causa delle troppe restrizioni imposte al giovane pubblico femminile; decide così ogni giovedì mattina di riunione un gruppo di ragazze a casa sua per poter parlare, leggere e dibattere temi proibiti, libri in censura proprio presso la sua abitazione.

Ovviamente, come ci si può immaginare l’impresa è tutto tranne che facile, i grandi classici presi in considerazione per la sede di dibattito sono classici alla portata non solo di Lolita che fece scandalo anche in Occidente ma libri di Fitzgerald, Henry James, le Mille e una notte, Cime tempestose, tutte storie che implicano cose e narrazioni che secondo la politica iraniana una donna non deve sapere, non deve leggere, non deve avere la conoscenza di.

Durante il seminario numerosi sono i flashback che raccontano la vita delle studentesse, del perché sono lì e della loro vita nella repubblica islamica.

Una denuncia sociale molto forte

Si ha questo: una denuncia sociale in favore delle donne, giovani donne che attuano una rivolta silenziosa ma fondamentale: il diritto al sapere, il diritto alla conoscenza in un modo pieno di restrizioni e che pensa che il ruolo della donna sia esclusivamente quello di madre/moglie, conservatore e molto difficile, e non per ultimo molto lontano dalla realtà occidentale.

Sicuramente ora è importante- osservando il periodo storico che stiamo attraversando – avere la possibilità e il privilegio di leggere non solo Lolita ma anche questa piccola perla, visti i recenti avvenimenti di certo terribili che riguardano le donne nel medio oriente.

Una lettura non sicuramente facile, non leggera ma che porta nelle nostre case una realtà che può sembrarci lontana ma che sicuramente non lo è, quindi, buona lettura.

Claudia Fontana

violedimarzo

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