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Un piccolo viaggio

Dalla mia finestra si vedono le montagne. Sono alte alte, con le cime innevate, e quando arriva l’inverno la neve arriva anche in pianura, fino alla porta della mia casa, qui in questo piccolo paesino in cui però tutti si vogliono bene, nessuno si dice cose brutte alle spalle, nessuno si ammala. Nessuno qui è scortese o manca mai di fare un complimento, un sorriso gentile, nessuno esita nel dare una mano.

In questo paesino gli abitanti sono davvero pochi, tutti conoscono il panettiere e sanno quanto buono sia l’odore del pane appena sfornato la mattina presto, quando i bambini ci passano davanti prima di andare a scuola infatti si fermano sempre perché sanno bene che lui gliene farà assaggiare un pezzetto; tutti conoscono la libraia che ha affisso un bellissimo cartello con scritto che i libri sono di tutti e che lei è sempre li, anno dopo anno, per chiunque voglia fermarsi a fare due chiacchiere. Alla libraia si vuole molto bene, quasi tutti i pomeriggi il piccolo locale è pieno di gente di tutte le età, e siccome la bontà d’animo viene sempre ricambiata, ognuno le porta qualcosa: cose piccole, fatte a mano, cucinate con cura.

Io non so se questa libraia sia felice o meno, so solo che abita da sola, con due uccellini colorati che cantano tutto il giorno, un gatto molto pigro di nome Annie e con tanti tanti libri e ogni tanto mi chiedo se si fermi a guardare le montagne o se anche dalla sua casa si vedano bene come si vedono dalla mia.
Si dice però che la libraia venga da molto lontano.

Si dice che non è sempre stata felice e che è stata davvero molto difficile per lei arrivare qua e tutti pensano che in realtà sia un po’ triste, ma triste dentro perché sorride sempre e ha sempre belle parole da dire a tutti. 

Io non penso sia triste, penso che forse la sua storia sia triste, che forse per arrivare nel nostro paesino così bello, colorato e tranquillo, abbia passato qualche tempesta ma abbia imparato che la solitudine è una scelta ed è una scelta in cui lei la sera si coccola, alla luce di una lampada nella sua camera, con il piumone bianco per coprirsi dal freddo invernale e poi torna a scaldarsi in quello che è il suo posto: la sua libreria. 

Si pensa sia sola ma come fa lei ad essere sola, con i suoi due uccellini colorati e Annie, e tutte le persone che le fanno visita? Ed è per questo che sorride perché la sua solitudine ha aperto la strada – come fa lo spazzaneve quando di neve ce n’è troppa e non si può nemmeno camminare – ad un posto che può chiamare casa anche con la compagnia di se stessa, e delle montagne e delle cose piccole ma splendenti. 

Io alla libraia voglio molto bene, ma non so perché.
Forse un giorno capirò di più e spero di diventare proprio come lei da grande, e guardo ancora fuori dalla finestra prima di alzarmi, guardo ancora le mie montagne con le cime innevate e penso che questo strano viaggio sia proprio tanto bello. 

Claudia Fontana

violedimarzo

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