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Speak: una storia di dolore e silenzio. Perché non denunciamo la violenza

Speak è una storia che conosciamo fin troppo bene, purtroppo.

Perché è successo ad una conoscente, ad un’amica, a quella ragazza di cui parlano i giornali, a noi in prima persona.

[ TW: VIOLENZA SESSUALE ]

Vai ad una festa. Per divertiti, per socializzare, perché ti hanno trascinata le amiche, perché vuoi dimenticare i problemi e sentirti leggera.

Succede che a questa festa “abbassi la guardia”: forse bevi più del solito, o forse, semplicemente, ti fidi della persona sbagliata, del ragazzo sbagliato.

Succede che all’inizio lui è gentile, premuroso, divertente.

Tu stai bene, sei a tuo agio.

Magari sei piccola e timida e lui è uno dei ragazzi più belli della scuola.

Forse ti senti sola, forse sei afflitta dai problemi e penserai di aver trovato una persona con cui essere in sintonia. Ti aggrappi alla speranza di aver incontrato qualcuno con cui confidarti, che ti capisce, che ti vede per ciò che sei, che sa guardare oltre.

O magari semplicemente ti stai godendo una tranquilla serata di divertimento e socializzazione.

Poi il copione cambia. Lui è insistente, dominante. Inizia a prendersi delle libertà che però violano la tua, di libertà.

Cerchi di mettere dei limiti. Magari all’inizio lo fai in modo pacato, ma poi sei decisa. Dici NO.

Ma lui è incurante dei tuoi no. Lui si sente sempre più forte, e tu sempre più debole ed impotente.

Provi a lottare. Ma poi ti arrendi. Non riesci a sostenere ciò che ti sta succedendo.

Ti sentirai congelata, estraniata dal tuo corpo, come se non stesse accadendo a te.

Non può essere. Queste sono le cose che si leggono sui giornali, sono storie terribili che non capitano tutti i giorni. Non sta succedendo davvero, non a a me.

Forse prima di vivere questa esperienza non hai mai pensato a cosa accade dopo. O forse sì e hai sempre concluso che non denunciare fosse da codarde ed insensato.

Se ti fanno del male, tu denunci e ti credono. Sei la vittima e ti viene offerto tutto l’aiuto e il supporto, dalle autorità e dalle persone a te care.

O forse, leggendo queste vicende sui giornali, credevi che a te non sarebbe mai successa una cosa del genere. Forse hai addirittura sommessamente pensato che se la fossero un po’ cercata.

Invece ora capisci. Nella nitida e fredda crudeltà degli eventi tutto diventa terribilmente chiaro.

Anche tu non denunci e stai in silenzio.

Perché avevi bevuto, perché ti hanno vista con lui, ci hai ballato, lo hai baciato, lo hai seguito in un luogo appartato. Tutto ciò non ti rende vittima, ti rende complice e partecipe.

Te la sei cercata.

E poi cosa diranno le persone? A casa, a scuola, in paese…

Speak, una graphic novel di Laurie Halse Anderson, con i disegni di Emily Carroll

Speak è la versione a fumetti di un libro del 1999 di L. H. Anderson, di cui nel 2004 uscì anche il film con Kirsten Stewart.

Racconta la storia di una ragazza che, nell’estate prima di iniziare il liceo, viene violentata da uno dei suoi futuri compagni di scuola, un ragazzo più grande molto popolare e ben voluto.

Dopo la violenza, Melinda chiama la polizia ma, quando deve spiegare l’accaduto, le mancano le parole. La polizia arriva ugualmente alla festa e Melinda si trova così bollata come guastafeste.

L’anno scolastico inizia e Melinda è schiacciata del peso di quello che è successo. A peggiorare le cose c’è anche il comportamento de* compagn* di scuola, che non fanno che emarginarla e bullizzarla.

Melinda è cupa, silenziosa, triste. Si fa del male da sola, si provoca graffi e ferite, non fa che mordersi le labbra fino a farle sanguinare.

La graphic novel descrive in modo personale ed intimo i sentimenti di Melinda, e nello stesso tempo riesce ad essere una storia corale rivolta a tutte le donne che hanno subito violenza.

Testo ed immagini sono profondi ed empatici. Emerge una forte connessione tra disegni e psicologia, tratti che diventano fondamentali anche per la protagonista che decide di affidare la propria rabbia e tristezza all’arte.

Speak è una storia dura. Fondamentale. Tristemente universale.

Sono ancora tantissime le donne che vengono aggredite ogni giorno e che decidono di non denunciare. Perché alle spalle abbiamo una società e un sistema giudiziario che spesso fanno il gioco del carnefice.

Speak è un monito a parlare, ad alzarsi, a difendersi.

Speak si leva come un urlo nel silenzio a favore di tutte quelle donne incapaci di parlare, schiacciate dalla paura di un mondo che non sa difenderle.

violedimarzo

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