Attualità

Il nuovo vocabolario Treccani

L’uscita del nuovo vocabolario Treccani a cura di Valeria della Valle e Giuseppe Patota non è di certo passata inosservata. Per quanto l’attenzione alla lingua italiana sia tale (almeno in apparenza) che sembra di essere circondati da esperti del settore (si vedano i commenti sotto ai post della sociolinguista Vera Gheno, di cui abbiamo parlato qui), sono stati sprecati fiumi di inchiostro su questo vocabolario. Perché? Per capirlo, sono stata alla presentazione curata dalla fiera del libro Testo a Firenze.

Il nuovo Treccani

La novità del vocabolario

La principale novità all’interno del libro è la lemmatizzazione sia della voce femminile che di quella maschile. Cosa vuol dire lemmatizzare? Il lemma è la parolina in grassetto che si trova nel vocabolario, quella a cui fanno riferimento tutte le altre. In poche parole: se leggessi la frase “il coniglio ziga” e non sapessi cosa vuol dire ziga, cercherei sul vocabolario zigare. Ecco, il fatto che una parola, in questo caso un verbo, ne contenga al suo interno tante altre, costringe a scegliere una sola parola da inserire nel vocabolario. Quella parola si dice dunque lemmatizzata.

Tornando a noi: se in un vocabolario normale cercassimo cosa vuol dire amici, per cercarlo andremo alla lettera A e cercheremmo AMICO. Su questo vocabolario però ci sarebbe una bella sorpresa: non lo troveremmo! Perché, come ogni bambino sa, questo genere di libri segue l’ordine alfabetico. Quindi, se sono lemmatizzate le parole maschili e femminili, e la A viene prima della O, dovremmo cercare AMICA.

Accanto alla parola amica troveremmo la parola amico e poi il loro significato.

Foto dalla presentazione del vocabolario a Testo, 26.02.23, Firenze.

Perché è così importante?

Sento già le voci di chi dirà che “non serviva a niente mettere la forma femminile, tutti la conoscono già”. Ebbene, credo che trascrivere le parole di Valeria della Valle, linguista e curatrice del volume, possa essere molto più esemplificativo di qualunque spiegazione:

Anche i nomi di professioni, ruoli, cariche, mestieri hanno il femminile. Si troverà chirurga accanto a chirurgo, avvocata accanto ad avvocato, parole che finalmente hanno trovato lo spazio che meritano. Fino a questo momento non lo avevano, assecondando il pregiudizio secondo il quale “certe parole suonano male”. Noi con questo vocabolario speriamo che qualcuna finalmente potrà dire, oggi o fra dieci anni, che usa quel termine e lo usa perché è corretto, perché lo dice Treccani. Questo sarà l’applauso che ci farà piacere sentire.

Valeria della Valle

Gloria Fiorentini

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