Una stanza tutta per sé è uno dei saggi più amati e noti di Virginia Woolf; un testo intriso di spunti sulla questione femminile negli anni venti del ‘900 ma pur sempre estremamente attuali.
Virginia Woolf nasce a Londra nel 1882. Entra nel mondo letterario già in tenera età dal momento in cui la sua casa era spesso frequentata da scrittori come Hardy o James.
Studiò in casa, mentre ai fratelli fu concesso di studiare al college, cosa che colpì Virginia facendo si che iniziasse a capire il divario sociale tra uomo e donna e a farne, nel corso della sua vita una lotta costante alla parità dei diritti.
Scrisse testi molto importanti per la letteratura modernista, portando al suo lavoro letterario tecniche nuove, come i flussi di pensieri contenuti in testi molto noti come Al faro e La Signora Dalloway.
Soffrì di depressione, la causa scatenante fu la morte di sua madre; si unì ben presto al movimento di lotta per i diritti delle donne.
È tutt’ora considerata una delle massime esponenti della letteratura europea novecentesca.
Il saggio in questione è sicuramente un masterpiece pubblicato per la prima volta nell’ottobre del 1929. Un masterpiece che ogni donna dovrebbe leggere per aver ben chiara la posizione della Woolf rispetto a cosa serva a una donna per essere libera; è proprio tra queste pagine che si assiste alla realizzazione dell’attivismo, della questione femminista e della parità.
Nonostante l’intento sia di matrice positiva, il saggio lascia molti punti vuoti – se così possiamo definirli – per il semplice motivo che i diritti da lei e da tutte le donne sue seguaci tanto agognati, non arrivano e non si sa se arriveranno mai.
Ciò che salta senz’altro all’occhio è una ironia pungente, la penna della Woolf è sempre molto audace, e senz’altro figlia di un tempo dove le sperimentazioni (Joyce ad esempio) in campo letterario erano all’ordine del giorno.
I temi sono variegati: dignità, lavoro, creatività, ma soprattutto un grande consiglio alla base del testo: avere fiducia e coraggio.
“Una donna deve avere soldi e una stanza suoi propri se vuole scrivere romanzi.”
Avere una stanza tutta per sé, dice la scrittrice, è sostanzialmente tutto ciò che serve ad una donna per scrivere, per avere un lavoro ed una indipendenza. Una stanza tutta per sé è quel posto, quel momento, che prima o poi dovrà arrivare a discapito di tutto e di tutti per un mondo senza disuguaglianze sociali tra uomini e donne, razza e classe sociale; in questo squarcio un po’ forse utopico non dimentichiamoci mai di continuare a cercarla, questa stanza.
“Chiudete a doppia mandata le vostre biblioteche, se volete; ma non c'è nessun cancello, nessun lucchetto, nessun catenaccio che potete mettere alla libertà della mia mente.”
Claudia Fontana
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