Femminismo

Il racconto del doppio standard nei media: l’esempio di Zerocalcare

Forse non tutti hanno sentito parlare di doppio standard, anche perché cercandolo sul dizionario Treccani online non compare. O meglio, nel vocabolario online più cliccato del web compare sì l’accezione di doppiopesismo, ma in riferimento al «linguaggio politico e giornalistico», senza menzione per il doppio standard sessista. Affidiamoci quindi a Wikipedia, croce e delizia di studenti e professori, per la definizione:

Il doppio standard consiste nell’applicazione di principi di giudizio diversi per situazioni simili, o nei confronti di persone diverse che si trovino nella stessa situazione. Il doppio standard può prendere la forma di un giudizio morale che considera accettabile un determinato concetto (una norma sociale, una regola, una frase, un apprezzamento) se applicato da un gruppo di persone, mentre è considerato inaccettabile, o tabù, se applicato da un diverso gruppo. Ad esempio, il concetto di doppio standard è stato applicato a differenti strutture morali sugli uomini rispetto alle donne.

Parlare di doppio standard non è facile perché non è immediatamente riconoscibile, a differenza di altre forme di violenza, le quali sono (più o meno) percepite dai più. Ho recentemente guardato la serie Netflix Strappare lungo i bordi di Zerocalcare, autore che conoscevo ma di cui non avevo mai letto niente. La serie è davvero una chicca e consiglio di recuperarla. Tra gli altri argomenti trattati, Zerocalcare affronta con il suo umorismo anche il doppio standard. In breve in una sequenza della seconda puntata l’io-personaggio dell’autore affronta un imprevisto capitatogli mentre è in macchina con la sua amica Sara: si buca la gomma della ruota e Zero prova a cambiarla senza riuscirci. La sua amica allora gli suggerisce di chiedere aiuto ai passanti, e da lì parte il monologo legato al doppio standard: «Te se stai da sola puoi chiede aiuto perché il tuo destino nella società patriarcale è quello di partori’ regazzini e fa’ le crostate al cardamomo, e quindi se sbagli a mette il crick fai tenerezza come il gattino che s’impiccia col gomitolo… io in quanto maschio solo tre cose devo sape’ fa’: cacciare, commenta’ la serie A e capicce de machine. Se io chiedo aiuto pe ’na gomma non sto a chiede aiuto, sto insultando Dio e la Patria e tutto ciò di più sacro su cui si fonda la Nazione per la quale i nostri avi hanno versato sangue e lacrime».

Ovviamente il monologo è ironico, ma come tutte le opere umoristiche cela un fondo di verità: una delle prime cose che viene insegnato ai ragazzi anche prima di essere neopatentati è come cambiare una gomma bucata, cosa che viene insegnata anche alle ragazze certo, ma per gli uomini è un requisito fondamentale per l’esistenza. Come giustamente ci insegna Pirandello nel saggio L’Umorismo, inizialmente avvertiamo il sentimento del contrario e ridiamo di questa battuta, poi però interviene in noi la riflessione ed «ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario». Riflettendo, anche i più scettici possono rendersi conto che questa differenza di genere è applicata in vari ambiti quotidiani, e lascio qui altre immagini esemplificative che possano far scaturire in noi un nuovo sentimento del contrario.

Qualcuno forse sta già pensando che questo sia un problema solo per le donne, ma come sempre la mentalità patriarcale colpisce anche gli uomini, come si può vedere qui.
Le due donne, commentando l’aspetto di un’attrice del loro stesso sesso, non subiscono alcun giudizio. Al contrario la sentenza, che sfocia nell’omofobia, è presto fatta per un uomo che discute della bellezza di un attore del suo stesso sesso.

Certo, queste vignette non possono rappresentare veramente il doppio standard che quotidianamente ognuno/a vive sulla sua pelle, né questo articolo ha un fine didattico, bensì solo propedeutico: così che il doppio standard possa cominciare ad essere riconosciuto ogni giorno.

Fonti: Treccani online, voce “Doppio standard” su Wikipedia, Strappare lungo i bordi di Zerocalcare per Netflix, L’Umorismo di Luigi Pirandello

Gloria Fiorentini

Gloria Fiorentini

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