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Fernanda Pivano: il “sogno” americano

Fernanda Pivano è stata una traduttrice, scittrice, saggista, critica e accademica italiana. Possiamo certamente definirla “esportatrice” della cultura Americana, nello specifico, la cultura beat, nel bel paese.

Fernanda, detta Nanda, nasce a Genova nel 1917 in un contesto agiato e borghese; la vita della scrittrice venuta a mancare nel 2009, è subito segnata da incontri molto fortunati: primo tra tutti quello con Cesare Pavese, suo insegnante di italiano alle superiori. Pavese sarà una figura cruciale all’interno del processo di formazione dell’autrice iniziandola alla conoscenza della letteratura d’oltreoceano.

Fernanda Pivano e Jack Kerouac

L’inizio della carriera come traduttrice

Nella metà degli anni 40, Fernanda, traduce illegalmente Addio alle armi, masterpiece di Ernest Hemingway, rimanendo così affascinata dal mondo della lost generation da voler continuare la sua ricerca coinvolgendo anche altri autori appartenuti a quella stessa generazione tra cui i più celebri Fitzgerald e Gertrude Stein.

La scoperta dell’America

Fernanda Pivano intraprende il suo primo viaggio negli Stati Uniti nel 1956, in America erano anni di profondo cambiamento, gli schieramenti politici e, in questo caso culturali e letterari erano estremamente opposti.

I tranqulized fifties, così chiamati, esigevano un popolo tranquillo e “sedato” dopo gli strascichi di paura lasciati dalla seconda guerra mondiale e la nuova paura della bomba atomica.

Il mondo che Fernanda scopre è invece composto da poeti e letterati visionari, da i beat, la fetta di popolazione che tutto voleva fuorché la tranquillità.

Gingsberg, Ferlinghetti, Corso, Kerouac, i principali esponenti di questo movimento, iniziano ad essere sostenuti dalla scrittrice con enorme entusiasmo e curiosità; diventa così la portatrice, la colonna portante della cultura beat in Italia, diventando un vero e proprio simbolo per intere generazioni.

Appassionata anche di musica si avvicinerà a diversi cantautori, da Fabrizio De Andrè a Bob Dylan, dando loro il giusto appellativo di poeti.

Fernanda Pivano è stata una donna che ha creato, non nel suo piccolo, ma bensì su scala globale, una grande rivoluzione culturale.

L’America ora non sembra più così lontana, gli anni sessanta, le rivoluzioni si integrano a nuova letteratura, nuovi punti di vista lontani eppure resi così vicini.

Whitman, Hemingway, Edgard lee Masters diventano alla portata di tutti in un’Italia che sta urlando al cambiamento, alla cultura come arma, contro un mondo che sembra voler rimanere fermo e impassibile.

Fernanda Pivano e Fabrizio De André

Un metodo critico

Fernanda Pivano, dunque, grazie ad un metodo critico nuovo, basandosi su una testimonianza diretta, su fatti storici e sociali è un orgoglio ed un fenomeno letterario assoluto.

Bibliografia, per approfondire (fonte: Treccani):

-La balena bianca e altri miti (1961)
-America rossa e nera (1964)
-Beat Hippie Yippie (1972)
-Altri amici, altri scrittori (1997)
-Album americano: dalla generazione perduta agli scrittori della realtà virtuale (1997)
-Viaggio americano (1997) -Dreamers: la generazione che ha cambiato l’America (1998)
-Dopo Hemingway: libri, arte ed emozioni d’America (2000)
-Un po’ di emozioni (2002)
-The beat goes on (2004)
-I miei amici cantautori (2005)
-Pagine americane (2005)
-Lo scrittore americano e la ragazza perbene: storia di un amore: Nelson Algren e Simone de Beauvoir (2007).

Claudia Fontana

violedimarzo

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