Il potere dell’ascolto gentile

“Ogni strada è uguale all’altra, sono fatte tutte di cemento e mattoni. Sei tu che ci cammini che puoi fare la differenza.”

Nonna Ada

La tatuatrice gentile è un libro sottile, ma pieno di luce.
Racconta la storia di Lara, tatuatrice milanese con il dono di saper ascoltare le persone che arrivano da lei per tatuarsi, e restituire ciò che percepisce sotto forma di tatuaggi delicati e potentissimi.

Tra le pagine del libro possiamo intravedere, come attraverso una tenda che si muove nel vento in un pomeriggio d’estate, le vite di Chiara, Valentina, Luca e Francesca e quella della stessa Lara. Vite che si intrecciano, circondate da un fascio di luce luminosa che è la figura di Nonna Ada.

Si intrecciano perché è così la vita: non siamo mai i soli a vivere una determinata esperienza, cambia solo il modo in cui la rielaboriamo e ciò che decidiamo di portarci via. Perché poi tanto va avanti lo stesso, che ci piaccia o meno quello che ci accade, quindi visto che siamo in pista tanto vale ballare. Scoordinati, non sempre a ritmo, quello che conta è scegliere sempre di essere la versione più autentica di noi stesse.
Ed è quello che fa Lara, con coraggio e con gli occhi ed il cuore aperti.
Non voglio anticiparvi nulla della trama, perché rischierei di rovinarvi il viaggio, ma quello che posso dire è che la tatuatrice gentile celebra la vita in tutta la sua meravigliosa imperfezione.
Parliamo di un inno all’ascolto, quello che parte dal cuore e non dalle orecchie, e che ci aiuta a entrare in sintonia con l’altro, fino a capire che in fondo non siamo dei singoli individui che si muovono in modo confuso e solitario nel mondo, ma siamo una rete di persone, tutte interconnesse perché siamo tutti qui per vivere il tempo che ci è stato donato nel miglior modo possibile.
E per miglior modo non intendo sforzandoci di entrare in canoni e schemi che ci stanno stretti, o rimanere nel personaggio che il contesto in cui siamo cresciute ci ha affibbiato.
No.
Se quella maschera ci soffoca e ci sta stretta è un nostro dovere tirarla via e mostrarci al mondo per quello che siamo, perché è l’unico modo per essere felici.
C’è stato un passaggio del libro che mi ha colpito come un pugno nello stomaco, perché avrei davvero potuto scriverlo io:

“Anche se capiva di essere entrata a fare parte della Milano alla quale tanti ambiscono - la Milano delle riunioni interminabili, degli aperitivi di lavoro e dei clienti importanti, quella dei tacchi alti e delle email a notte inoltrata - non riusciva a sentirsi completamente soddisfatta. E questo la faceva sentire in colpa. “

Ero arrivata anche io lì. In cima al palazzo, un piano dopo l’altro. Eppure ero infelice, e Dio solo sa quanto mi sentissi in colpa per questo. Tutti i sacrifici, gli anni di studio e di gavetta, come era possibile non essere felice? Che problema avevo?

Quando la mia voce interiore mi ha detto cosa non andava, quando finalmente è riuscita a farsi spazio nel caos che avevo dentro, ecco, vorrei dirti che l’ho ascoltata subito e che è andato tutto per il meglio.
Ma non è così, perché l’ho zittita bruscamente: avrei dovuto lasciare il lavoro dei miei sogni, il contratto a tempo indeterminato, per quello? Ma assolutamente no, che cosa avrebbero pensato i miei genitori, i miei amici? Con che arroganza avrei potuto buttare via quello che in tanti cercavano disperatamente per un sogno?

Nessuna arroganza, ha continuato a insistere quella voce gentile.
Solo ascolto e amore nei confronti di te stessa.
E così, come Lara, ho fatto la mia scelta.
Ho accettato che l’imperfezione fa parte della vita, e che ciò che la rende speciale è l’amore delle persone che ci circondano e ci comprendono, e poco importa se sono poche o se è una sola. L’altra saremo sempre noi, se riusciremo sempre ad ascoltare la nostra voce: perché in fondo non è poi così sommessa. Se ascoltiamo bene sentiremo che fa parte di un coro di anime simili a noi, vicinissime, come i puntini che compongono la linea sottile di un tatuaggio.

Il libro “La tatuatrice Gentile” è scritto da Lucille Ninivaggi, pubblicato da Mondadori. Lo trovate qui.

Michela Papagno

violedimarzo

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