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Dal bookclub Storie di corpi – Francesco Cicconetti “Scheletro femmina”

Prima di leggere “Scheletro femmina” di Francesco Cicconetti m’immaginavo mi sarei immersa in una narrazione struggente di una transizione, esperienza che personalmente non ho mai avuto il bisogno di vivere e, quindi, ho ritenuto che non avrei empatizzato troppo con il vissuto del protagonista. Eppure, dopo averlo letto, non solo ho capito che “Scheletro femmina” è molto più di questo, e la vita in generale è sempre qualcosa di più, ma che la storia di Francesco può toccare chiunque.


Capelli corti, vicinanza al gruppo dei maschi, voglia di indossare il grembiule blu: sembrerebbe la descrizione di un bambino, ma Francesco è una bambina; o meglio, viene socializzata come tale. In quanto percepita come femmina, la scelta di tenere i capelli corti viene vista come anomala e la vicinanza con i maschi come il suo amore per Pietro: è l’esterno ad attribuire ai comportamenti di Francesco dei significati, mai non lui. Il grembiule blu rimane un segreto, è un simbolo troppo maschile per essere mostrato. Mi chiedo: quante volte, fin da piccola, io stessa sono stati incasellata in regole rigide e strette categorie a cui è stato difficile ribellarmi? È davvero facile essere persone libere di comprendere il proprio essere in questo schema predefinito? Ma non solo questo: mi sono chiesta quanto sia speciale il rapporto di Francesca con la mamma e con la nonna, come le mie nonne siano state speciali e come l’amore da bambin* sia una cosa tutta da scoprire.


Francesco cresce, ma il suo corpo sembra seguire una direzione diversa dalla sua. Mentre le sue amicizie iniziano a vivere la sessualità, lui si blocca. Il suo corpo viene spezzato in tanti frammenti, non è un insieme, ma è formato da tante parti che generano disgusto in modi anche differenti. Francesco, inoltre, è anche la ragazza che fa basket, ha una relazione con un ragazzo e una grande amica, Michela, che mi fa riflettere sulla libertà. Il rapporto con la madre cambia, la nonna è una costante. Torna Sara e con lei arriva il sesso, ma non come ce lo si immagina: il corpo di Francesco si rifiuta di mostrarsi, non si lascia andare, la nudità è un problema. E penso a me, alle prime esperienze con il sesso, alla confusione e al disagio di fronte a tutte le aspettative che vengono da fuori.


Francesco è ormai pronto ad affrontare la transizione. Deve sicuramente fronteggiare tanti ostacoli, soffre e fa soffrire le persone intorno a lui, ma va avanti nel percorso. Deve lasciare indietro la fisicità di Francesca, deve dirle in qualche modo addio e nel mentre il suo amore e le sue relazioni proseguono. L’amore con Sara si complica, arriva l’appoggio del suo nuovo coinquilino e amico, la madre e la nonna restano dei punti fissi. Subentra la possessione e la gelosia, raccontata in modo così stereotipato da sembrare naturale. Ho pensato alla mia di gelosia, al fatto che forse non è una sensazione che arriva all’improvviso, ma che nasce da un altro disagio, nasce da me.


Insomma, il libro di Francesco è una grande storia d’amore (e lo capirete leggendolo). Potrei fare tantissimi altri esempi di punti di contatto con il suo vissuto, ma mi dilungherei troppo. Non voglio assolutamente minimizzare il dolore e le sensazioni che nascono dall’essere socializzat* con il genere opposto al proprio, questo non lo capirò mai a fondo e sono sicuramente privilegiata e in qualche modo fortunata a non aver provato esperienza. Ma, se incontrassi Francesco, rivedrei una piccola parte di me anche in lui.

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Ilaria Rusconi

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