Che cos’è l’anarchia relazionale?

Qualche tempo fa ho visto un video di Giulia Zollino, educatrice sessuale, content creator e antropologa, che parlava di un concetto che fino a quel momento non conoscevo, ovvero l’anarchia relazionale. Si tratta, come lei dice, di un tentativo di applicare i principi anarchici all’ambito relazionale. Se su google si scrive “anarchia relazionale” nella barra di ricerca di legge: “L’anarchia relazionale è una filosofia che promuove la libertà e l’autonomia nella gestione delle relazioni interpersonali e dei legami romantici, sessuali e amicali”.

Nella nostra società, infatti, le relazioni amicali, romantiche e sessuali sono sottoposte a regole più o meno fisse, spesso senza che ce ne rendiamo conto. In altre parole, una relazione di qualsiasi tipo tra due persone deve rispettare determinati paletti, per essere socialmente accettata. L’anarchia relazionale è quindi uno stile relazionale e, in maniera più estesa, di vita, che si oppone alla normatività e alle categorie. In sostanza, l’anarchia relazionale si ribella alle aspettative di diritti che subiamo, che non abbiamo stipulato e che sono intrinsechi a qualsiasi legame interpersonale. 

Il termine “anarchia relazionale” è nato in Svezia nel 2005, nell’ambito dell’anarchismo politico. Fu Andie Nordgren a parlarne per la prima volta e lei stessa scriverà anche un manifesto dell’anarchia relazionale. Eccone i punti principali:

L’amore è abbondante e ogni relazione è unica;

L’amore è rispetto anziché dovere;

Trova i tuoi valori nelle relazioni;

L’eterosessismo è dilagante, ma non lasciarti impaurire;

Costruisci il piacevolmente inatteso;

Fake it until you make it;

Fidarsi è meglio; 

Cambia attraverso la comunicazione;

Personalizza i tuoi impegni.

L’anarchia relazionale, inoltre, è un invito a ribellarsi alle “gerarchie” tradizionali attribuite ai vari tipi di relazione. Mi spiego meglio: molte volte siamo abituati, più o meno consciamente, ad attribuire una maggiore importanza ai partner “romantici”, ad esempio. Se ci pensiamo, diamo per scontato che sia normale e giusto dedicare una certa quantità di tempo al nostro partner, ma non alle nostre amicizie. O meglio, spesso regna la mentalità per cui gli amici siano meno importanti rispetto a un eventuale partner, per cui gli si dedica del tempo “secondario”. Perché, ad esempio, non dedichiamo una sera alla settimana alle nostre amicizie così come molto spesso si fa con la persona che stiamo frequentando? 

Sono chiaramente concetti più semplici a dirsi che a farsi. Si tratta di convinzioni così radicate nella nostra mente che è molto difficile riconoscerle e ancora di più abbatterle. L’anarchia relazionale è interessante proprio perché ci invita all’autogestione delle nostre relazioni e a interagire con l’altro nel modo in cui crediamo più opportuno, anche se agli occhi del mondo sembra strano o bizzarro. É comunque necessario specificare che quando si tratta di relazionarsi ad altre persone, il consenso, il rispetto e il dialogo sono fondamentali, ancora di più se si sceglie di adottare stili relazionali non convenzionali.

Questa filosofia, che potremmo definire di vita, pone al centro del discorso il nostro benessere e quello dell’altro, qualsiasi tipo di legame ci sia tra di noi. In altre parole, ci spinge a fare ciò che ci fa stare meglio, con o senza etichette, e a vivere l’altro e le relazioni come una scoperta continua. D’altronde, noi esseri umani siamo così complessi e sfaccettati che spesso coloriamo fuori dai bordi.

Ovviamente, l’anarchia relazionale porta queste idee al limite. Il mio articolo vuole essere un invito alla riflessione e uno spunto per ragionare sui modi in cui viviamo le relazioni della nostra vita. Chiaramente ognuno di noi deve viversi i legami come meglio crede e fare ciò che lo rende sereno e felice. Per come la vedo io, ad esempio, delle volte è semplicemente meglio vivere e viversi i legami senza troppe domande, senza cercare a tutti i costi di collocarli in determinate caselle. Secondo me, l’anarchia relazionale è particolarmente interessante e rivoluzionaria come concetto perché ci invita alla libertà. Ci dice insomma di fare un po’ ciò che vogliamo con le nostre relazioni, ovviamente con rispetto e comunicazione, sempre. 

Le relazioni non devono per forza essere tutte o bianche o nere, poiché nel mezzo esistono tantissime sfumature che possono essere belle, divertenti e non per forza comprese da tutti. In ambito amicale, romantico, affettivo, amoroso, sessuale, le variabili e le combinazioni sono tantissime e tutte valide – se c’è consenso tra le parti! Ognuno ha il diritto di vivere le sue relazioni come meglio crede e non va giudicato: questo, credo, è l’insegnamento più importante che l’anarchia relazionale ci fornisce.

Picture of Elisa Manfrin

Elisa Manfrin

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi Post

Tra gender, genere e target: alla scoperta del podcast “Non il classico shoujo” con Micaela

Attualità, Cinema, Femminismo, Letteratura, Recensioni

La Corte Suprema Britannica e la sua sentenza: chi può ora definirsi “donna”?

Attualità, Femminismo, Politica

Tigri di burro: Butter di Yuzuki Asako

Attualità, Femminismo, Letteratura

Pornocrazia

Attualità, Sessualità, Violenza di genere

Cookie & Privacy

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come specificato nella Privacy Policy
Puoi acconsentire all’utilizzo di tali tecnologie utilizzando il pulsante “Accetta”. Chiudendo questa informativa, continui senza accettare.