Caterina de’ Medici è stata regina consorte e reggente di Francia, durante il complicato periodo delle guerre di religione di fine Cinquecento.
Dall’infanzia al matrimonio
Nata a Firenze il 13 aprile 1519 dalla potente famiglia dei Medici, rimane orfana di entrambi i genitori già in giovane età. Viene affidata alle cure della nonna Alfonsina Orsini e delle sue zie, diventando duchessa di Urbino. Essendo nipote del papa Clemente VII, durante la ribellione scoppiata a Firenze nel 1527, viene chiusa nel convento delle Murate. Per questo, nel 1530, si trasferisce a Roma sotto la diretta protezione del pontefice.
A soli 14 anni, sposa Enrico, figlio del re francese Francesco I: pur non essendo delfino, avrebbe comunque assicurato a Caterina lo status della nobiltà. Infatti i Medici, pur essendo reggenti della città di Firenze e molto potenti, sono di umili origini. Con questo matrimonio combinato, Clemente VII intende unire la potente dinastia Medici alla casa reale dei Valois.

Alla Corte di Francia
Secondo gli accordi, Caterina avrebbe dovuto portare con sé una grande dote ma il papa successivo, Paolo III, romperà il patto. Anche per questo, Caterina è malvista a corte; inoltre, frequenta poco il marito, che le preferisce le cortigiane Filippa Ducco e, soprattutto, Diane di Poitiers. Nonostante ciò, stringe amicizia con le donne della famiglia reale e con il re Francesco I, che l’ammette nella sua ristretta cerchia di fiducia.
Nel 1536, il delfino Francesco di Valois muore improvvisamente: suo fratello Enrico è il nuovo erede al trono di Francia, insieme a sua moglie Caterina. Questo nuovo status rende ancora più urgente la questione dei figli: l’erede non era ancora arrivato, il che suggerisce una sterilità di Caterina, subito associata alla stregoneria. Alla fine, dopo molti anni, dà alla luce dieci figli (anche se non tutti sopravvivono).

Nel 1549 Caterina ottiene il titolo di regina consorte di Francia: non ha alcun potere effettivo, ma la sua influenza a corte si fa sentire parecchio. Introduce molte novità tra i nobili: la sella con monte all’amazzone, l’uso della lingerie, la moda dei tacchi e di un nuovo corsetto. Inoltre, diffonde alcune usanze in cucina: la salsa colla, il rispetto dell’ordine dei pasti, l’uso di bicchiere e forchetta.
Con l’improvvisa morte del marito nel 1559, Caterina affronta una delle prime crisi del suo regno: il figlio Francesco II a causa della sua età non può governare, per cui diventa lei la reggente del trono. La sua influenza si fa sentire anche per i regni degli altri due figli maschi, i re Carlo IX ed Enrico III. Infatti, Caterina orienta la loro politica e intessa abilmente la rete diplomatica del regno, tramite la combinazione accurata dei matrimoni dei suoi figli ( e di quelli delle figlie femmine).
Controversie: le lotte di religione e il massacro di San Bartolomeo
Un’altra crisi che Caterina si ritrova ad affrontare è quella religiosa: la Francia è dilaniata dai conflitti tra cattolici e ugonotti. Infatti, sono divisi in fazioni guidate da potenti famiglie: i primi dai Guisa, i secondi dai Condé e dai Borboni. Anche se la famiglia reale dei Valois è cattolica, Caterina prova a mantenere una certa neutralità nelle dispute.
Il suo progetto di pacificazione è rappresentato dalla combinazione del matrimonio di sua figlia Margherita, cattolica, con Enrico di Borbone, protestante. In occasione della cerimonia, però, gli invitati ugonotti vengono uccisi nella notte, che passerà alla storia come massacro di San Bartolomeo, tra il 23 e il 24 agosto del 1572. Ancora oggi si discute se la strage sia da attribuire al re Carlo IX, a Enrico di Guisa o a Caterina, che da allora passerà alla storia come “Regina Nera”.
Alla fine, muore nel 1589, dopo aver continuato a cercare per anni una pacificazione per il popolo che non vedrà mai realizzarsi.

Caterina de’ Medici emerge, dunque, come una figura controversa: una regina intelligente e pragmatica, in grado di gestire situazioni di crisi politiche e sociali, su cui però incombono le ombre della strage di San Bartolomeo, sottolineandone le ambiguità. In ogni caso, è certamente una delle donne più potenti e influenti della storia del suo secolo. L’assenza di approfondimenti sulla sua figura all’interno dei manuali scolastici e la relegazione ai margini della narrazione storica sono delle mancanza da colmare necessariamente per comprendere la storia della seconda metà del Cinquecento.

Maura Catania