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La principessa che credeva nelle favole: come liberarsi del proprio principe azzurro

Una favola che ha per protagonista una principessa. Apparentemente nulla di nuovo. Ma già dal sottotitolo intuiamo che l’autrice, Marcia Grad Powers, vuole raccontarci qualcosa di più di una principessa alla ricerca del lieto fine e del principe azzurro, anzi, sembra proprio che lo scopo sia distaccarsi da questa narrazione inverosimile.

Il libro rispetta i criteri della favola per quanto riguarda personaggi, struttura e narrazione: la principessa, con i suoi aiutanti, intraprende un’avventura dopo che la sua vita ha subito uno stravolgimento. Il libro si presenta anche come romanzo di formazione: la protagonista alla fine del suo viaggio raggiungerà un nuovo equilibrio e una nuova consapevolezza di sé.
La novità sta nel fatto che l’autrice utilizza lo schema dei racconti tradizionali per raccontare una tematica moderna, un viaggio psicologico e di crescita interiore: la principessa rappresenta tutte noi, tutte le donne che sono cresciute sottostando ai dettami della società e si sono rese conto che la strada che stavano percorrendo non era quella che avevano scelto e che non esiste il lieto fine e il principe azzurro.
Questa favola racconta in modo metaforico la nostra vita: tutte noi, un “bel” giorno, ci siamo rese conto che le fiabe erano una fregatura e che la vita non funziona così: questa è la storia di Victoria, ed è la storia di tutte noi.

Victoria…e Vicky

Come già anticipato, la protagonista del romanzo è Victoria, principessa dai capelli dorati ed inguaribile ottimista che crede nella magia, nei desideri, nell’amore e nel trionfo del bene.
Victoria passa l’infanzia con i genitori che la guidano rafforzando l’idea che la vita è come una favola che si avvera con il lieto fine e il principe azzurro: la regina le racconta le fiabe mentre il re le regala un carillon con un principe e una principessa che danzano, «È un auspicio per il tuo futuro. E ti ricorda ciò accadrà».

Ma Victoria ben presto si rende conto che essere una principessa, ma soprattutto, essere una giovane donna, significa sottostare ad aspettative e regole imposte: rispettare il Codice reale è difficile e implica una limitazione di sé e delle proprie libertà. Dopo una lite con il padre rinchiude nell’armadio la piccola Vicky, compagna di avventure ed amica immaginaria che non è altro che la sua interiorità, la parte che la rende sé stessa e la spinge a ribellarsi. La principessa reprime il suo modo di essere e così rimane solo Victoria, la principessa impeccabile che crede nel Codice: seguire le regole diventa più facile ma sente sempre un vuoto dentro di sé.
Durante una passeggiata incontra il Dottor Henry Herbert Hoot, un gufo parlante specializzato nella cura dei cuori spezzati, che sente la tristezza del suo animo e si offre di aiutarla:

«Io sono la principessa Victoria, figlia del re e della regina di questo regno. […] Sono la migliore nella mia classe alla Royal Elementary Academy of Excellent. Faccio del mio meglio per rispettare sempre il Codice reale che regola i sentimenti e il comportamento delle principesse. Sono molto più capace di piantare le rose che di giocare a softball. […]»
«Tutto ciò è molto interessante principessa, ma non è quello che sei tu»
«E in vece lo è. So benissimo chi sono»
«Tutti dovrebbero sapere chi sono, ma ben pochi lo sanno»

Quando torna a casa la madre la convince che il gufo non esiste, così si dimentica di lui e continua la sua vita come se nulla fosse.

Victoria cresce e intraprende l’avventura

Gli anni passano, Victoria continua a dedicarsi agli studi, al rispetto del Codice reale e incontra il principe: i due si giurano amore eterno e si sposano. All’inizio il matrimonio prosegue nel migliore dei modi ma ben presto iniziano i problemi: Victoria esprime la propria individualità e scopre alcuni interessi così il marito, sentendosi trascurato, diventa sempre più astioso. Victoria, esasperata, torna a casa dei suoi genitori, libera Vicky e con lei si avvia alla ricerca del gufo parlante.

Il gufo indica alla principessa come iniziare un percorso di crescita, guarigione e rinascita. La piccola Vicky però è titubante riguardo la strada indicata dal gufo: è sospettosa, teme il cambiamento ed ha paura di perdere tutto. Il Dottore Hoot spiega che se l’amore provoca dolore allora non è amore, esistono alternative e strade diverse da percorrere:

«Al contrario, le favole si realizzano, ma sono spesso diverse da come le si può intendere in un primo momento. Il tuo lieto fine ti sta aspettando lungo il sentiero.»
«Davvero?» esclamò lei, raggiante. «Una favola diversa?» La principessa non aveva mai preso in considerazione la possibilità di vivere felice e contenta anche senza essere salvata da un coraggioso e affascinante Principe azzurro […].

La principessa alla fine decide di intraprendere il viaggio indicato da Doc, nonostante le continue rimostranze di Vicky. Attraverso il Sentiero della Verità, il Mare delle Emozioni, la Terra delle Illusioni, il Campeggio per viaggiatori smarriti, la Terra di Ciò che è, il Viale dei Ricordi e la Valle della Perfezione, Victoria e Vicky imparano, grazie a nuovi personaggi, a dominare la paura, a vedere le cose per ciò che sono e a riconoscere la realtà.
Fondamentale l’incontro con il delfino Dolly, che salva Victoria e Vicky mentre stanno annegando nel Mare delle Emozioni: il delfino spiega che essere spaventante impedisce di vedere le cose davanti a noi («I dubbi e la paura ci impediscono di vedere ciò che è ovvio»). Dolly sprona la principessa perché quando stiamo annegando abbiamo due possibilità: soccombere oppure imparare a nuotare.

Victoria capisce anche l’importanza di non rimpiangere il passato: «La vita viene vissuta guardando in avanti, ma la si comprende rivolgendo lo sguardo all’indietro».
Ma l’insegnamento più importante è quello di accettare sé stesse:

«Vuoi forse dire che non devo continuare a cercare di essere diversa, e che vado bene così come sono?» […].
«Tu vai più che bene: a voler essere precisi, sei perfetta.» […].
«Per tutta la vita ho cercato di diventarlo, ma qualunque cosa facessi, ero sempre troppo delicata, sensibile e timorosa, e mi ostinavo a sognare cose che con ogni probabilità non si sarebbero mai realizzate»
«Hai mai pensato che forse tu dovevi essere tutte queste cose?»

Alla fine del suo viaggio, nel Tempio della Verità, incontra di nuovo Doc che le consegna la Pergamena sacra (un onore che si è guadagnata) e le offre un ultimo insegnamento: «Ogni cosa è come dev’essere. È questa la perfezione: è il tuo modo di percepirla a essere difettoso».
Ora Victoria è felice, ha finalmente accolto sé stessa per quello che è, ha fatto pace con il passato e si sente completa: ha capito che non deve amare per sentirsi bene, ma che può scegliere di amare perché si sente bene. Inoltre, ha imparato che non esiste nessuna favola e nessun lieto fine: il viaggio di una persona non finisce mai, tutti i giorni scegliamo e lottiamo per la nostra felicità, e dipende solo da noi.

Marcia Grad Powers

L’autrice vive in California. È specializzata in psicologia, si occupa principalmente di tecniche di crescita personale e tiene seminari presso scuole, università ed aziende.
La principessa che credeva nelle favole è stato pubblicato per la prima volta nel 1995 (1998 in Italia) ed è diventato un bestseller internazionale che ha avuto numerose ristampe. È considerato una lettura fondamentale nel percorso di crescita personale di ogni donna. L’autrice ha scritto numerosi libri su questo argomento, da menzionare anche: Il cavaliere che aveva un peso sul cuore, Una storia indimenticabile per ritrovare la felicità e la serenità.

Monica Marcoleoni

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