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Emma, Bonnie ed Evanna: da adolescenti di Harry Potter a giovani attiviste

“Le tre ragazze di Harry Potter”, così le chiamano a volte i giornali e i siti web ed è così che le ricordano la maggior parte di coloro che erano adolescenti 20 anni fa, compresa la sottoscritta. Tuttavia queste ragazze, queste Donne, sono cresciute e si sono trasformate in qualcosa di più che semplici attrici. Sono attiviste indipendenti, forti, sicure di sé, che continuano a inseguire e sostenere quello in cui credono. I loro nomi sono Emma, Bonnie ed Evanna: scopriamo chi sono.

Emma Charlotte Duerre Watson

Nata a Parigi il 15 Aprile 1990, Emma Watson ha vissuto in Francia fino all’età di 5 anni, per poi trasferirsi in Inghilterra. Nonostante il suo ingresso nel mondo del cinema sia stato precoce, Emma Watson non ha mai rinunciato a studiare. Si è laureata con successo in Storia e Letteratura Inglese alla Brown University, Rhode Island, nel 2014. Sempre in quell’anno che Watson inizia il suo percorso di attivista.

Il 7 luglio, viene nominata ambasciatrice dall’UN Women, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della parità di genere. Con questo ruolo, l’attrice pronuncia un discorso tanto emozionante quanto incisivo, dove evidenzia non solo la necessità di un’uguaglianza di genere, ma sollecita anche gli uomini stessi a definirsi “femministi”, lanciando la sua campagna #HeforShe:

«Uomini, vorrei cogliere questa opportunità per farvi un invito formale. La parità di genere è anche un problema vostro. (…) Ho visto giovani uomini affetti da malattie mentali, incapaci di chiedere aiuto per paura di apparire meno “maschi”. Ho visto uomini resi fragili e insicuri dalla percezione distorta di cosa sia il successo maschile. Neanche gli uomini hanno i diritti della parità di genere. Non si parla molto spesso di come gli uomini siano imprigionati negli stereotipi di genere che li riguardano, ma vedo che lo sono. E quando se ne saranno liberati, le cose cambieranno di conseguenza anche per le donne. Se gli uomini non devono essere aggressivi per essere accettati, le donne non si sentiranno in dovere di essere sottomesse. Se gli uomini non devono avere il controllo per sentirsi tali, le donne non dovranno essere controllate. Sia gli uomini che le donne devono sentirsi liberi di essere sensibili. Sia gli uomini che le donne devono sentirsi liberi di essere forti».

Questo discorso dimostra come ormai, la Emma Watson attivista e la Emma Watson adulta si siano unite. Questo l’ha resa una delle donne più influenti e una fonte di ispirazione per le teenager britanniche, grazie alla sua energia motivazionista e positiva.

Infatti, dopo un sondaggio dell’ICM per l’ente britannico Servizio Cittadino Nazionale, molti ragazzi hanno rivelato che l’attrice inglese è stata uno dei modelli più influenti per loro quando si trattava di femminismo e parità di genere. Sostenevano di ammirarla soprattutto per come usa la sua fama per sostenere e portare avanti la battaglia per l’uguaglianza tra i sessi. La cosa interessante è che sembra che la Watson porti sempre con sé questo spirito di “empowerment” per le donne. Ha anche in parte modificato il suo personaggio di Belle, che ha interpretato nel live action de La Bella e La Bestia, rendendo il personaggio femminista, intelligente e indipendente. Emma ha poi dichiarato a Vanity Fair: «Non mi interessa vincere un Oscar, se il film in cui recito non trasmette nulla che sia importante per le persone».

Dopo aver incontrato Malala Yousafzai nel 2015, Emma si è data da fare per creare uno spazio di condivisione delle idee anche grazie ai libri. Nel 2016, tramite il social network per bibliofili Goodreads, Watson crea Our shared shelf. Questo è un gruppo di letture femministe per “condividere quello che ho imparato, e ascoltare i vostri pensieri”, scrive l’attrice nel presentare l’OSS.

Oltre alla parità di genere, Emma Watson è anche sostenitrice di una moda etica e di una vita zero waste. Si è palesata spesso sul red carpet di molti eventi con abiti ecosostenibili, come quello in tulle con pantaloni a zampa d’elefante neri, abito creato da Harris Reed. Quest’abito ha previsto il riutilizzo di dieci abiti da sposa.

London, UK: Emma Watson attends the Earthshot Prize 2021 at Alexandra Palace on October 17, 2021

Nel 2019, l’attrice ha anche coniato un nuovo termine che ha poi utilizzato per rispondere con risolutezza a chi le chiedeva della sua situazione sentimentale. La parola è “self partnered”, che si può tradurre con “avere una relazione con se stessi”. Nell’anno in cui doveva compiere 30 anni, Emma si è resa conto di qualcosa di molto vero e molto ingiusto. «Se non hai una casa, se non hai un marito, se non hai un bambino, hai compiuto 30 anni e non sei in una situazione incredibilmente sicura e stabile nella tua carriera, o stai ancora cercando di capire… C’è questa incredibile quantità di ansia». Possiamo dire che, chiunque cercherà di punzecchiare Watson, troverà una pronta risposta!

Bonnie Francesca Wright

Nata a Londra il 17 Febbraio 1991, è la figlia di Sheila Teague e Gary Wright, proprietari della società di gioiellieri Wright & Teague. Oltre a lavorare come attrice e modella, Bonnie Wright si è laureata nel 2012 alla University of the Arts di Londra, dove ha studiato Film and Television Production Manager. La Wright si affaccia al mondo dell’attivismo proprio grazie alla sua connessione col mondo magico di Harry Potter. Infatti, sia lei che la sua collega Evanna Lynch, diventano ambasciatrici nel 2016 del progetto Lumos, fondato proprio da J.K. Rowling nel 2005. Insieme, le due ragazze si sono recate ad Haiti con questo progetto, per scoprire perché ci fossero 30.000 bambini che vivevano negli orfanotrofi. Hanno incontrato bambini che erano stati salvati da condizioni terribili, ma fortunatamente, si erano riuniti alle loro famiglie.

Oltre a questo, l’attrice svolge un ruolo molto attivo nella sensibilizzazione sull’inquinamento dovuto all’uso della plastica. Per questo è diventata ambasciatrice di Greenpeace, ha girato con loro per monitorare i rifiuti in plastica negli oceani. Nel 2018 ha addirittura visitato la sede della Coca-Cola ad Atlanta, consegnandogli una petizione per esortarli a smettere di produrre plastica monouso. «Ogni pezzo di plastica che abbia mai usato è ancora da qualche parte su questa terra, e questo è terrificante», dice la Wright in un’intervista.

Nel febbraio 2020, Bonnie Wright si è recata in Guatemala con la Rainforest Alliance per incontrare le comunità che praticano la gestione sostenibile delle foreste nella Maya Biosphere Reserve. Durante questo viaggio, si è impegnata attraverso il canale Instagram dei social media Rainforest Alliance come “Instagram Live Take-over”, documentando la sua esperienza all’interno delle concessioni forestali.

Insomma, sembra che la vita di questa donna sia diventata un’ispirazione per tutti coloro che puntano a condurre un’esistenza ecosostenibile. Infatti, grazie alla sua dedizione, Wright è appena riuscita a pubblicare un suo libro sulla sostenibilità in casa chiamato Go Gently. Questo libro offre una guida semplice per ridurre l’impatto che i nostri rifiuti di casa hanno sull’ambiente. In effetti, possiamo tenere monitorato ciò che consumiamo e ciò che buttiamo. Il titolo riflette l’idea in cui crede l’attrice, cioè che il modo migliore per cambiare il pianeta e noi stessi è attraverso un approccio “gentle”, ossia “delicato”, piuttosto che attraverso un approccio critico. Insomma, Bonnie Wright ci invita tutti a seguirla nel suo viaggio verso la sostenibilità!

Evanna Patricia Lynch

La vita di Evanna Lynch è probabilmente la più complessa da riportare e raccontare. Per quanto anche lei abbia iniziato presto la sua carriera di attrice proprio grazie a Harry Potter, la sua vita prima del mondo del cinema non è stata affatto semplice. Evanna Lynch era una bambina irlandese con due sorelle, un fratello e una grave malattia che l’ha afflitta per molto tempo: l’anoressia. L’attrice ha affermato di essere stata spesso in ospedale per questo problema. L’unica cosa che riusciva a distogliere la sua attenzione dalla malattia era la saga di Harry Potter. Evanna fu una vera e propria fan. Dall’ospedale scrisse anche delle lettere a J.K. Rowling, alla quale l’autrice rispose con grande gentilezza e questo diede alla piccola Evanna la forza per provare a uscire dalla sua
condizione.
Dopo essere venuta a conoscenza delle audizioni per il ruolo di Luna Lovegood, Evanna Lynch, accompagnata dal padre, si presentò alle audizioni a Londra. Venne scelta il 2 febbraio 2006 tra 15.000 aspiranti ed entrò a far parte del cast di Harry Potter e l’Ordine della Fenice, interpretando la stravagante Luna. Da quel momento in avanti, la Lynch è sbocciata, come persona e come donna.

Nel 2010 ha lanciato una raccolta fondi per la Multiple Sclerosis Society of Ireland, per la quale fa beneficienza, oltre ad essere ambasciatrice dell’organizzazione Lumos insieme a Bonnie Wright. L’attrice è anche membro del Board of Advisors per l’organizzazione no-profit Harry Potter Alliance. Con questa, ha sostenuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso nel Maine e ha preso parte a una raccolta fondi via webcast.

Evanna Lynch, ormai trentenne, ha appena pubblicato un libro autobiografico intitolato The Opposite of Butterfly Hunting: The Tragedy and The Glory of Growing Up. «Ho voluto scrivere questo libro per anni,» dice Evanna in un’intervista. «Volevo parlare di questi temi, di parti della mia vita da molto tempo, ma non riuscivo a cogliere la complessità e le sfumature della storia e non avevo mai davvero trasmesso il mio messaggio». Questo libro di memorie, racconta una complessa storia di formazione e la Lynch ha affermato che mira a rispondere a tutte le domande che le vengono poste, sperando di contribuire significativamente alla conversazione sulla salute fisica e mentale. «Voglio essere sincera, sai? Non voglio solo dire: ‘Ora va tutto bene, sono più felice, ho risolto tutti questi strani problemi.’ Quindi, ho dovuto trovare un modo per essere onesta su dove mi trovo, ma anche per essere positiva e lasciare alle persone un sentimento caldo e ispirato».
L’attrice afferma anche che un altro motivo importante per lei, per cui ha voluto scrivere il suo libro di memorie, è reintrodurre se stessa oltre al personaggio di Luna Lovegood.

Avevo solo 8 anni quando iniziai a leggere la saga di Harry Potter e ne avevo 10 quando vidi il primo film. Forse queste tre donne hanno lasciato un’impronta sulla mia vita e su quella di molti altri fans, perché hanno contribuito a portare sullo schermo tre personaggi di ragazze risolute, brillanti e coraggiose. Tuttavia, è ciò che sono diventate oggi che le rende delle donne da ammirare e fonte d’ispirazione per molte altre. Ognuna di loro si è battuta per ci che avevano a cuore, sfruttando il regalo che la vita gli ha fatto e dando sempre il massimo. Quanti di voi farebbero lo stesso?

Selenia Romani

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