Libera di Glennon Doyle: una guida alla ricerca della propria autenticità

Io sono separata e integra, qui, con gli occhi puntati all’orizzonte, il sole sulle spalle, ad accogliere la marea. Costruire, ricostruire. In allegria. A cuor leggero. Senza cambiare mai. Cambiando senza sosta.

Libera è un best seller dell’autrice statunitense Glennon Doyle. Si tratta di un memoir dove lei racconta il proprio vissuto, ma anche di un manuale di auto-aiuto che ha come tema centrale l’empowerment femminile. Prima di avventurarsi in queste pagine è necessario prendere consapevolezza del fatto che si tratta di un libro estremamente potente, in grado di compiere rivoluzioni e di cambiare per sempre la vita di chi lo legge. Per usare le parole della cantante Adele: “Questo libro illuminerà la vostra mente e farà urlare la vostra anima”.

Glennon Doyle, nata in Virginia nel 1976, è una donna che nel corso della sua vita ha provato moltissimo dolore. Come conseguenza di ansia e depressione, inizia a soffrire sin da giovanissima di disturbi alimentari. Successivamente, diventa dipendente dall’alcool e dalla droga, per sfuggire dal buio che sente dentro di sé. Nonostante il male e la paura di non farcela, la sua è anche – e soprattutto – una storia di rinascita, coraggio e resilienza. Infatti, a un certo punto Doyle comincia ad ascoltare la sua voce interiore, la quale le suggerisce di liberarsi delle aspettative che gli altri ripongono su di lei e di tutto ciò che non la soddisfa pienamente.

Intraprende un percorso di terapia che la porterà alla sobrietà, mette in dubbio la sua religione e chiude rapporti con persone che non la arricchiscono più. Inoltre, divorzia dal marito e sposa una donna che ama profondamente. Saranno soprattutto i suoi tre figli a ispirarla a diventare una versione migliore di sé stessa, giorno dopo giorno, e a creare un mondo più bello che li possa accogliere. Doyle racconta il percorso che l’ha portata a capire che i figli non hanno bisogno di madri infelici, che si ergono a martiri in nome del benessere della famiglia. Lei crede invece che questi necessitino di madri che mettono al primo posto la propria serenità e che possano così fungere da esempio.


Il titolo dell’edizione originale del libro è Untamed, che in italiano può essere tradotto con “selvaggio” o “indomato”. Questi aggettivi rimandano proprio a ciò che il libro si pone come obiettivo, ovvero riportare le persone al loro stato originario, non inquinato da paure e preconcetti, e guidarle alla riscoperta della propria natura. In particolare, quando Doyle scrive si rivolge soprattutto – ma non solo – alle donne, alle quali è stato insegnato sin da bambine ad essere in un certo modo e a ricoprire certi ruoli specifici. Il titolo del libro al femminile, Libera, non deve però essere un limite. Sarebbe un peccato che per questa scelta traduttiva le persone di sesso maschile non lo prendessero in considerazione. Doyle parla anche del fatto che gli uomini possono provare emozioni senza alcun tipo di vergogna e di come mascolinità e femminilità siano in realtà due lati della stessa medaglia.

Libera getta luce su temi che fanno parte dell’esperienza di ogni essere umano, come l’amore, la famiglia, la fede, la sessualità e il dolore. Come diceva Cesare Pavese (1908-1950): “Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma”. La forza e la grandezza di questo magnifico libro risiedono proprio in questo. Sembra che l’autrice riesca ad esprimere ciò che noi abbiamo sempre saputo, ma che non siamo mai state in grado di formulare con chiarezza.

In altre parole, questa storia ci sprona a capire che noi umani disponiamo di tutto ciò di cui abbiamo bisogno già in noi stessi. Insomma, prendete questo libro, sottolineatelo, vivetelo e una volta che avrete finito di leggerlo non lasciatelo sullo scaffale. Fatelo viaggiare in modo che possa ispirare altri a vivere in maniera autentica, genuina, libera.

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Elisa Manfrin

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