Con l’articolo di oggi ho deciso di prendere il toro per le corna. Vi parlerò di una delle questioni che più mi attanagliano negli ultimi mesi, ovvero la FOMO. Si tratta di un acronimo inglese che sta per “Fear Of Missing Out”: indica la paura e, nei casi più seri, l’ansia di essere esclusi da eventi o esperienze. In altre parole, é la paura di essere tagliati fuori. Ora, io non sono di certo una psicoterapeuta, ma sono abbastanza sicura che sia una paura piuttosto comune tra i miei coetanei.
Sono certa che pure voi ne abbiate sentito parlare o l’abbiate sperimentata almeno una volta. Come dicevo, non sono un’esperta, ma mi sono posta recentemente domande riguardo a questo tipo di paura. Non sono sicura di aver trovato delle risposte, però – come dice un mio caro amico – porsi delle domande è già un ottimo punto di partenza per giungere al nocciolo delle cose. Anche nel caso in cui le risposte non siano così ovvie.
Per quanto mi riguarda, la FOMO ha sempre, più o meno, fatto parte di me. Quando ero più piccola, alle medie o al liceo, era più forte quando vedevo gruppi di amici che si riunivano senza di me. Oggi, riesco a essere più razionale e a non prendermela per questioni così “superficiali”. Al giorno d’oggi, la FOMO mi colpisce soprattutto quando vedo persone della mia età che fanno cose fichissime in giro per il mondo, mentre io, forse, delle volte mi richiudo nella mia comfort zone.
Mi fa un po’ sorridere se ci penso davvero, dato che vivo e lavoro in un paese diverso dal mio e che interagisco tutti i giorni in una lingua che fino a due anni fa non parlavo per niente. Però la FOMO c’è lo stesso, ad esempio quando vedo persone che fanno ancora di più e ancora meglio di me. Persone la cui vita è “veramente” utile, che si dedicano agli altri al cento per cento, che vivono in altri continenti, lontani da tutti i loro affetti per cercare sé stessi. Questa paura di non stare facendo abbastanza è comunque definibile FOMO? Per me, forse erroneamente, sí.
Temo, in altre parole, di aver paura di perdermi delle esperienze che potrei fare finché sono giovane. Vedo persone della mia età che hanno vissuto in numerosi paesi diversi, ad esempio, che hanno fatto volontariati, tirocini ed esperienze lavorative in giro per il mondo. Io non posso dire di aver fatto la stessa cosa e delle volte questo mi fa sentire non abbastanza. Delle volte mi sento pigra, inadeguata rispetto ad altri. Per me questa sensazione di malessere misto a invidia che alcune volte provo è FOMO, seppur declinata in modo diverso.
Alcune volte, provo FOMO anche quando vedo persone con grandi gruppi di amici. Mi capita da quando sono piccola. Ho sempre provato un po’ di invidia per quelle persone che hanno compagnie immense di amici, con cui vanno a fare viaggi, magari. Molte volte questa invidia è scatenata da foto che vedo sui social. Io ho sempre avuto tanti amici meravigliosi e lo penso davvero. Negli anni mi sono costruita delle amicizie estremamente preziose. Delle volte guardo le persone che fanno parte della mia vita e non ci credo che ne facciano parte, perché sono incredibili, divertenti, simpatiche, affidabili, dolci, sincere. Mi sento molto fortunata.
E allora mi chiedo perché provo FOMO o invidia o gelosia o non so come chiamarla per persone che conosco a malapena. È vero, non ho mai avuto grupponi di amici con cui fare feste pazze o con cui andare in viaggio, ma in che modo avere tanti amici sparsi in giro per il mondo dovrebbe essere meno speciale?
Per tutti questi motivi – e non solo, lo sappiamo bene – i social possono essere estremamente subdoli e pericolosi. Non sono di certo la prima persona a dirlo, però è verissimo. Il fatto di paragonarsi alle altre persone, specialmente su Instagram o Facebook, è davvero inutile. Quando noi invidiamo una persona, in realtà stiamo invidiando solo una parte di lei o di lui. Dalle foto che una persona posta non possiamo realmente capire cosa una persona affronti tutti i giorni, come sia la sua vita quotidiana, quale sia il rapporto con le persone che la circondano, come si percepisca nel mondo. Non ha davvero senso sentirsi inferiori rispetto a una persona di cui conosciamo solo qualche dettaglio. Lo so, eppure a volte me ne dimentico.
Col tempo ho capito che questa paura di perdersi delle esperienze, che poi è mischiata ad altre emozioni non particolarmente piacevoli tipo l’invidia, può essere in realtà un forte catalizzatore. Invece di considerare la FOMO come una nemica, ho cercato più volte e cerco tuttora di guardarla come un’alleata. Può fungere da faro per capire di cosa ho voglia e bisogno, per spingermi verso una determinata direzione. Per esempio, delle volte la mia FOMO mi indica che forse devo uscire di più e incontrare più persone. Delle altre volte, mi suggerisce di fare quel viaggio che stavo rimandando da tempo. Altre volte ancora, mi invita a godermi di più la vita, a lasciarmi andare di più e a stare maggiormente nel qui ed ora. Chissà, forse è meglio che io cominci a farci amicizia, con questa FOMO, perché in realtà mi sta dicendo “semplicemente” di vivere.